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Bozza di uno statuto umano per il xxi secolo

di Masanobu Fukuoka - 20/11/2008



Sezione 1. La Felicità Umana
Nel XXI secolo tutti devono arrivare alla vera felicità. Se nel XX
secolo l’uomo si è trovato nel suo peggiore stato di degenerazione
è perchè l’umanità ha perso di vista la vera felicità.
Cos’è la vera felicità? In ogni epoca, la vera felicità e la massima
gioia si rivelano quando il mondo è in pace e l’uomo può
vivere libero in modo naturale.
Il senso del valore della sua vita comincia quando l’uomo si
risveglia alla gioia della vita che è nascosta dentro di lui e, sotto la
protezione di Dio, partecipa alle benedizioni della natura.
Il secolo XXI sarà un’epoca che comincia con la consapevolezza
di sé dell’individuo e si perfezionerà attraverso questa consapevolezza
di sé.
Le scienze della natura e la civiltà opulenta, che sono cominciate
da una falsa concezione umana della natura, hanno lasciato
sulla terra solo le cicatrici della distruzione naturale; e lo sviluppo
delle scienze umane e della cultura non hanno fatto altro che soddisfare
la superbia della conoscenza umana.
Quello che possiamo intravedere del futuro del globo è la disintegrazione
e la distruzione dello spirito umano, la perdita di
vegetazione, la degradazione del suolo, le crisi alimentari e l’esaurimento
delle risorse. In ogni aspetto della vita la situazione ap275
pare disperata. Eppure, l’arrogante conoscenza umana s’illude di
poter mantenere le attuali condizioni e svilupparle ancora di più,
mentre tutti, compresi i peggiori nemici, sono sulla stessa barca,
in balia di una rapida corrente, trascinati verso l’abisso della disperazione.
Sezione 2. Ritorno alla Natura del Non Far Nulla
L’uomo deve tornare alla natura e vivere attenendosi fedelmente
alla vita della natura.
Quando l’uomo si allontana da lei e si mette in proprio, la
sorgente della sua vita e della sua gioia si secca e l’unica cosa che
gli resta è l’autodistruzione.
A questo riguardo, la felicità e la gioia umana non sono qualcosa
che si possa cercare e trovare fuori di sé, ma si devono trovare
in se stessi attraverso la coscienza di sé. In ogni epoca non
esiste altro modo per l’uomo che non sia quello di vivere incondizionatamente,
entrando nella volontà del Creatore che governa il
funzionamento della natura, obbedendo alla provvidenza di Dio,
e sforzandosi di comprendere la verità assoluta. Questo significa
partecipare al lavoro di Dio, che è la natura.
Da quando l’uomo ha mangiato il frutto dell’Albero della Conoscenza,
è diventato insoddisfatto della volontà di Dio, ha iniziato
a cercare la felicità perfetta, e ha lasciato il paradiso terrestre
per vagare nella confusione, si è messo su un sentiero difficile,
sperando di risolvere la confusione che si è tirato addosso con lo
studio e di soddisfare i suoi desideri. Eppure, non c’è salvezza in
quella direzione.
La gioia e la felicità di questo mondo, così come la verità, il
bene e la bellezza, non stanno là dove la gente le cerca. Sono state
rese complete nel sentiero originale, nella natura. La salute fisica,
la libertà di spirito e la gratuità materiale che l’uomo cerca sono
tutte nel palmo della sua mano. Senza rendersene conto, si è inorgoglito
della scienza umana e ha abbandonato l’abbraccio della
natura (l’essere figlio di Dio). Come risultato ha perso di vista
tutte le cose e ha solo corso qua e là selvaggiamente inseguendo
illusioni.
La questione non è se l’uomo sulla terra creerà un paradiso o
un inferno ma piuttosto quando e perché ha perso di vista il cielo
e confuso l’inferno con il paradiso. Quando si compiace che la
scienza umana è superiore alla natura e cerca di strumentalizzare
la natura, questa molto facilmente si perde.
Al suo posto, c’è solo un diluvio di falsi beni, imperfetti perché
non sono naturali. Da oggetti contraffatti possiamo solo ottenere
una falsa gioia. Se tentiamo di mantenere una pace fittizia, la pace
si allontanerà sempre di più da noi e ci dirigeremo solo verso
tempi turbolenti con sempre più inganni e astuzie.
Nella ricerca dell’origine della vita umana, si è sviluppata una
scienza della vita, ma quanto più l’uomo cerca di far luce sull’essenza
della vita, tanto più perde di vista il suo vero valore.
Il fatto che quanto più adoriamo gli dei e i Budda, tanto più
loro si allontanano da noi, è basato sullo stesso principio. Non c’è
altro modo per tornare tra le braccia di Dio che quello di tornare
a se stessi e alla natura e il modo per fare questo è non far nulla.
Sezione 3. Vivere nell’Ignoranza
L’uomo s’illude di poter sapere tutto con la sua conoscenza discriminante,
e non può fare a meno di essere superbo, ma la
scienza umana non serve a nulla nel comprendere Dio e la verità
assoluta. Anche se diciamo che, in confronto agli altri esseri viventi,
l’uomo ha la mente più raffinata, attrezzato con un computer
della massima precisione, questo non lo rende il migliore
degli esseri viventi. Al contrario, è stato esiliato da Dio ed è un
animale brutto e cattivo a confronto di altri esseri viventi. In generale,
possiamo dire che la scienza umana si è sviluppata perché
l’uomo è stato separato da Dio e ha perso la sapienza divina, si è
tagliato fuori dalla natura e ha dovuto vivere seguendo la propria
intelligenza.
La tragedia dell’uomo e della terra è iniziata quando la conoscenza
discriminatoria ha separato Dio e l’uomo e l’uomo è diventato
un oppositore della natura. Ma, in origine, questo mondo
non deve essere stato un mondo di relatività. Da quando l’uomo
ha reso questo mondo un mondo di relatività con la sua scienza
umana, ha semplicemente smesso di doversi preoccupare di opporsi
dialetticamente con contraddizioni e conflitti.
Quando il pensiero umano è stato modellato dalle idee di spazio
e tempo, l’uomo si è differenziato completamente dagli altri
Bali. Preghiere nella pioggia e fra le foglie
esseri viventi. Però il tempo, che la scienza umana ha compreso e
confermato, è tempo umano. Non è tempo cosmico, né tempo di
Dio che lo trascende. Il tempo umano fatto di passato, presente e
futuro dell’uomo è condensato in questo unico minuto secondo
presente adesso. Per il fatto che gli altri esseri viventi vivono con
Dio, in un tempo cosmico, oltre il tempo e lo spazio, non sono in
balia di concetti relativi forgiati da una micro visione delle cose,
sballottati qua e là alternando gioia e tristezza.
Per incontrare il secolo XXI, dobbiamo abbandonare l’idea
che ci è consentito usare e controllare la natura con la conoscenza
umana.
La natura non è un qualcosa che si oppone all’uomo ma è i
nostri veri padri. Un atto stupido come offendere nostra madre,
quando siamo ancora nel suo ventre, sarebbe solo suicida.
L’uomo con la sua scienza non crea qualcosa dal nulla. Il massimo
che può fare è cambiare la forma delle cose e distruggerle.
La grandezza della natura è la grandezza di Dio. Possiamo
solo dire che la verità assoluta, l’autorità di Dio, che regna su tutta
la terra, non prevede comunque nessun intervento o giudizio da
parte della conoscenza umana.
Tutte le cose nella natura sono una grande orchestra sinfonica
che suona sotto la bacchetta di una natura distaccata. E l’uomo
non può conoscere il nome del direttore. Non può nemmeno sapere
perché la verità, il bene e la bellezza hanno formato un insieme
completo abbracciato insieme anche in un solo fiore.
L’unica cosa che dobbiamo imparare e capire realmente, è
quanto ignorante sia l’uomo.
La scienza non è un qualcosa da apprezzare. Una conoscenza
del genere non è niente più di una piccola lampada che uomini
confusi, che hanno perso di vista la conoscenza di Dio, hanno
appeso in una oscura grotta di ignoranza.
Sezione 4. Vivere nel Non Far Nulla
Vivere nella natura senza conoscenza né azioni è la vita adatta
per l’uomo, secondo la volontà di Dio. Però, agli occhi del mondo,
non far nulla sembra noioso e la gente può solo considerarlo
senza senso.
La gente crede indubbiamente che le attività culturali, come
dedicarsi all’arte o alla letteratura o farsi assorbire dallo sport,
offrano uno splendido scopo alla vita. È parere comune che la
carriera accademica, nella quale si offre l’intera propria esistenza
per i progressi della civiltà, sia un lavoro prezioso.
Eppure, strettamente parlando, anche attività come queste,
che sembrano lavori di grande valore, sono lontane dal vero sentiero
dell’uomo e sono solo divertimenti. Per metterla in modo
ancora più radicale, non sono altro che diversioni per distrarre
l’uomo dalla sua noia, giacché ha perso di vista cos’è una vita
umana di reale valore.
La vera cultura esiste dentro ognuno di noi. Non è un «uccellino
azzurro della felicità» che si può cercare e acchiappare fuori
di sé.
La gente tende a pensare che le attività culturali siano un mezzo
utile per la formazione del carattere e che l’avanzamento della
civiltà sia un barometro della felicità, ma un mezzo resta sempre
e solo un mezzo. La gente non si perfeziona e la felicità non è
incrementata dall’avanzamento della civiltà. La civiltà moderna è
un uccellino azzurro senza un cuore.
In nome della «professione», la gente viene divisa e uccisa.
Anche gli sport e l’arte drammatica sono diventate professioni e
gli spettatori cercano di non far caso al tempo che gli è rubato.
Nell’arte drammatica non c’è alcun valore. Le persone di valore
e la natura diventano solo dramma o immagini. Attualmente i
divertimenti, che fanno passare il tempo in un vuoto senza valori,
sono diventati una grande industria. Il fatto che la gente resti assorbita
in attività del tempo libero è la prova di quanto sia stanca
del proprio lavoro e fino a che punto ha perso del tempo che
valeva la pena vivere.
Sullo stesso principio si basa la contraddizione secondo la
quale, nella misura in cui un paese si impegna ad assicurare una
vita abbondante e pacifica alla propria gente con la ricchezza nazionale
e la forza militare, la gente del paese soffrirà di un senso di
povertà e vedrà aumentare il proprio disagio e la paura.
Nella misura in cui si cerca l’abbondanza e la pace fuori di sé,
la si perderà. L’abbondanza è una carota che penzola davanti al
muso di un cavallo.
Viviamo una volta sola e c’è solo un tempo. Il tempo diviso in
Giappone. Isola di Shikoku
tempo di studio, tempo di lavoro e tempo di gioco, che è usato da
noi stessi e da altri, e che diventa un sacrificio, non è più tempo
vero. È tempo umano fabbricato e non possiamo recuperare il
tempo perduto.
Proprio come ha detto Gesù, l’uomo deve vivere come gli
uccelli o i fiori del campo, ma da quando è venuta l’idea di far
crescere le piante attraverso la coltivazione, l’uomo è fuggito da
una vita del non fare niente. Ha scavato ferro e carbone e ha pompato
petrolio dal sottosuolo, sviluppando le industrie primarie.
Trasformando questi materiali ha creato le industrie secondarie
e poi ha inventato l’industria terziaria dei servizi. Adesso fiorisce
l’industria della memoria artificiale e noi ci siamo tuffati in una
nuova era dell’informazione, nella quale dei robot pensanti compongono
pezzi musicali, suonano il pianoforte e cantano. Ma alla
fine, cosa ha realizzato l’uomo con queste cose?
A chi hanno dedicato il tempo gli ingegneri che hanno passato
tutta la vita costruendo robot?
Potremmo dire che anche il tempo che i bambini passano imparando
musica fabbricata da macchine maestri di piano, è tempo
rubato dai robot.
La gente perde tutto il tempo della vita che gli è stato dato in
attività, facendo varie cose. A prima vista queste attività sembrano
riempire la massima parte dell’esistenza della gente, ma dobbiamo
riconoscere che in realtà il tempo della gente viene assorbito
e scompare in mezzo a loro.
Questo serve da esempio per tutto il resto. La felicità non ci
raggiunge più presto, e la gioia non ce la danno le automobili.
Le auto sembrano mezzi per accelerare il tempo e accorciare le
distanze ma, al contrario, creano esseri umani legati al tempo e
che soffrono di impazienza e irrequietezza. Ne consegue che più
la gente inventa cose che vanno presto, più tempo perde.
Se l’uomo vola nello spazio non sarà capace di giocare in un
mondo infinito. Non farà altro che trasformare lo spazio in una
piccola brutta stella.
Nessuna delle azioni umane è utile per dominare o guadagnare
il tempo. Piuttosto sono incatenate al tempo umano il che rende
impossibile per l’uomo muoversi. Se cerca di guadagnar tempo
non farà che perderlo.
Non c’è altro modo che dedicarsi a non fare niente e a vivere
in un tempo e in uno spazio infinito.
Sezione 5. Vivere senza Possedere Niente
La gente del XXI secolo deve mettere completamente da parte
la tendenza attuale di considerare la materia come se fosse tutto e
adottare l’idea di non avere possessi materiali, né scorte infinite.
Il senso di non possedere niente nasce dal fatto che non c’è
niente di valore in questo mondo.
Sono passati circa 10.000 anni da quando è cominciata la vita
culturale dell’uomo. I concetti che si sono affermati in tutto questo
tempo si sono basati sul fermo convincimento che il valore
risiede nelle cose materiali e che la razza umana può progredire
fabbricando cose.
Francamente, tutte le cose escogitate con la conoscenza umana
e fatte usando la natura con l’aggiunta delle azioni umane, sono
false montature. Fondamentalmente, sono cose completamente
inutili e senza alcun valore. Perché questo? Le cose non naturali
sono sempre imperfette, danno sempre all’uomo una falsa felicità
e non fanno altro che portarlo lontano dalla sua strada.
In altre parole, se vediamo che le cose hanno valore solo dopo
che sono state create le condizioni che le hanno rese necessarie, il
valore di queste cose svanirà da sé.
In agricoltura, per esempio, quando il terreno coltivabile muore,
diventano necessarie le macchine sarchiatrici. Quando il suolo
è impoverito diventano utili i fertilizzanti e quando crescono
piante deboli e malate, acquistano valore i diserbanti e i pesticidi.
Nessuno dei materiali usati in agricoltura è assolutamente necessario.
Acquistano valore solo quando la natura va in rovina. Il
fatto che, quando la natura è al suo meglio, diventano completamente
inutili, è dimostrato dal metodo dell’agricoltura naturale.
La parola «cose» comprende non solo gli oggetti materiali ma
anche le azioni e la scienza umana. Fondamentalmente la scienza
e le tecniche agrarie acquistarono importanza solo dopo che l’uomo
scelse di seguire metodi di coltivazioni innaturali.
Quando ritornerà alla natura e a un giusto modo di vivere, tutte
le cose, le scienze e le azioni diventeranno inutili e senza senso.
Giappone. Isola di Shikoku
Questo è vero in ogni caso.
I filosofi greci dicevano che all’uomo bastano i cinque elementi
essenziali: luce, aria, fuoco, acqua e terra e i quali tutti sono a
disposizione nel nostro focolare domestico, che è l’universo. Ma
possiamo anche dire che persino quell’universo è un mondo di
sogni. Possiamo dire che tutte le cose sono inutili e ritornano al
nulla.
Le «cose» di cui parlo qui, nel buddismo, sono chiamate colore.
Le parole del Budda Sakyamuni, quando dichiarò che tutte
le cose, colore (cose materiali) e anche le cose immateriali come
lo spirito, sono vanità e vuoto, ci hanno insegnato che entrambe,
mente e materia, sono essenzialmente una cosa sola e che tutte
sono senza valore. Egli stava affermando che tutta la scienza e il
pensiero umano riguardo all’esistenza sono sbagliati.
Ma, tremila anni dopo, l’uomo è incapace di comprendere
queste parole. Non ha capito il grande amore insegnato da Cristo,
né è riuscito a seguire il consiglio di Socrate: «conosci te stesso».
Anche se l’Islam dice che c’è un solo Dio, i cristiani e i buddisti
non seguono i suoi insegnamenti. A causa dell’attuale alluvione
di punti di vista conflittuali e all’eccesso di informazione, l’uomo
è sempre più confuso e tutto il genere umano ha cominciato a
precipitarsi in massa verso l’orlo della distruzione.
La questione se l’uomo abbia o meno un futuro dipende dalla
capacità o meno di prendere l’audace decisione copernicana di
tornare alla natura e non fare niente.
(La prova sarà se o meno la gente riuscirà a formulare uno
statuto umano per il ventunesimo secolo).
Ora voglio gridare. Chi è che calpesta e trasforma in spazzatura
il Paradiso Terrestre?
Più dello stupido che per ignoranza taglia un albero, l’uomo
saggio che sa meglio, ma acconsente, è il grande peccatore.
Dio è silenzioso
Dio non si vendica
Ma quando la natura muore e Dio muore, anche l’uomo muore.
Adesso Dio è solo.
Dio chiede l’aiuto della gente di buona volontà.
Se sei un contadino puoi seminare nel deserto.
Anche gli abitanti delle città possono seminare ravanelli Daikon
lungo le strade e nei terreni incolti.
Per trasformare la Terra in fertili campi verdi non ci servono né
aratri né zappe.
I bambini e gli uccelli semineranno quadrifogli.
Andiamo in giro a chiedere alla gente di smettere di allevare
mucche e portare al pascolo pecore per soddisfare i propri
desideri.
I poeti devono cantare la canzone della natura e i pittori dipingerla
per mostrare alla gente dove trovare Dio.
Partecipiamo, ciascuno e tutti, al lavoro di Dio.
Rendiamo la Terra un paradiso verde.
Non sarà facile far ritornare la natura
Ma non è impossibile.
Per di più è stato detto che camminare per il sentiero di Dio è più
difficile che per un cammello passare per la cruna di un ago, però
se avviciniamo l’occhio della mente alla cruna dell’ago,
anche quel piccolo buco diventa infinitamente grande.
Il cammello non è forse il nostro ego gonfiato?
Se gli uomini diventano umili, senza scienza, senza desideri,
né possessi, potranno passare per il piccolo buco con facilità.
Chiunque può tenere Dio nella propria mano.
Proprio come Sakyamuni e Cristo.
Teniamo alto un solo fiore…


INNO DEL CONTADINO
Attraverso l’oscura ombra dei cedri, la via serpeggia e gira,
alla fine arriva a un monastero in montagna,
circondato di lumi un gruppetto di persone mi aspetta,
sorridendo.
Ah! Adesso so che la casa del mio cuore è qui.
Dopo aver vagabondato per fiumi e montagne il mio viaggio è
terminato.
Preghiamo insieme.
Il sole del mattino scintilla sulle cime degli alberi
Sotto il mio sguardo si stende la piana di Chikushi
Eternamente il tempo fluisce e fluisce nel mare di Genkai
Ah! Quando la terra è verde la gente è nell’abbondanza e in
pace.
Gli uccelli e gli animali vivono in armonia, le farfalle danzano
nel cielo.
Cantiamo insieme.
Immerso nell’aura del sole che tramonta ascolto il rintocco della
campana.
Lasciando andare la zappa mi dilungo in preghiera.
Il mio lavoro di oggi è finito adesso.
Ah! Oggi, ieri, per millenni immutato questo sentimento di
pace.
Nel giardino i fiori fioriscono, gli uccelli cantano un inno a Dio.
Lodiamo insieme.
La musica per questo inno è stata composta dalla Sorella Ogawa
delle carmelitane di Kitakyushu.

*Dall’ultimo libro La rivoluzione di Dio, della natura e dell’uomo, in preparazione