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La politica della buzzicozza

di Massimo Gramellini - 19/12/2008

 
 
Nel vedere in tv per la centoventiquattresima volta il trailer di «Natale a Rio», ho finalmente capito che era un editoriale. Il più azzeccato editoriale politico degli ultimi anni. Trattandosi di pensiero alto, si svolge nel luogo a tal fine deputato: il bagno. Da una parte c’è Christian De Sica, simpaticamente amorale e gran commentatore di donne altrui: l’italiano di maggioranza che non ha avuto quasi mai una rappresentanza adeguata (tutti quei democristiani tristi e quei liberali severi), ma ora ce l’ha. Dall’altra Massimo Ghini, ex consigliere veltroniano passato da attore impegnato a sostituto di Boldi nei cinepanettoni, dove gli riservano la parte dell’intellettuale serio e un po’ palloso.

«Quella è ‘na buzzicozza, buzzicona e cozza», spiega il simpatico, sdraiato nella vasca. «Hai fatto una crasi», puntualizza il colto, in piedi dentro l’accappatoio d’ordinanza. Il simpatico appare perplesso: «Forse m’è scappata, ma non credo. E poi di solito fanno le bolle». Rideranno tutti, molti senza neanche sapere cosa sia una crasi. Il che renderà ancora più detestabile l’omarino in accappatoio, con la sua inutile cultura, la sua scarsa energia vitale, la sua prosopopea nel sentirsi superiore quando dice all’altro «Tu rilutti», così che il simpatico possa rispondere «No che non rilutto, so’ una persona educata». La morale? Ogni volta che l’italiano di minoranza si mette a recitare il copione di quello di maggioranza, finisce per fare le stesse cose e cosacce dell’altro, però in modo più patetico. E soprattutto gli tocca sempre il ruolo della spalla.