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Bassolino e Iervolino: 34 milioni di Euro di sprechi per i rifiuti

di Fulvio Bufi - 07/11/2008


Il caso delle 362 persone assunte per la raccolta differenziata e stipendiate per anni senza fare nulla Rifiuti, il conto degli sprechi: 34 milioni La procura della Corte dei Conti: paghino Bassolino e la Iervolino L`indagine dei magistrati contabili si concentra sul periodo compreso tra il 2003 e il 2007 NAPOLI - Per fare la raccolta differenziata a Napoli i mezzi a disposizione agli inizi del 2000 erano 46. Considerando turni, ferie e malattie, avrebbero potuto lavorarci non più di centocinquanta persone. Al Consorzio di bacino Napoli 5 - che avrebbe dovuto curare il servizio furono assunti 362 dipendenti.

Più del doppio. E nessuno di loro ha poi mai svuotato nemmeno un cestino contenente carta o cartone, perché nel frattempo il servizio della differenziata è stato affidato all`Asia, l`azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti solidi.

Non è una novità, queste cose si sapevano, e non solo a Napoli. La novità è un`altra:

per tutto il denaro pubblico speso per assunzioni inutili e appalti altrettanto inutili - o quantomeno ingiustificati ora la Corte dei conti è pronta a chiedere il saldo ai politici che hanno amministrato la città negli ultimi quindici anni.

Una cifra che si aggira intorno ai 34 milioni di euro.

A pagare dovrebbero essere Antonio Bassolino in testa, poi Riccardo Marone, che gli subentrò nella carica di sindaco quando l`attuale governatore si dimise per candidarsi all`incarico in Regione, e Rosa Russo lervolino, primo cittadino in carica. E non soltanto loro. Ci sono pure quattro tra assessori ed ex assessori nel mirino della magistratura contabile: Massimo Paolucci, Ferdinando Balzamo, Ferdinando Di Mezza e Gennaro Mola.

Le inchieste sono due, marciano parallele, e per entrambe gli amministratori coinvolti hanno recentemente ricevuto un invito a controdedurre, cioè a presentarsi entro sessanta giorni dal magistrato e illustrare la propria posizione in merito agli episodi contestati.

Episodi di sprechi, secondo quanto ha ricostruito il pm Antonio Bucarelli, sostituto procuratore generale presso la sezione napoletana della Corte dei Conti. Che ha quantificato gli eventuali risarci- menti in 4 milioni e 225 mila euro per quanto riguarda l`as segnazione all`Asia dei servizi di raccolta differenziata e di 28 milioni per le inutili assunzioni al Consorzio Napoli 5.

Cifre che non andrebbero ripartite equamente. Bassolino, per esempio, dovrebbe risarcire insieme con Di Mezza e Mola il 6o per cento dei quattro milioni e rotti richiesti per l`appalto all`Asia; Marone, Balzamo e Paolucci il 30 per cento, e Iervolino solo la restante quota del 1o per cento, che equivarrebbe a 422 mila euro.

La Corte dei Conti ritiene che nulla possa giustificare la scelta (e la conseguente spesa) di affidare all`azienda di igiene urbana anche la raccolta differenziata (che tra l`altro a Napoli non è mai decollata e anche dopo l`emergenza rifiuti si resta al di sotto degli standard nazionali). Se ne sarebbe dovuto-occupare il Consorzio di bacino, dove le assunzioni, seppure eccessive rispetto alle possibilità operative, erano state fatte proprio in funzione della raccolta differenziata.

Ma la storia del «Napoli 5» è ormai il simbolo degli sperperi napoletani. E la. magistratura contabile ne fa una ricostruzione molto dettagliata. Il suo compito è lavorare sui numeri, e quindi ragiona sugli stipendi pagati ai 212 assunti nonostante già in partenza si sapesse che non sarebbero serviti. La spesa.

non giustificata, in un periodo compreso tra il marzo 2003 e il settembre 2007, sarebbe di 28 milioni di euro, ai quali vanno aggiunti altri due milioni: uno per il danno all`immagine e l`altro per quello alla reputazione delle amministrazioni pubbliche.

In questo caso la ripartizione degli addebiti vede il 6o per cento richiesto agli assessori Mola e Di Mezza, il 3o a Bassolino, Marone, Balzamo e Paolucci, e ancora una volta solo il dieci per cento al sindaco Iervolino.

Ora il prossimo passo tocca a loro. La Corte dei Conti aspetta le controdeduzioni di ognuno dei sette amministratori e poi si capirà se i giudici contabili emetteranno o meno una sentenza che - per come è percepito oggi a Napoli tutto quello che e avvenuto intorno ai rifiuti e agli sprechi di denaro in tema di immondizia - diventerebbe per certi versi quasi Storica.