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Verso la schiavitù degli ogm?

di Marco Cottignoli - 15/12/2008

Fonte: l'universale


Gli OGM sono una beffa eretti su un approccio universalista e livellatore, contrario alle differenze ed alle peculiarità locali

E' molto grave la decisione della Commissione Ue che ha autorizzato qualche giorno fa la vendita in Europa di una nuova soia biotech prodotta dalla Monsanto, non solo perché in questo modo si dimostra che non viene tenuta in nessuna considerazione la volontà dei cittadini europei, in larghissima parte contraria ai prodotti transgenici, non solo perché si evidenzia quanto pesino le multinazionali biotech sulle decisioni dei vertici politici europei ma, soprattutto, perché viene svelato fino a che punto le istituzioni sono in grado di tutelare la nostra agricoltura di qualità e la salute dei consumatori. Non è quantomeno grottesco che le autorizzazioni per i prodotti transgenici vengano concesse solo sulla base delle certificazioni presentate dalle stesse multinazionali produttrici senza ulteriori certificazioni? Secondo un articolo pubblicato di recente su un importante quotidiano inglese, gli esponenti di punta dell'Ue starebbero approntando, in gran segreto, un progetto senza precedenti per diffondere le colture ogm in tutta il Continente, soprattutto per domare l'ostica opinione pubblica europea. La questione degli organismi geneticamente modificati è intricato in quanto intorno a questo argomento si intrecciano studi scientifici, enormi interessi economici, grandi profitti politici ed infami speculazioni commerciali.

Basterebbe considerare l'assurdità della vigente legislazione sui brevetti che permette solamente alle multinazionali di impossessarsi dei genomi vegetali ed animali, frutto di milioni di anni di evoluzione e, quindi, di proprietà dell'intera umanità. Basterebbe ponderare ciò che alcune fonti indipendenti hanno denunciato: che la crisi alimentare dei mesi scorsi non era, in realtà, solamente una semplice speculazione, ma anche una manovra per tentare di imporre la coltivazione massiccia di organismi geneticamente modificati da parte delle lobby le quali, avendo investito nel settore somme altissime, hanno tentato di imporre il proprio prodotto, intimidendo cittadini e governi. Ed ora, solo dopo quattro mesi, c'è talmente tanto grano che il prezzo è crollato, con la conseguenza che nella prossima campagna agraria in ben pochi si metteranno a seminare grano.Il gioco sembra chiaro: i rappresentanti Ue, sotto pressione delle multinazionali, intendono accelerare l'introduzione di colture e prodotti alimentari e piegare la diffidenza dei consumatori. Magari utilizzando campagne pubblicitarie basate sul fatto che la modificazione genetica è necessaria per sfamare il mondo; perché è utile a sconfiggere le malattie; perché gli agricoltori più poveri del mondo ne trarranno beneficio in quanto le colture sono resistenti alla siccità, agli insetti, alle epidemie.Tutte montature.

Numerosi, affermati ricercatori in tutto il mondo, dopo ricerche e studi condotti in laboratorio, hanno affermato che i prodotti ogm non possono sfamare il mondo, hanno rendimenti minori rispetto alle loro controparti tradizionali; inoltre i semi sono costosi, sterili e pure pericolosi per la flora e per la fauna. Addirittura, in vari casi, dopo l'introduzione degli ogm, l'uso dei prodotti chimici in agricoltura non è calato ma anzi qualche volta è anche aumentato! E'chiaro che le continue ingerenze statunitensi, maggiori produttori di ogm, non dovrebbero venire tollerati ma, purtroppo, l'Europa, in questo caso come in altri, si dimostra, un territorio a sovranità limitata. In questa ottica dobbiamo giudicare la decisione presa recentemente da parte della Conferenza Stato-Regioni dei protocolli di sperimentazione sulle specie gm che ha espresso parere favorevole sullo schema per l'adozione dei protocolli tecnici per la gestione del rischio per l'agrobiodiversità, i sistemi agrari e la filiera agroalimentare, ai fini dell'emissione deliberata nell'ambiente di specie gm a scopi sperimentali. Evidentemente la tentazione di creare un nuovo, ricco mercato commerciale ha pesato su questa decisione che tiene in poca considerazione i gravi rischi conseguenti all'emissione deliberata di specie gm nell'ambiente, né vengono spiegati i geni che saranno inseriti nelle nuove colture né i fini della sperimentazione.

Una decisione estremamente rischiosa anche per quelle comunità sul cui territorio avverrà la sperimentazione, perché sarebbe quasi impossibile impedire eventuali problemi.