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Global warming: guida per i perplessi

di Riccardo Mostardini - 04/12/2008

 
 
 
 
Oggi fa abbastanza freddo, nella penisola di Wagga-wagga (Australia). E allora, come la mettiamo con il global warming? È evidente che è solo una bufala. Inoltre, va bene che molte masse glaciali sono in diminuizione, ma il ghiacciaio Taku (Alaska) sta aumentando di massa. E’ quindi lampante che il surriscaldamento globale non esiste. E come la mettiamo con le misurazioni del tasso globale di CO2, che avvengono nell’osservatorio di Mauna Loa (Hawaii)? Ma lo sapete che il Mauna Loa è un vulcano, e che quindi emette gas serra? Non sarà che le emissioni stanno aumentando solo sulla cima del vulcano? Bah, questo global warming non convince per niente.

... no, non siamo impazziti di colpo. Affermazioni come queste sono contenute nel “Gristmill”, blog ambientalista legato al quotidiano inglese “Guardian”. Il sito contiene un interessante dossier che spiega «come affrontare uno scettico» (How to talk to a climate skeptic). Con ironia e competenza, il dossier elenca tutte le obiezioni che possono essere (e che sono state) sollevate da chi ritiene che il surriscaldamento climatico e/o la significatività del ruolo antropico in esso siano questioni risibili.

Naturalmente non è in pericolo la libera multiformità delle opinioni: nel dossier (il cui link è visibile in fondo all’articolo) sono elencate tutte le possibili critiche che possono essere avanzate, da quelle più naif (come quelle – realmente rintracciabili negli archivi della stampa mondiale – che vi abbiamo presentato in apertura) a quelle improntate ad un serio rigore scientifico: ad esempio, il blog riporta le varie perplessità che ancora la comunità climatologica riveste nei confronti del ruolo del vapore acqueo nel Gw, o i noti difetti che i modelli climatici hanno per le previsioni per il futuro, come ad esempio l’eccessiva linearità delle previsioni climatiche rispetto alla caoticità del funzionamento del sistema terra-acqua-atmosfera.

Particolarmente accattivante è l’impaginazione del dossier: le possibili obiezioni sono elencate in un ordine che riprende la loro maggiore o minore attendibilità (e conseguentemente la preparazione – o magari la buona fede - di chi le solleva). Si va da stadi di negazione di livello infimo («Silly», cioè sciocco), a «Naive» (ingenuo), ad obiezioni dal carattere «apparentemente solido ma in sostanza vacuo» («specious»), fino a obiezioni di livello «scientifico» («scientific»).

Altra classificazione che viene attribuita ai vari tipi di obiezione si basa sul tipo di negazione delle questioni legate al surriscaldamento: esistono obiezioni riconducibili al “non sta succedendo niente”, altre che ipotizzano che “non sappiamo i motivi del surriscaldamento”, per arrivare alle obiezioni riconducibili alla “matrice naturale e non antropica del cambio climatico”, al fatto che “il Gw non è poi un male, anzi” e infine all’impossibilità di agire per contrastare il Gw e le sue conseguenze poichè “il Climate-change non può essere fermato in nessun modo”.

Tutte affermazioni che gli autori del blog hanno rintracciato sulla stampa, sulla rete “ufficiale” e sul web 2.0 in questi anni in cui il dibattito sul surriscaldamento climatico è assurto agli onori della cronaca. Il fine, naturalmente, non è la presa in giro delle posizioni avverse, ma la stigmatizzazione di quelle obiezioni che non hanno il minimo rigore scientifico e sono riconducibili in sostanza a tre motivazioni: l’ignoranza sulle questioni climatiche, la volontà ideologica di non sentirsi colpevoli del cambio climatico, la convenienza politica di negare le nostre responsabilità al fine di contrastare la rivoluzione energetica in direzione delle rinnovabili che è strettamente legata all’esigenza di contrastare il Gw e i suoi effetti perversi.

Essendo lo scetticismo la colonna vertebrale della scienza sperimentale, è anche interesse di quella parte dei climatologi che ancora nutrono perplessità sulla significatività del ruolo antropico la scomparsa dal dibattito di quelle obiezioni che invece gettano il ridicolo sulle posizioni dei cosiddetti “climate skeptics”. Sicuramente, pur essendo il surriscaldamento globale questione appurata (ricordiamo che il quarto rapporto Ipcc parla di un surriscaldamento inequivocabile - «unequivocal» - di un range da 0,56° a 0,92° C dal 1906 al 2005), la climatologia deve ancora proseguire in direzione di una migliore quantificazione dell’effettivo forcing antropico in questo surriscaldamento.

Ma lo scetticismo scientifico e il negazionismo ostinato sono due posizioni completamente diverse: il dossier del Gristmill blog può essere d’aiuto al lettore nel separarle. Così, la prossima volta che qualcuno avrà il coraggio di negare il cambio climatico con obiezioni da quattro soldi, almeno avrà modo di fargli capire – prove alla mano - che c’hanno già provato in tanti.
 

Approfondimenti:
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