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La memoria corta del sindaco Alemanno

di Carlo Gambescia - 11/11/2008

"Il fascismo va condannato tanto quanto il nazismo. Lo ha detto Gianni Alemanno, dopo aver visitato per tutta la giornata il campo di sterminio di Auschwitz. 'Non ho mai avuto in questi mesi posizioni ambigue rispetto al fascismo - ha spiegato Alemanno - ma ho fatto gravi errori comunicativi, questo sì' . - ha detto il primo cittadino di Roma durante una conferenza stampa - questo sì. ' Quello che è chiaro per me è che la condanna del fascismo e del nazismo deve essere ugualmente netta e questo deriva dalla memoria di quello che è successo. Questo non l'ho imparato adesso, lo sapevo già da prima. A volte ragionamenti complicati - ha concluso il sindaco - tradiscono il significato vero delle parole, ma il significato vero è questo: la condanna del fascismo e del nazismo è uguale e netta' ".
(
http://www.corriere.it/politica/08_novembre_10/alemanno_condanna_fascismo_2dd50110-af58-11dd-bbcd-00144f02aabc.shtml )


Definiamo doverosa la visita del sindaco Alemanno ad Auschwitz. Soprattutto per la presa di posizione pubblica rispetto alla tradizione politica da cui proviene e per alcuni “errori comunicativi” commessi nei mesi scorsi.
Quel che invece non comprendiamo è perché il nuovo sindaco non si sia ancora pronunciato in favore di un analogo Viaggio della Memoria a Hiroshima e Nagasaki. Probabilmente, per dirla fuori dai denti, perché non si vuole infastidire l’alleato americano ( per inciso, come mutano le cose e le persone: le cronache narrano che Alemanno da giovane attivista missino era accesamente antiamericano...). Né, del resto, esiste una comunità giapponese della memoria potente quanto altre comunità.
Le condanne del fascismo e del nazismo sono condivisibili. Quel che non è accettabile è il “quasi” silenzio del sindaco nei riguardi dell’ecatombe atomica consumatasi in Giappone nel 1945. Non si tratta di proporre comparazioni contabili “del dolore” fra il dramma nipponico e un evento di gravità indicibile come l’Olocausto, ma di pronunciare una ferma condanna nei riguardi del totalitarismo militare. Che è cosa ben diversa, come abbiamo cercato di spiegare ieri, da una realistica cultura della pace e della guerra (
http://carlogambesciametapolitics.blogspot.com/2008/11/piero-sansonetti-il-quattro-novembre-e.html ).
Per quale ragione “quasi” silenzio? Perché il sindaco Alemanno, mostrandosi in qualche misura coerente, il 6 agosto scorso aveva commemorato insieme ai rappresentanti delle autorità giapponesi le vittime dell'esplosione della bomba atomica a Hiroshima. Come dire, un piccolo passo in avanti rispetto alle melliflue "letterine" di Veltroni (
http://www.disarmo.org/rete/a/10995.html ). Ma, in questo momento, un viaggio della Memoria in Giappone del neosindaco di Roma conferirebbe al gesto pubblico di agosto ben altro rilievo. Tuttavia Alemanno, così sembra, non vuole disturbare i manovratori.
Peccato, un’altra occasione perduta.