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La Cina e la crisi finanziaria

di Andrew Hughes - 29/12/2008

 


Con le ondate di distruzione causate dal crollo finanziario globale è arrivato un significativo momento di riflessione obbligatoria. Se tale disastro ha investito il pianeta, quali lezioni si possono trarre per smantellare il meccanismo che lo ha causato in primo luogo?

I rimedi proposti dai governi in tutto il mondo non stanno funzionando come conferma ogni reale indicatore economico. L’eterna influenza corruttrice dei soldi nelle politiche e disegni del governo non ha fatto altro che garantire che qualunque metodo verrà usato per salvare l’economia dalla bocca della balena sarà come gocce di pioggia su un fiume. L’unico schiacciante fattore che non sembra venir preso in considerazione nell’equazione è che per tirarsi fuori dal pasticcio finanziario si ha bisogno di risorse finanziarie. Non quelle prese in prestito ma quelle risparmiate. Qui è l’asso nella manica della Cina.

Gli Stati Uniti hanno un deficit finanziario reale di 53 trilioni di dollari che non potranno mai ripagare.

L’Inghilterra è sulla buona strada nel distruggere la sua moneta e far crescere il suo debito e così è la Francia.

La Cina, invece, è nella particolare condizione di avere 1.9 trilioni di dollari in riserve di moneta estera. Questo la mette in una posizione esclusiva rispetto al resto del mondo. Mentre quest’ultimo era impegnato nel consumare tutto quello che la Cina produceva, i Cinesi stavano accumulando un enorme cuscino di contante reale che adesso possono usare per deviare la concentrazione da un’economia che verte sull’esportazione a una che comincia a focalizzarsi sulla domanda interna. I principi economici per una ripresa in Cina sono più evidenti che nel resto del mondo perché non c’è mai stato lo stesso consumo esagerato spinto dal credito che era la forza trainante per il PIL in tanti altri paesi. Persino su base individuale i risparmi familiari
sono saliti a 382.7 miliardi di yuan rispetto al mese precedente (ottobre 2008).

Il
piano di stimolo di 585 miliardi di dollari della “Central Economic Work Conference” si rivolge a molte aree che sono essenziali nell’incrementare la domanda e il potere d’acquisto del consumatore interno.

Progetti per le abitazioni in città per famiglie a basso reddito, sussidi per le famiglie di campagna a basso reddito, fondi per l’assistenza sanitaria e l’educazione. La Cina sta anche sostenendo le industrie dell’acciaio, automobilistiche e delle telecomunicazioni abbassando le tasse e incoraggiando l’innovazione con sussidi per la ricerca e lo sviluppo. L’importazione di ferro grezzo sta
aumentando e l’acciaio prodotto viene conservato per un utilizzo futuro. L’ultimo punto è importante perché presenta la Cina con un vantaggio nei costi di fabbricazione di base visto che la caduta dei prezzi nel trasporto e nella merce ha mostrato che essa ha costituito le sue riserve a prezzi da reparto delle occasioni.

Questo è investimento reale con denaro reale disponibile. La Cina ha risparmiato per i tempi di magra e, adesso che sono arrivati, può approfittare delle sue risorse. Ci vorrà del tempo per la Cina per risollevare la sua enorme economia ma almeno non si devono preoccupare di ripagare un debito impossibile da pagare al resto del mondo. Mentre tutti gli altri paesi stanno cercando disperatamente di formulare un piano di salvataggio alimentato da un incremento nel debito pubblico, la Cina non si deve preoccupare, e questo sarà il suo vantaggio principale.

L’investimento nel potere d’acquisto e nelle prospettive di occupazione della popolazione migliorando le infrastrutture del paese e offrendo agevolazioni fiscali e sussidi ripagherà molto di più che il buttare soldi in istituzioni finanziarie. Questo i Cinesi già lo sapevano e sapevano anche che è inutile nel risollevare una cattiva situazione. Il Poliziotto del mondo sarà pure occidentale, ma il maestro del mondo risiede ancora, come è stato per millenni, in Oriente.

Titolo originale: "China and The Financial Crisis"

Fonte: http://www.globalresearch.ca


Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ANGELA CORRIAS