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Disinformazione, segreti e bugie: come si è svolta l'offensiva di Gaza

di Haaretz (a cura di) - 29/12/2008

 

 

 


Lunga preparazione, accurata raccolta di informazioni, discussioni segrete, studiato depistaggio dell'opinione pubblica: tutti questi elementi stanno dietro l'operazione “Piombo fuso” lanciata sabato mattina dalle Forze di Difesa israeliane contro obiettivi di Hamas nella Striscia di Gaza.

Lo sforzo di disinformazione, secondo gli ufficiali della difesa, ha colto di sorpresa Hamas e ha contribuito ad aumentare in misura significativa il numero delle sue perdite nell'attacco.

Secondo fonti degli ambienti della difesa il Ministro della Difesa Ehud Barak ha ordinato alle Forze israeliane di prepararsi all'operazione più di sei mesi fa, nonostante la negoziazione di un accordo con Hamas per il cessate il fuoco. Secondo queste fonti, Barak disse che se la tregua avrebbe consentito ad Hamas di prepararsi a uno scontro con Israele, anche l'esercito israeliano aveva bisogno di tempo per prepararsi. Barak ordinò un vasto lavoro di raccolta di informazioni per cercare di mappare l'infrastruttura della sicurezza di Hamas e di altre organizzazioni militanti che operano nella Striscia.

Questo lavorio di intelligence procurò informazioni sulle basi permanenti, i depositi di armi, i campi d'addestramento, le case degli ufficiali e le coordinate di altre strutture dell'organizzazione.

Il piano d'azione messo in atto nell'Operazione “Piombo Fuso” è rimasto sulla carta fino a un mese fa, quando si sono riacutizzate le tensioni dopo che l'Esercito israeliano ha compiuto un'incursione a Gaza durante la tregua per eliminare un tunnel che secondo l'esercito doveva servire a facilitare un attacco di militanti palestinesi contro le truppe dell'IDF.

Il 19 novembre, a seguito di decine di razzi Qassam e colpi di mortaio esplosi sul suolo israeliano, il piano è stato sottoposto all'approvazione finale di Barak. Giovedì 18 dicembre il Primo Ministro Ehud Olmert e il Ministro della Difesa si sono incontrati nel quartier generale dell'IDF nel centro di Tal Aviv per approvare l'operazione.

Tuttavia hanno deciso di tenere l'operazione in sospeso per vedere se Hamas avrebbe cessato il fuoco dopo lo scadere della tregua. Dunque non hanno ancora sottoposto il piano all'approvazione del Gabinetto, ma hanno informato il Ministro degli Esteri Tzipi Livni degli sviluppi.

Quella sera, in una dichiarazione alla stampa, l'Ufficio del Primo Ministro ha detto che “se i lanci da Gaza continueranno, lo scontro con Hamas sarà inevitabile”. Nel fine settimana, vari ministri del gabinetto di Olmert hanno inveito contro di lui e contro per la mancata risposta ai lanci di Qassam da parte di Hamas.

“Questo schiamazzo avrebbe reso impossibili Entebbe o la Guerra dei Sei Giorni”, ha detto Barak rispondendo alle accuse. Il gabinetto è stato poi convocato per mercoledì, ma l'Ufficio del Primo Ministro ha depistato i media dicendo che il dibattito si sarebbe concentrato sul jihad globale. I ministri hanno saputo solo quella mattina che si sarebbe invece discusso dell'operazione a Gaza.

Riassumendo alla stampa gli argomenti del dibattito, l'Ufficio del Primo Ministro ha dedicato una sola riga alla situazione di Gaza rispetto all'intera pagina riguardante la messa al bando di 35 organizzazioni islamiche.

Nella riunione di gabinetto invece si è svolto un dibattito di cinque ore sull'operazione durante la quale i ministri sono stati aggiornati molto dettagliatamente sui possibili piani d'azione. “È stata un'esposizione molto particolareggiata”, ha detto un ministro.

Il ministro ha poi aggiunto: “Hanno capito tutti in che genere di periodo stiamo entrando e a quali scenari tutto questo potrebbe condurre. Nessuno può dire di non sapere cos'ha votato”. Secondo il ministro la discussione avrebbe dimostrato che le lezioni della Commissione Winograd sulla conduzione della Seconda Guerra del Libano del 2006 sono state “perfettamente assimilate”.

Alla fine del dibattito i ministri hanno votato all'unanimità a favore dell'attacco, lasciando al Primo Ministro al Ministro della Difesa e al Ministro degli Esteri la scelta dei tempi.

Mentre Barak lavorava agli ultimi dettagli con i responsabili dell'operazione, Livni è andata al Cairo a informare il presidente egiziano, Hosni Mubarak, che Israele aveva deciso di colpire Hamas.

Parallelamente Israele ha continuato a disseminare disinformazione, annunciando che avrebbe aperto i valichi della Striscia di Gaza e che Olmert avrebbe deciso se lanciare o meno l'attacco dopo altri tre dibattiti nella giornata di domenica, vale a dire un giorno dopo l'ordine effettivo che ha dato inizio all'operazione.

“Hamas ha evacuato tutto il personale del suo quartier generale dopo la riunione di gabinetto di mercoledì”, ha detto un responsabile della difesa, “ma l'organizzazione ha rimandato tutti al loro posto quando ha saputo che era tutto sospeso fino a domenica”.

La decisione finale è stata presa venerdì sera, quando Barak ha incontrato il Capo di Stato Maggiore, il Generale Gabi Ashkenazi, il capo del Servizio di Sicurezza Shin Bet Yuval Diskin e il capo dell'Intelligence Militare Amos Yadlin. Ore dopo Barak ha visto Olmert e Livni per un ultimo incontro nel quale i tre hanno impartito gli ordini all'aviazione.

Tra venerdì sera e sabato mattina sono stati informati dell'attacco imminente i capi dell'opposizione e figure politiche di rilievo, tra cui il presidente del Likud Benjamin Netanyahu, Avigdor Liebermen di Yisrael Beiteinu, Haim Oron del Meretz, il Presidente Shimon Peres e la presidente della Knesset Dalia Itzik.


Originale da:
Disinformation, secrecy and lies: How the Gaza offensive came about 

Articolo originale pubblicato il 27/12/2008

L’autore

Manuela Vittorelli è membro di Tlaxcala, la rete di traduttori per la diversità linguística. Questo articolo è liberamente riproducibile, a condizione di rispettarne l'integrità e di menzionarne autori, traduttori, revisori e la fonte.

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