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Cosa ci costano le Province?

di Tommaso Montesano - 05/12/2008

Quelli che pagano di più sono i lucani: a loro le Province della Basilicata costano oltre 240 curo all`anno. Va appena meglio a toscani (223,85 curo) e friulani (215,23 curo).

Fatto sta che in media, tra entrate tributarie, trasferimenti ed entrate extra-tributarie, ogni italiano sborsa per le Province quasi 160 curo ogni dodici mesi. Una cifra che negli ultimi cinque anni è aumentata del quindici per cento. Ad incidere sono soprattutto una tassa che esiste solo in Italia, ossia l`Imposta provinciale di trascrizione (Ipt), cresciuta del ventidue per cento tra ii 2002 e il 2007, e la quota dell`Rc auto, che nello stesso arco di tempo è lievitata del ventotto per cento. L`automobile, del resto, agli occhi delle Province è una vacca da mungere, come testimoniano le richieste dell`Upi (l`Unione delle Province italiane) per introdurre nella bozza sul federalismo fiscale il riferimento alla cosiddetta "razionalizzazione delle tasse automobilistiche", espressione dietro cui si cela, di solito, l`intenzione di azionare ulteriormente la leva fiscale.

TASCHE SEMPRE PIÙ VUOTE Le Province costano di più al Centro:178,49 curo a ciascun cittadino. Seguono quelle del Nord-Ovest, con 164,34 curo procapite, e del Nord-Est (164,30 euro). Va meglio, nonostante il caso della Basilicata, nel Mezzogiorno, dove i cittadini sborsano 143,21 curo a testa per tenere in vita i carrozzoni provinciali. Sta tutto scritto in uno studio effettuato dalla stessa Upi sui dati Istat relativi ai "Bilanci consuntivi delle amministrazioni provinciali - Anno 2006".

Al Centro, subito dopo la Toscana, le Province costano tanto anche a marchigiani (214,27 curo pro-capite) e umbri (204,23 curo).

Al Nord-Ovest, invece, la parte del leone (si fa per dire) la fanno le Province piemontesi - che gravano per oltre 205 curo sulle tasche degli abitanti - e quelle liguri, che si fermano a poco più di 192 curo. Quanto al Nord-Est, in testa alla classifica delle Province che drenano di più ci sono quelle del Friuli-Venezia Giulia, che con i loro 215,23 euro a testa si pongono al terzo posto della graduatoria generale.

A livello di ripartizione geografica, il valore più basso delle entrate correnti pro-capite si registra nel Mezzogiorno, segnatamente nelle Province di Puglia (115,70 euro), Sicilia (121,90) e Sardegna (133,16).

ASSALTO ALLE TASSE AUTO Negli ultimi cinque anni, spiega l`ultima analisi sulla finanza degli enti locali di Dexia-Crediop, tutte le principali voci che formano le "entrate correnti" delle Province sono aumentate. Le entrate tributarie, tanto per cominciare, hanno subìto un`impennata del trentatrè per cento rispetto al 2002. E qui entra in ballo l`automobile, da cui proviene buona parte del gettito riservato alle Province. C`è l`Ipt, l`imposta sulle formalità di trascrizione come, ad esempio, l`iscrizione e annotazione dei veicoli iscritti al Pubblico registro automobilistico (Pra) e la compartecipazione sull`Rc auto. Nel 2007 la prima ha fruttato 1,3 miliardi di curo, la seconda due miliardi di curo. Vale la pena ricordare che grazie all`Ipt, nel 2002, le Province incassavano poco più di un miliardo di euro, mentre in virtù dell`Rc auto sei anni fa finirono in cassa 1,6 miliardi di euro. Numeri che hanno provocato la reazione dell`Associazione nazionale della filiera dell`industria automobilistica (Anfia), pronta a ricordare come l`Ipt sia una «tassa esistente solo in Italia. Da sola ha registrato una spesa di 1,3 miliardi, registrando un incremento del tre per cento rispetto al valore del 2006 in virtù dei quasi sei milioni di transazioni effettuate lo scorso anno considerando il mercato del nuovo e quello dell`usato».

Non è un caso che la stessa Tipi, in sede di dibattito sul disegno di legge governativo sul federalismo fiscale, abbia a più riprese reclamato l`istituzione di una tassa unica sulle automobili da destinare alle Province.