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Il cenone all’additivo

di redazionale - 19/12/2008

 
 
 
 
Secondo una ricerca dell’Aduc, gli additivi negli alimenti sono aumentati del 4% negli ultimi 10 anni: coloranti, conservanti, antimicrobici e antiossidanti, esaltatori di sapore, agenti di rivestimento, aromi naturali e artificiali, stabilizzanti, gelificanti, lievitanti, emulsionanti, acidificanti.

Questo esercito di sostanze sono presenti soprattutto in quegli alimenti con un alto processo di industrializzazione. Il consumatore li vede scritti sotto la voce ingredienti nelle etichette dei prodotti, senza però capire esattamente cosa siano e cosa facciano.

Intanto si può dire che sommati tra loro diventano responsabili dell’aumento del 5% delle allergie alimentari, rischio che fisiologicamente aumenterà nel prossimo periodo di abbuffate natalizie.

Comunque, un uso eccessivo degli additivi può causare danni alla salute, poiché il potenziale effetto dannoso è in rapporto alla dose e al peso del consumatore e i primi a soffrirne sono i bambini, per l´uso di prodotti contenenti additivi e per il minor peso corporeo.

Ad esempio i nitrati e nitriti di sodio e potassio, contenuti nelle carni preparate (salumi, prosciutti, ecc), interferiscono con la presenza di vitamina A e B1 e possono modificare il funzionamento della tiroide; in particolare i nitriti possono trasformarsi in nitrosammine, composti cancerogeni. I solfiti, contenuti nei crostacei, nel vino, nella frutta secca e candita, funghi secchi, ecc., possono dar luogo a reazioni allergiche come le asme bronchiali e l´orticaria. I fosfati, contenuti in budini, gelati, latte concentrato, prosciutto cotto, possono determinare una insufficiente calcificazione delle ossa. E via di questo passo.

La soluzione è ovvia e sempre la stessa: evitare prodotti con complicate lavorazioni industriali, preferire alimenti freschi, di stagione, e con un’etichetta in cui la lista di ingredienti non sia kilometrica.

Fonte :
Greenreport