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La sinistra satellitare...

di Enrico Paoli - 02/12/2008

E adesso chi glielo dice a Rupert Murdoch, il magnate della Tv nonché proprietario di Sky, che la sinistra vuol monopolizzare il satellite per attaccare il governo? Sì perché Walter Veltroni, leader del Pd nonché proprietario di una televisione, ha pensato bene di sostenere che l’aumento dell’Iva dal 10 al 20% è una misura che «colpisce un’impresa e i cittadini». Non solo. Per l’ex sindaco di Roma «siamo da capo a dodici. Il governo prende una misura che è un aumento delle tasse sulle famiglie, perché non parliamo di famiglie ricche ma dei tifosi delle squadre di calcio. Nei Paesi occidentali si fa così, in Italia invece», prosegue Veltroni, «Berlusconi pensa che Sky debba chiudere, che l’opposizione debba dire di sì, che chi la pensa diversamente da lui non vada bene».  Paolo Gentiloni poi , braccio destro del leader del Pd, rincara la dose sostenendo di vedere «in giro troppi furbi mascherati da Robin Hood». Il riferimento al presidente Consiglio, Silvio Berlusconi, è tutt’altro che velato. Per la sinistra, insomma, la manovra decisa dal governo è l’ennesima occasione per tornare a parlare di «par condicio» e «conflitto d’interessi», vecchi cavalli di battaglia finiti da tempo nel dimenticatoio, ma sempre buoni per riattizzare il fuoco dell’antiberlusconismo. Eppure il tema al centro del dibattito di questi giorni è tutt’altro che politico. Proviamo a spiegarci.  A scatenare la polemica è stata la scelta fatta dal governo d’inserire tra le misure unti-crisi il raddoppio dell’Iva, dal 10 al 20% sul canone degli abbonamenti alle pay tv. Berlusconi, dopo il primo attacco del canale satellitare, ha ricordato a tutti che «anche Mediaset è danneggiata» e Sky «aveva un privilegio». «Così sono a rischio gli investimenti», ha detto l’amministratore delegato di Sky Italia, Toni Mockridge, «questa è concorrenza sleale». Va detto che il numero uno del gruppo televisivo non ha mai attaccato direttamente il presidente del Consiglio, limitandosi invece a criticare le scelte del governo. Cosa che invece ha fatto la sinistra, mettendosi sulla scia della polemica, come se avesse titolo per dire ciò che va sostenendo, mentre i fatti dicono l’esatto contrario. E cioè, come ha detto il premier, che «è stata la sinistra a introdurre l’aliquota agevolata». A fare chiarezza su questo dettaglio è lo stesso amministratore delegato di Sky Italia, ricordando come l’aliquota del 10% sugli abbonamenti pay-tv è stata introdotta «nel 1995, dal Governo di Lamberto Dini».  
Per la maggioranza si tratta di una polemica «artefatta», «costruita a tavolino», spiegando che la norma annulla semplicemente un privilegio legato allo start up delle pay tv. «Non stiamo mica togliendo il latte ai bambini. Anzi proponiamo per Sky la stessa Iva che si paga per il latte in polvere», sostiene il capogruppo dei senatori del PdL Maurizio Gasparri. Per il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, le posizioni della sinistra inducono al «sorriso», visto che «si schiera con il magnate australiano Murdoch», mentre il governo con il decreto anti-crisi ha cercato di aiutare i ceti meno abbienti. Anche il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, difende l’iniziativa del governo. «Io credo che in questo momento di difficoltà in cui tutti devono fare sacrifici, questa norma sia giusta».