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Monete complementari dannose?

di Pierluigi Paoletti - 05/12/2008


Circa un anno fa dopo approfondite riflessioni mi sono convinto che le monete complementari o
parallele siano alquanto dannose all'economia di chiunque, semplicemente per il fatto che dette
monete non raggiungono lo scopo di eliminare il potere del banchiere di emettere e prestarci carta
straccia imponendoci un valore che nella realtà non esiste.
Oggi, ci sono in circolazione diverse monete complementari, altro non sono che dei semplici buoni
sconto che vengono spacciati come monete risolutive ai problemi economico-monetari della società,
questi buoni sconto non sono autonomi per l'acquisto di beni e servizi, ma al contrario di quello che
viene detto dai sostenitori di questi buoni, l'immissione nel mercato di codesti simpatici bigliettini di
carta colorata non risolve il problema ma lo aggrava per diversi motivi, uno dei quali ed il piu'
evidente è che l'euro continua ad essere la moneta di riferimento per tutti e continuerà ad essere
imposta come moneta unica, infatti la "moneta complementare buono sconto" senza l'euro non ha
nessun potere d'acquisto.
Nella storia recente abbiamo avuto un eclatante esempio di vera moneta popolare che eliminava la
circolazione dell'euro la sua caratteristica principale era: che non era da considerarsi
"complementare" ma bensì vera moneta, quindi "alternativa", il "SIMEC" ideato, coniato, e messo in
circolazione a Guardiagrele dal Prof. Giacinto Auriti, questa iniziativa fece scatenare il diritto di Stato,
infatti dopo qualche settimana ci fu l'incursione della Guardia di Finanza in tenuta antisommossa a
Guardiagrele, furono sequestrate le banconote SIMEC e rinviati a giudizio il Prof. Auriti ed alcuni suoi
collaboratori che furono in seguito assolti da ogni imputazione, ma nel frattempo la gente perse la
fiducia, per ulteriori dettagli:
www.simec.org
Quindi invito i promotori di monete complementari di non venirci a raccontare favole, le vostre
pseudo monete favoriscono e sostengono la circolazione dell'euro, nessuna banca, anche etica che
sia, mai vi fara' un prestito in moneta di paperopoli, tantomeno lo Stato, quando vi ingiungerà di
pagare il pizzo mafioso chiamato tasse non vi permetterà versamenti all'erario con la moneta del
monopoli o moneta complementare stampata nella cantina del condominio, attenzione gente,
immaginatevi quelli che nel sottoscala stampano i soldi... qualcuno, oltre ai banchieri dell'euro, vuol
prendervi per fessi!
Citt.Sovr. Giovanni Sandi)
http://www.signoraggio.it/index2.htm#monetedannose
Oggi commentiamo una mail che non è arrivata a noi direttamente, ma è apparsa sul forum
di Nexus, la casa editrice che insieme a Il Nuovo Mondo di Marcello Pamio, hanno
recentemente aderito al circuito, tramite ArcipelagoVeneto e ci aiutano nella diffusione dei
buoni della Solidarietà ChE Cammina. Pur partendo dalle stesse premesse l’autore della
mail arriva però a dire che le monete complementari sono “dannose” perché non risolvono il
problema monetario. Poiché non è una posizione isolata è bene chiarire questo punto nel
dettaglio.
La moneta complementare, in questo caso lo SCEC, non può, ne mai è stato detto che
possa
http://www.disinformazione.it/moneta_complementare.htm , per ovvi motivi intuitivi, risolvere
da sola il problema dell’emissione monetaria, operata a fronte di un indebitamento, che è
nelle mani di banche private. Sarebbe presuntuoso da parte nostra affermare il contrario.
utilizzato come riportato nelle condizioni di utilizzo di cui all’indirizzo
http://www.centrofondi.it/copyright.htm
La problematica monetaria però è molto complessa e fortemente radicata, grazie alla
fortissima opera della disinformazione, in una mentalità che giustifica il fatto di doversi
indebitare per avere quel denaro che dovrebbe solo essere un mezzo che agevola gli scambi
e che rappresenta l’insieme dei beni e dei servizi prodotti dalla comunità.
Nell’ipotesi in cui improvvisamente il governatore della banca centrale si svegli pentendosi
di tutto quanto ha fatto fino ad oggi e restituisse la sovranità monetaria allo stato,
avremmo una classe politica, come l’attuale, che si metterebbe a creare moneta esattamente
come fa oggi la banca centrale per fini che poco hanno a che fare con la solidarietà e
l’equità.
Il problema è profondo e culturale e fino a quando avremo una classe politica di questo
livello culturale e morale non sarà possibile arrivare ad una soluzione della problematica
monetaria e poiché la classe politica è l’espressione della cultura dominante nella
popolazione, il problema monetario non si riuscirà a risolvere definitivamente fino a quando
una parte consistente della gente non acquisirà maggiore consapevolezza e senso civico.
Oltre a questo dobbiamo fare i conti con una situazione economica fortemente “disgregata”
http://www.centrofondi.it/report/report_10_03_06.pdf e dipendente dall’economia globalizzata, a tal
punto quasi da non poterne fare più a meno. Basta vedere come per un’azienda agricola sia
impossibile fare una programmazione aziendale a medio termine quando dipende dai prezzi
fissati alla borsa di Chicago e completamente in mano a speculatori che hanno fatto lievitare
ad esempio il prezzo del grano del 300% in due anni e poi lo hanno fatto crollare del 60% in
6 mesi (cfr. il report “Ricostruire l’economia e la comunità
http://www.centrofondi.it/report/Report_Centrofondi_2008_nov_1.pdf).
Oggi purtroppo abbiamo un’economia costruita su misura per essere guidata e assoggettata
ai voleri dei potentati economici sovranazionali, banche centrali e wto per primi.
I problemi su cui dobbiamo lavorare quindi sono di natura culturale e di natura economica.
Trascurare o semplicemente sottovalutare questi due aspetti, porterebbe alle cocenti
delusioni subite da qualsiasi rivoluzione del passato dove la popolazione ha in pratica solo
cambiato padrone essendo le redini finanziarie rimaste saldamente nelle mani delle
medesime persone (cfr. rivoluzione francese, russa, iraniana, anche quella americana che era
partita bene ma poi e finita con bernanke, ecc.)
Culturalmente è necessario che concetti “cristallizzati” in centinaia, ma possiamo dire in
migliaia di anni di manipolazione
http://www.centrofondi.it/report/Report_Centrofondi_2008_nov_2.pdf,
siano rimossi ed è necessario far capire, attraverso la pratica quotidiana, che la moneta
acquista valore solo nel momento in cui la accettiamo per un bene che abbiamo costruito o
di un servizio che abbiamo dato.
L’altro aspetto è quello che ci vede l’uno contro l’altro accanirsi per recuperare la nostra
quota di interessi da dare al sistema. Nessuno, infatti, immagina che essendo tutta la moneta
emessa a fronte di un indebitamento, dello stato e dei privati, non esiste materialmente la
quantità di moneta per restituire gli interessi e questo ovviamente scatena una caccia al
denaro che mai sarà reperibile a sufficienza a meno di un ulteriore e pericoloso,
utilizzato come riportato nelle condizioni di utilizzo di cui all’indirizzo
http://www.centrofondi.it/copyright.htm
indebitamento, oltre ad una vera e proria lotta sociale che fa vedere l’altro come un nemico
che ci priva della quantità di interessi che acquieta il “mostro”.
E’ necessario ricostruire attraverso la solidarietà anche le comunità sociali altrimenti le
emozioni di rabbia, insoddisfazione e paura esprimeranno una classe politica sempre
peggiore ed incapace, come gli ultimi decenni hanno largamente dimostrato, di gestire la
cosa pubblica e gli interessi della comunità.
Economicamente invece è necessario fermare al più presto l’emorragia di ricchezza dalle
comunità locali operata scientificamente dalla Grande Distribuzione Organizzata che
disperde ai quattro angoli del mondo la ricchezza che giornalmente gli portiamo e che
sfrutta i pochi produttori locali che sono presenti imponendogli prezzi molto bassi e
condizioni di pagamento sempre più allungate nel tempo, costringendo il povero produttore
ad indebitarsi col sistema bancario per sopperire finanziariamente. Da tenere presente che la
GDO ha oggi oltre il 90% del mercato e quindi un produttore che vuole vendere la propria
merce deve obbligatoriamente scendere a patti con questo monopolista della vendita. La
situazione della piccola distribuzione è drammatica perché oramai esistono solo catene in
franchising che chiedono oboli sostanziosissimi per offrire un marchio e assistenza, ma
anche lì poco o niente rimane sul territorio.
L’altra fonte di drenaggio della ricchezza è senz’altro la banca che chiedendo sempre
qualcosa in più di quanto immette, attraverso i tassi di interesse, spese ecc. e non
reinvestendo nel territorio, impoverisce costantemente le realtà locali. E’ per questo che il
progetto di ArcipelagoSCEC
http://www.centrofondi.it/articoli/Progetto_Buoni_Locali.pdf si occupa di
progetti aziendali che, lavorando sull’economia locale sottraggano quote di mercato
sostanziose alla GDO attraverso e lavoro alle banche perché riducendo i tempi di
pagamento, si lavora in contanti, si possono ridimensionare sensibilmente le esposizioni
debitorie delle aziende con gli istituti di credito.
In pratica si lavora su due fronti, le famiglie e le imprese portanto il prodotto locale di
qualità ad essere alla portata di tutte le tasche, grazie anche allo strumento dello SCEC e vi
possiamo assicurare che non è cosa affatto semplice
Nella situazione in cui siamo e visto il livello di degrado sia sociale che economico causato
da un sistema monetario-economico-sociale portato fino alle estreme conseguenze e i cui
effetti nefasti non abbiamo ancora visto pienamente all’opera, riacquistare la sovranità
monetaria senza aver lavorato su questi fattori sarebbe solamente una perdita di tempo
perché il “sistema” si riprenderebbero tutto quanto, con gli “interessi” , semplicemente
facendo terra bruciata in una economia totalmente dipendente da poteri sovranazionali che
possono, oggi come oggi, affamare miliardi di persone solamente schioccando le dita (e lo
vogliono fare!).
Militari nei capoluoghi di provincia, messaggi nemmeno tanto velati di possibili default
dello stato, nel 2009 si rinnoveranno ben 314 miliardi di euro di obbligazioni, preludono ad
utilizzato come riportato nelle condizioni di utilizzo di cui all’indirizzo
http://www.centrofondi.it/copyright.htm
una manovra a tenaglia che porterà l’Italia alla mercè degli avvoltoi che non aspettano altro
che finire il lavoro iniziato con il “colpo di stato silenzioso” del 1992
http://www.centrofondi.it/report/report_05_01_06.pdf . Senza contare che le società di
gestione dei servizi come acqua, luce, gas, case popolari, hanno iniziato un’offensiva per il
recupero delle pendenze, anche di pochi euro, con azioni legali e società di recupero credito,
tagliando le forniture a chi non paga...
Che possiamo fare allora? Combattere un sistema che si sta attrezzando e che si aspetta
proprio disordini sociali per affermare con la forza la sua superiorità, oppure lavorare
pacificamente, ma profondamente, creando un modello nuovo che, come diceva l’architetto
americano Buckminster Fuller, renda la realtà obsoleta?
Noi abbiamo scelto di lavorare per questa ipotesi ricostruendo le economie locali, fermando
l’emorragia di ricchezza, creando mercato alle merci locali con i piani aziendali e offrendo
gratuitamente, le nostre professionalità maturate in tanti anni per dare il nostro contributo al
risanamento delle nostre comunità.
Attraverso l’uso di una moneta complementare o di un semplice strumento come lo SCEC
inizia un’opera di ricostruzione di quanto è stato distrutto e disgregato in tanti e tanti anni
di attività scientifica e che a breve si concluderà come tante volte in passato in devastazioni
economiche e sociali, squilibri di ricchezza enormi e tanta, tanta sofferenza. Noi questo non
lo vogliamo e per questo che, nel nostro piccolo, cerchiamo di creare degli anticorpi, creare
le condizioni affinchè la storia non si ripeta ancora una volta e se anche sarà una goccia nel
mare, ma almeno avremo impiegato il nostro tempo a fare qualcosa di utile per tutti.
Pochi anni fa eravamo poche decine, oggi siamo diverse decine di migliaia, chissà che
domani non si riesca ad avere un’agricoltura e un’economia locale risanata che usi uno
strumento per gli scambi gratuito, libero da debito e soprattutto di proprietà di chi lo ha in
tasca?
That’s all folks