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I numeri della crisi della biodiversità

di redazionale - 10/11/2008

 
 
Al summit per la creazione dell´Intergovernmental science-policy platform on biodiversity and ecosystem services in corso a Putrajaya, in Malaysia, si sta discutendo di una crisi ecologica planetaria del vivente e delle risorse ambientali che sostengono la vita (e l´economia) che si sostanzia in numeri drammatici. Vediamone alcuni così come li propone l´Unep.

Nel 1987, circa il 15% degli stock globali di pesci erano classificato come collassati. Secondo il rapporto Geo4 la percentuale è raddoppiata al 30%. 20 anni fa circa un quinto degli stock ittici era considerato sovrasfruttato, attualmente siamo al 40%. L´intensità di utilizzazione del territorio (Land use intensity) uno degli indicatori di degrado dei suoli, insieme ad erosione, scarsità d´acqua, esaurimento dei nutrienti ed inquinamento, sono in aumento. Nel 1987, un ettaro coltivato forniva 1,8 tonnellate di prodotti agricoli, oggi si arriva a 2,5 tonnellate. In America Latina e Caraibi, la desertificazione, causata dalla deforestazione, sovrapascolo e irrigazione inadeguata, colpisce un quarto del sub-continente. In Equador il ghiacciaio Antisan si è ritirato dagli anni ´90 otto volte più velocemente che nei decenni precedenti, mentre il ghiacciaio Chacaltava, in Bolivia, ha perso la metà della sua superficie dal 1990 ad oggi.

Le disponibilità di acqua potabile sono in declino: nel 2025, circa due miliardi di persone vivranno probabilmente in uno stato di scarsità "assoluta" di acqua. In Asia Occidentale (quindi molto vicino a noi) la disponibilità di acqua per persona è già scesa dai 1.700 metri cubi del 1980 ai circa 907 metri cubi attuali ed entro il 2050 potrebbe essere di 420 mc. Le popolazioni di vertebrati di acqua dolce sono calate di circa il 50% rispetto al 1987, rispetto al 30% delle specie marine.

Intanto le specie invasive stanno diventando una delle principali minacce per gli ecosistemi ed hanno un enorme costo economico sia per il loro impatto sulle risorse autoctone sia per i fondi necessari per combattere la loro espansione. Nei soli Stati Uniti d´America il danno economico provocato da alcune specie invasive arriva a 140 miliardi di dollari all´anno. La lotta per fermare l´avanzata di specie arboree invasive nel "Cape Floral Kingdom" in Sudafrica costa 40 milioni di dollari all´anno.

Nei Caraibi più del 60% delle specie di coralli è minacciato da sedimenti, inquinamento e pesca eccessiva. Secondo il rapporto Unep "In the Front Line: Shoreline Protection and other Ecosystem Services from Mangroves and Coral Reefs", il valore economico delle barriere coralline è stimabile tra i 100 mila e i 600 mila dollari per chilometro quadrato, mentre il valore annuo delle mangrovie è valutabile in 900 mila dollari al kmq . In Indonesia, dove il turismo è la risorsa economica più importante, il valore dei reef corallini è valutato in 1 milione di dollari al kmq. includendo anche i costi di manutenzione delle coste e del ripascimento delle spiagge sabbiose necessari in presenza di un loro degrado. Nei Caraibi questo valore varia dai 2 mila al milione di dollari, con valori più alti nelle piccole isole e nelle aree costiere più dipendenti dal turismo.

Secondo un´inchiesta del mensile Science, il valore economico annuo dei servizi di impollinazione forniti da insetti come le api o le farfalle o di altri animali come i pipistrelli o i colibrì raggiunge i 90 miliardi di dollari. Il "Millennium Ecosystem Assessment" stima che una zona umida intatta del Canada valga 6 mila dollari all´ettaro, mentre ne vale 2 mila un ettaro ad agricoltura intensiva. L´Unep cita anche studi provenienti da Italia, Algeria, Portogallo, Siria e Tunisia che evidenziano il valore delle foreste intatte e secondo i quali il valore del legname e del legno utilizzato per il riscaldamento di una foresta è meno di un terzo di quello prodotto dalla stessa foresta in servizi ambientali come l´acqua e l´assorbimento di inquinanti e gas serra, ma anche per la protezione dei suoli e degli equilibri idro-geologici e per il turismo.