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A dir bene di Carlo Magno si andrà in galera...

di Mauro Mellini - 18/12/2008

Fonte: giustiziagiusta

 
 


L’Unione Europea, proprio come se non avesse altro da fare con i venti che tirano, ha deliberato che negare che siano avvenuti i genocidi sarà reato, punito con il carcere da uno a tre anni. Reato la negazione, oppure la “grossolana banalizzazione”. Che deve essere una brutta cosa, quasi quanto è brutta (e cretina) l’espressione che dovrebbe definirla.
Batti e ribatti il delitto di “falso storiografico in genocidio” è diventato norma europea. Ma negare i genocidi non sempre sarà reato. Ci saranno genocidi e genocidi. Non sarà reato affermare che i milioni di contadini russi andati all’altro mondo ai tempi di Stalin, sono morti tutti per aver bevuto troppa vodka e che non furono sterminati dal regime comunista. Il genocidio che è reato negare sia avvenuto è solo quello per ragioni di razza, di religione o per “crimini di guerra”. Quelli per “crimini di pace”, per la violenza dei regimi totalitari, si potranno, invece, negare. Potranno anche essere grossolanamente banalizzati.
I Soloni europei non ci dicono quanto in là negli anni e nei secoli si spinga il “divieto di negazione”, se, insomma, si rischia la galera solo negando lo sterminio degli Ebrei da parte dei Nazisti e degli Armeni da parte dei Turchi (quest’ultimo genocidio, invece, fa sì che si corra il rischio di andare in galera se, in Turchia si afferma che sia avvenuto) oppure se si commette reato anche a negare i genocidi di molti secoli fa. In mancanza di un termine di inizio del divieto si deve ritenere che negare che Carlo Magno fece sterminare un’intera popolazione germanica perché, convertitasi al Cristianesimo, era poi tornata ai culti pagani, sia d’ora in avanti, “reato europeo” (cosa imbarazzante per certi europeisti che in Carlo Magno vedono una specie di precursore dell’Unione Europea).
In occasione del Giubileo del 2000 la Santa Sede fece uscire un grosso volume sull’Inquisizione. Accanto ad espressioni di apprezzabile pentimento per quelle orrende pagine di storia della Chiesa, il volume contiene quella che può benissimo definirsi una “grossolana banalizzazione” dell’Inquisizione. Gli arrostiti non sarebbero stati troppi, e molti di essi quella fine se la sarebbero andata proprio a cercare con altre malefatte. Il carattere decisamente razzista della persecuzione dei Moriscos e dei Marranos di Spagna è “banalizzato”, cioè in parte negato, minimizzato, ed in parte è addotto come attenuante del carattere religioso della persecuzione e dei roghi. Che il Vaticano si guardi bene dal fare una seconda edizione di quel volume e lo tolga dalle biblioteche.
L’Unione Europea si allinea così con quegli Stati che o per cecità giacobina o per evidenti sensi di colpa, avevano reagito con leggi cretine al cretinismo dei “negazionisti” dell’Olocausto degli Ebrei d’Europa, quelli che, a forza di discettazioni sulle analisi delle piastrelle delle pareti delle camere a gas dei lager, pretendono di negare lo sterminio e di dimostrare che, evidentemente, milioni di Ebrei sono andati a nascondersi chissà dove oppure sono morti di indigestione.
Ma la deliberazione dell’Unione Europea, volendo dare una parvenza di generalità e di astrattezza, elementi basilari di ogni legislazione penale moderna, alla repressione penale del cretinismo negazionista dell’Olocausto, ha finito per rendere ancor più grottesco il suo intervento penalstoriografico. L’esempio di Carlo Magno non è mica uno scherzo.
P.S. Sembrerebbe che alla riunione dei Ministri della Giustizia europei non abbia partecipato Alfano. Quanto ai Sottosegretari non saprei.
Se così è Alfano, avrebbe una buona occasione per dimostrare, che se in Italia la giustizia non funziona non è certo perché manchi il senso del diritto e della necessità della serietà delle leggi, prendendo le distanze da questo inutile gesto di stupidità conformista che vuole punire col carcere la stupidità anticonformista.
Ma, forse, è pretendere troppo.