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La lotta di potere in Palestina inghiotte milioni di sterline di aiuti umanitari

di Donald Macintyre - 07/11/2008

  


Il dipartimento per lo Sviluppo internazionale sta tentando di capire come sborsare la seconda tranche di 15 milioni di sterline - sui 30 milioni assegnati a luglio da Gordon Brown in aiuti ai palestinesi - senza che essi vengano usati esclusivamente per compensare l’impatto del pagamento dei salari degli impiegati dell’istruzione e della sanità
in sciopero a Gaza.

Il problema è stato esacerbato dalla decisione, da parte dei sindacati dell’istruzione e della sanità di Fatah, di portare avanti fino alla fine dell’anno uno sciopero che alcuni osservatori internazionali ritengono abbia danneggiato i pazienti e gli studenti di Gaza, mentre sta fallendo totalmente nel suo obiettivo di indebolire Hamas, il rivale politico di Fatah.

Ciò è emerso solo poche ore prima che
scoppiassero, la scorsa notte, i primi scontri tra i militanti di Hamas e le truppe israeliane dopo l’inizio del cessate il fuoco a Gaza, a giugno. Almeno un militante di Hamas è stato ucciso* in quella che secondo l’esercito israeliano è stata un’operazione per prevenire il rapimento di soldati attraverso un tunnel scoperto a 250 metri all’interno del confine di Gaza.

L’esercito ha ribadito che non si è trattato di un tentativo di violare la tregua, ma di contrastare una minaccia "immediata" di Hamas al suo prosieguo.

Il governo britannico sostiene l’amministrazione di Fatah, a Ramallah, guidata dal primo ministro Salam Fayyad. Ma - in quanto uno dei principali donatori del fondo fornito dal Trust Fund della Banca Mondiale - ha chiarito in forma privata che intende assicurarsi che i soldi dei contribuenti britannici vengano usati direttamente per far fronte a bisogni umanitari essenziali.

Una delle conseguenze più pesanti dello sciopero è stato un calo di oltre il 75 per cento del numero dei pazienti seriamente malati trasferiti negli ospedali fuori Gaza (soprattutto in Israele), perche il personale delle due unità speciali non sta lavorando.

Grazie al numero maggiore di infermieri e di dottori che stanno lavorando nonostante l’appello allo sciopero, non c’è stata alcuna sospensione dei servizi ospedalieri. Ma le cifre dell’Organizzazione mondiale della salute (Oms) mostrano che, a settembre, nel primo mese di sciopero pieno, solo 233 casi hanno ricevuto l’approvazione per il trasferimento all’estero, rispetto a una media mensile di 1.100 tra marzo e agosto. Le organizzazioni per i diritti umani
si sono lamentate più volte quando c’è stato da accusare Israele per un calo molto più modesto dei trasferimenti, perché aveva rifiutato i permessi ad alcuni pazienti per ragioni di sicurezza.

Un’altra preoccupazione per i Paesi donatori è costituita dalla crescente penuria di farmaci essenziali in seguito a un’altra decisione del ministero della Sanità di Ramallah di prendere il controllo delle forniture di medicinali a Gaza dall’Oms, che ha una lunga esperienza nel negoziare con Israele i permessi necessari per l’importazione di farmaci nella Striscia. Dopo che 70 pazienti, compresi dei bambini, sono stati lasciati senza il fondamentale farmaco Cryone, delle forniture urgenti sono state garantite solo quando
ha attraccato a Gaza City l’ultima imbarcazione degli attivisti internazionali di "Free Gaza".

Ma un rapporto di metà ottobre dell’Oms afferma che 94 farmaci essenziali su 480 erano in esaurimento e che dal primo settembre nessun farmaco è stato consegnato dal ministero della Sanità di Ramallah. Altre forniture mediche chiave, comprese attrezzature per l’epatite B e C e macchine per la dialisi renale, si sono esaurite. E l’Agenzia di sostegno delle Nazioni Unite ha dovuto intervenire con una donazione di emergenza di 80mila litri di carburante per far funzionare le stazioni di pompaggio ed evitare gravi mancanze di acqua, a causa di un’altra disputa tra l’Autorità palestinese dell’acqua di Ramallah e Hamas a Gaza.

Gli scioperi sono stati organizzati dall’organizzazione dei sindacati di Ramallah, controllata da Fatah, non dall’Autorità di emergenza palestinese messa in piedi dopo la presa del potere a Gaza da parte di Hamas. Ma le autorità di Ramallah stanno continuando a pagare i loro impiegati dei settori dell’istruzione e dalla sanità di Gaza, sia quelli che lavorano che quelli che sono ancora in sciopero.

Circa il 50 per cento degli insegnanti ha smesso di lavorare dall’inizio dell’anno scolastico, ma il ministero dell’Educazione di Hamas a Gaza ha agito rapidamente per reclutare e pagare 3mila neolaureati per rimpiazzare gli scioperanti e le scuole stanno funzionando normalmente.

Dopo sette settimane di protesta, il ministero di Hamas ha comunicato al personale in sciopero che avevano perso la possibilità di tornare al lavoro. Il segretario del sindacato Jamil Shehadeh ha dichiarato che Hamas era "completamente responsabile" per la sua decisione di estendere lo sciopero, che originariamente era stato indetto per il trasferimento di una minoranza di insegnanti verso altre scuole, una mossa ritenuta di natura politica.

Ma dopo l’interruzione dei colloqui, il ministero controllato da Hamas ha detto che i trasferimenti iniziali rappresentavano un atto normale all’inizio di ogni anno scolastico, compiuto anche dalla precedente amministrazione di Fatah.

(Traduzione di Carlo M. Miele per Osservatorio Iraq)

L’articolo in lingua originale The Independent

* secondo le ultime notizie, almeno sette militanti palestinesi sarebbero morti nel corso del raid israeliano, ndt