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Rod Blagojevich e le vitù democratiche d'oltre oceano

di Michele Paris - 19/12/2008

 
 
 

Dopo il polverone suscitato dall’arresto del governatore dell’Illinois Rod Blagojevich, lo scorso 9 dicembre, il Congresso dello stato, come previsto, sta procedendo in questi giorni con la procedura di “impeachment” per rimuovere dal suo incarico un politico estremamente discusso e da anni al centro di svariate indagini giudiziarie. Come è noto, il 52enne ex deputato democratico è accusato di aver cercato di mettere all’asta il seggio al Senato degli Stati Uniti lasciato libero dal presidente eletto Barack Obama per ottenere un qualche beneficio di natura economica o, in alternativa, un incarico di prestigio per sé o per la propria signora. Nonostante il Partito Democratico controlli sia la Camera che il Senato dell’Illinois, nella capitale Springfield la proposta di istituire un’apposita commissione incaricata di raccogliere prove e testimonianze circa l’eventuale abuso di potere del governatore è stata approvata praticamente all’unanimità.

Rieletto alla guida dell’Illinois per un secondo mandato nel 2006, Blagojevich d’altra parte non ha mai goduto di ampie simpatie nemmeno all’interno del proprio partito, anche se ha saputo navigare con una certa abilità le tumultuose acque della politica di uno Stato spesso costretto a fare i conti con episodi di corruzione e procedimenti giudiziari. Nel 2002 fu infatti l’incriminazione e l’arresto dell’allora governatore repubblicano uscente George Ryan a spianargli la strada verso la carica più prestigiosa dello Stato.

In molti all’interno del parlamento statale in questi giorni hanno cercato di fare appello al governatore per convincerlo a lasciare ed evitare così l’avvio di un processo di “impeachment” che si annuncia tutt’altro che breve. Al coro delle voci che chiedono le dimissioni di Blagojevich, si sono aggiunte anche quelle dello stesso Obama e del vice-governatore Pat Quinn, il quale si dice non abbia contati diretti con il suo superiore da più di un anno. Ben consapevole della possibilità di scambiare le proprie dimissioni per ottenere qualche beneficio in un eventuale procedimento penale, Blagojevich per il momento continua a svolgere le sue normali funzioni in quasi totale isolamento - come peraltro è solito fare - da un ufficio di Chicago.

I primi guai con la giustizia per il figlio di un operaio immigrato dalla Serbia alla fine degli anni Quaranta, sono iniziati nel 2005, quando la chiusura di una discarica di proprietà del cugino della moglie per aver accettato rifiuti non autorizzati, causò dapprima la rottura con il suocero Richard Mell - influente membro del consiglio comunale di Chicago grazie al quale “Blago” aveva potuto beneficiare di una folgorante ascesa nel firmamento politico dell’Illinois - e successivamente l’apertura di un’indagine nei suoi confronti per abuso di potere. In seguito, il governatore è venuto a trovarsi al centro di numerosi altri procedimenti con accuse di aver ottenuto ingenti finanziamenti da parte di donatori che avrebbero poi ricavato favori dal governo statale o nomine a posizioni di rilievo nella pubblica amministrazione.

Le precedenti accuse sollevate nei confronti di Blagojevich, assieme alla più recente nella quale sarebbe coinvolto in un sistema fraudolento volto ad incassare contributi per la propria campagna elettorale, oppure ad assicurare ad un membro della propria famiglia un lucroso incarico dirigenziale o, ancora, una nomina nel gabinetto Obama grazie alla facoltà di scegliere il prossimo occupante del seggio al Senato lasciato vacante da quest’ultimo, finiranno così per fornire materiale di lavoro alla commissione incaricata di valutare il suo “impeachment”.

Il governatore inoltre avrebbe sollecitato donazioni alla sua causa entro la fine dell’anno, così da sfuggire ad una nuova legge - fortemente sollecitata dal neopresidente - che entrerà in vigore dal primo gennaio prossimo e che vieterà ogni genere di contributo politico da parte di aziende che hanno in corso contratti di appalto con la pubblica amministrazione. Le questioni più delicate sul tavolo dei 21 membri del Congresso statale incaricati dell’indagine - 12 democratici e 9 repubblicani - comprenderanno tra l’altro anche il finanziamento di circa un milione di dollari garantito dal governatore ad un istituto scolastico privato di Chicago e l’esborso di milioni di dollari per l’acquisto di vaccini influenzali obsoleti e per l’allargamento della copertura sanitaria nello Stato senza l’approvazione del Parlamento.

Già ampiamente documentati sono poi i legami di Blagojevich con Tony Rezko, il discusso uomo d’affari di Chicago finito sotto processo qualche mese fa per frode e finanziatore delle campagne elettorali sia del governatore dell’Illinois che dello stesso Barack Obama, con il quale avrebbe concluso alcuni audaci affari immobiliari in passato. Il presidente eletto era peraltro già stato sollevato da qualsiasi imputazione nella questione Rezko, come allo stesso modo il procuratore degli Stati Uniti per il distretto settentrionale dell’Illinois Patrick Fitzgerald, ha escluso ogni suo coinvolgimento nel procedimento avviato contro Blagojevich, nonostante l’ammissione dello stesso staff presidenziale di avvenuti incontri tra il governatore e il capo di gabinetto di Obama – l’ex deputato per l’Illinois Rahm Emanuel – per discutere della nomina del nuovo senatore.

Proprio il procuratore Fitzgerald e i membri del suo ufficio hanno espresso perplessità in maniera più o meno esplicita circa il procedimento di “impeachment”, invocato da lungo tempo da molti membri dell’Assemblea statale e ora finalmente a portata di mano. Il rischio sarebbe precisamente quello di interferire nelle indagini della procura, la quale ha infatti già reso noto di essere contraria all’apparizione di testimoni coinvolti nell’inchiesta davanti alla commissione parlamentare in anticipo rispetto alla loro apparizione davanti alla corte federale. Con questi presupposti, e tenuto conto dei tempi molti lunghi del procedimento di “impeachment” - peraltro mai sollevato nei confronti di una carica così elevata nell’Illinois - ma anche del fatto che l’FBI ha già declinato di prenderne parte, è evidente che la commissione bipartisan molto difficilmente potrà svolgere un ruolo di primo piano nell’incriminazione del governatore.

Anche se la grande maggioranza dei media americani si sono affrettati a condannare Blagojevich all’indomani del suo arresto, le prospettive dell’accusa nei confronti del governatore sono però tutt’altro che promettenti. Al momento non risulta sufficientemente chiaro infatti se vi siano prove circa una sua effettiva condotta al di fuori dei confini della legge o se tutto l’impianto accusatorio si basi meramente su conversazioni telefoniche intercettate dagli inquirenti. Il rampante procuratore Fitzgerald appare tuttavia convinto della fondatezza delle proprie accuse le quali delineerebbero - a suo dire - un disegno criminoso tale da far “rivoltare nella tomba” il ben più illustre concittadino dell’Illinois, Abramo Lincoln.

Già salito alla ribalta nazionale in seguito all’incriminazione dei boss della famiglia Gambino a New York e dei responsabili dell’attentato al World Trade Center del 1993, Patrick Fitzgerald è molto popolare nello Stato, dove venne trasferito nel settembre del 2001. Più volte protagonista di procedimenti sollevati nei confronti di esponenti di spicco del mondo politico dell’Illinois, nell’ottobre del 2005 incriminò e ottenne la condanna addirittura di Scooter Libby, l’allora braccio destro di George W. Bush, nonché “Chief of staff” del vicepresidente Dick Cheney, con l’accusa di aver ostacolato la giustizia, spergiuro e falsa testimonianza in un caso riguardante la rivelazione dell’identità di un’agente della C.I.A.

Politico ambizioso e spregiudicato, sapientemente in grado di destreggiarsi nella cosiddetta pratica del “pay to play” per costruire una rete clientelare, che lo ha portato a raggiungere dapprima il Congresso degli Stati Uniti e successivamente la massima carica politica nel suo Stato, Rod Blagojevich ha visto crollare progressivamente il suo indice di gradimento tra gli elettori parallelamente all’espansione delle sue aspirazioni; sembra addirittura che fino a poco prima dell’arresto conservasse ancora ambizioni per la Casa Bianca in vista delle elezioni del 2012 o del 2016. Presenza costante ormai da anni nei file degli investigatori federali, l’ex astro nascente del firmamento democratico vedrà quasi certamente troncare in anticipo la sua carriera politica, anche se è difficile ipotizzare se finirà per condividere la sorte del suo predecessore alla carica di governatore, tuttora ospite dell’Istituto di Correzione di Terre Haute, nell’Indiana.

La questione più spinosa che rimane aperta è piuttosto quella legata alla nomina del successore di Obama al Senato degli Stati Uniti, un diritto che spetta proprio al governatore, secondo quanto stabilito dalla legge dell’Illinois e di alcuni altri stati americani. Senza una condanna emessa nei suoi confronti, Blagojevich detiene tuttora il potere di procedere con la scelta del nuovo senatore, ma è improbabile che se ne servirà allo stato attuale delle cose. In caso di dimissioni o di una sua rimozione da parte del parlamento statale, la nomina spetterebbe allora al suo sostituto Pat Quinn. L’epilogo più ragionevole sembrerebbe tuttavia quello di delegare la scelta agli elettori dell’Illinois, indicendo al più presto una nuova votazione.

Tale soluzione, appoggiata dallo stesso Blagojevich, appare però poco gradita ai democratici che compongono la maggioranza del Congresso statale, spaventati dalla possibilità che a spuntarla potrebbe essere alla fine un candidato repubblicano. Il Parlamento dell’Illinois infatti, organo che avrebbe dovuto deliberare una speciale elezione per il seggio del Senato, ha deciso qualche giorno fa di sospendere ogni sua attività fino alla metà di gennaio, lasciando invece aperti i lavori della commissione impegnata nell’improbabile procedura di “impeachment”.