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In tempi di crisi non si butta via niente…o si?

di Alessandra Profilio - 05/12/2008

Portafogli vuoti e bidoni pieni. Gli italiani lamentano il fatto di non avere abbastanza soldi ma poi buttano nella spazzatura 560 euro l’anno, il 10% della spesa. Ma come, non siamo in crisi?
Il cibo non si getta via: tutti lo sanno ma tutti lo fanno. E non si buttano via soltanto le briciole ma, addirittura, 560 euro l’anno per famiglia. A svelarlo è la Coldiretti, in collaborazione con Aduc (Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori), in occasione della giornata della Colletta Alimentare.
Il 10% dei soldi spesi dagli italiani per l’acquisto di prodotti alimentari finisce nella spazzatura.
Al primo posto nella classifica dei più spreconi si piazzano i single, sia perché, per via della mancanza di formati adeguati, comprano quantità di cibo maggiori del necessario per una persona sola, sia per il fatto che frequentemente mangiano fuori casa. Ciò rende più facile dimenticare in frigo la confezione di latte aperto, la mozzarella, l’insalata ed altro che finirà nella pattumiera. Oltre agli avanzi della tavola, si gettano via frutta, verdura, pane, pasta, latticini e affettati. Proprio perché di origine organica tali sostanze, che rappresentano un terzo dei rifiuti urbani, potrebbero essere restituite al suolo per migliorare la fertilità dei terreni agricoli e la crescita delle piante, come sottolinea la Coldiretti. Nonostante ciò, la cattiva abitudine di buttare il cibo non sembra destinata sparire. Al contrario, si registra una tendenza all’aumento determinata dagli stili di vita attuali che prevedono pochissimo tempo dedicato alla preparazione dei cibi, alla conservazione ed al recupero degli avanzi a tavola.
Eppure, sin da piccola mi hanno insegnato che buttare il cibo rappresenta una gravissima offesa nei confronti dei milioni di bambini che in altre parti del mondo muoiono di fame. Questo principio vale tuttora, ma oggi anche qualcos’altro dovrebbe impedirci di liberarci del cibo con tanta facilità. A soffrire la fame non sono più “soltanto” gli abitanti dei paesi sottosviluppati ma, teoricamente, molti italiani, tutti quelli che dichiarano di non riuscire ad arrivare alla fine del mese. Sono tantissimi ad affermare, infatti, che gli stipendi non sono sufficienti e già alla terza settimana inevitabilmente si esauriscono.
Il mondo è in crisi, lo dicono tutti. “Crisi” è la parola più usata ed abusata del momento: è ovunque. In televisione non si parla di altro. Sia che si tratti di banche, di viaggi, di alberghi, di regali di Natale… qualsiasi servizio giornalistico fa riferimento a questa terribile situazione economica.
E se la crisi ci tormenta è giusto che sia un tormentone. Malgrado ciò, le contraddizioni non mancano.
I soldi non bastano e chi lo afferma sostiene che il denaro non è più adeguato a soddisfare i bisogni primari, salute ed alimentazione in testa.
Chi non ha visto le immagini di signore avvilite e preoccupate perché non hanno abbastanza denaro per fare la spesa? E chi non si è commosso dinanzi ai pensionati o ai disoccupati che la tv ha ripreso a caccia di offerte nei supermercati? Siamo venuti a sapere di anziani che all’improvviso si sono trovati costretti a mendicare e padri di famiglia senza lavoro che sono arrivati a rubare per dare da mangiare ai propri figli. Oggi veniamo a sapere che, a fronte di tutto ciò, le famiglie continuano a svuotare piatti mezzi pieni nell’immondizia. Ed io, come direbbe Crozza, “non capisco la relazione”.