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L’eccidio di Mumbai e le tesi del professor Panebianco sull’antisemitismo in Occidente

di Carlo Gambescia - 01/12/2008

 


Ieri sul Corriere della Sera http://www.corriere.it/editoriali/08_novembre_30/panebianco_a514e9d4-beb7-11dd-b8e9-00144f02aabc.shtmlil ) , Angelo Panebianco riflettendo sul gravissimo eccidio di Mumbai, si è posto una domanda. Perché "la stessa Europa che ricorda l’Olocausto e si commuove davanti a Schindler’s List non prova particolare sdegno per l’antisemitismo diffuso nel mondo arabo, e musulmano in genere, di cui ‘la caccia all’ebreo’ da parte dei jihadisti (anche a Mumbai) è un diretta conseguenza”?
Secondo il politologo liberale la spiegazione sarebbe nel fatto che “solo se neghiamo l’evidenza, ossia i veri caratteri dell’ideologia jihadista, solo se spieghiamo le sue manifestazioni violente come il frutto esclusivo di circostanze specifiche in luoghi lontani da noi, possiamo sperare di essere lasciati in pace”. Il che è vero: l’Europa, in genere, oggi si batte malvolentieri. Preferisce più ragionare che combattere. Ma perché ?
La risposta è sempre Panebianco a suggerirla in uno dei suoi libri più interessanti (Guerrieri democratici. Le democrazie e la politica di potenza, il Mulino 1997) . A suo avviso, infatti, le democrazie occidentali rispetto ai regimi autoritari, preferirebbero la pace alla guerra, la composizione diplomatica al conflitto militare.
Il che dovrebbe spiegare, riteniamo, perché il popolo europeo nella sua “media”, anche per effetto di ricaduta del lungo periodo di pace post-1945, oggi rifiuti la guerra come forma di soluzione del conflitto politico interstatale. Insomma, perché gli europei attualmente alla spada preferiscano il ragionamento.
Pertanto non comprendiamo la posizione di Panebianco. Delle due l’una: o la ricerca di pace dell'Europa è frutto di una razionale adesione al metodo democratico, come il politologo scrive nei suoi libri… Oppure è esito di motivazioni psico-sociologiche (il voler essere lasciati in pace) e/o ideologiche (l’ antisemitismo latente), come invece spesso osserva nei suoi editoriali…
Perché, semplificando, se si accetta l’idea che le democrazie razionali di regola rifuggono la guerra irrazionale, allora quel che Panebianco, chiama - la sintesi è nostra - l' antisemitismo pacifista europeo, è frutto non di sue osservazioni empiriche ma di pregiudizi ideologici - secondo alcuni - filo-israeliani e filo-americani. Come del resto si intuisce dal suo mettere sullo stesso piano antisemitismo e antisionismo, confondendo una delle peggiori forme di razzismo con la critica severa, ma appunto ragionata, della politica estera dello Stato d’Israele.
In realtà è proprio la distinzione tra antisemitismo (irrazionale) e antisionismo (ragionato) che potrebbe spiegare perché ci si commuova davanti a Schindler’s List, e ci si indigni, per contro, dinanzi al durissimo trattamento israeliano dei palestinesi. Ma c’è dell’altro: la stessa ragionevolezza democratica, introiettata dagli europei, potrebbe chiarire perché ci si interroghi ragionevolmente, sul senso da conferire al tragico eccidio di Mumbai. Dove insieme ad alcune decine di cittadini anglo-americani e israeliani sono stati uccisi centinaia di indiani, probabilmente anche di fede islamica. Un elemento fattuale, la cui serena valutazione potrebbe impedire la scelta di risposte irrazionali e affrettate. Secondo notizie dell’ultima ora, provenienti dalla polizia indiana, il terrorista superstite avrebbe dichiarato di essere stato inviato “anche con la specifica missione di colpire cittadini israeliani per ‘vendicare le atrocità commesse contro i palestinesi’ “. ( http://www.repubblica.it/2008/11/sezioni/esteri/india-attentato-2/si-dimette-ministro/si-dimette-ministro.html ). Ecco su quell’ ”anche”, tra l’altro uscito dalla bocca di un disperato ora nelle mani della polizia, si dovrebbe riflettere. Proprio per non escludere altre piste, come ad esempio quella legata ai pessimi rapporti tra India e Pakistan. Evitando così di limitarsi alla sola pista jihadista, prediletta dal politologo del Corriere della Sera .
Concludendo, sembra contraddittorio, come sostiene Panebianco, celebrare la democrazia come esercizio della ragione e al tempo stesso bollare come antisemita, pavido e irragionevole chiunque osi, in Europa, interrogarsi criticamente, e dunque democraticamente, sulle cause del gravissimo eccidio di Mumbai.