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Hamas si prepara a combattere "come Hezbollah"

di Francesca Paci - 29/12/2008

Le difese segrete della Striscia S e i carri armati israeliani dovessero entrare a Gaza troverebbero un altro Libano, abbiamo imparato a difenderci da Hezbollah».

La voce di Nabil arriva disturbata da un appartamento di Tal As-Sultan, un quartiere di Rafah, a sud della Striscia di Gaza. A pochi chilometri di distanza l`aviazione israeliana ha appena bombardato 40 dei circa 600 tunnel scavati sotto il confine egiziano. Le sirene continuano a suonare, la gente scruta il cielo terso e complice dell`offensiva più sanguinosa degli ultimi quarant`anni.

Nabil ha 19 anni, studia inglese all`università al Ahzar, adora i film d`azione come «Batman» e «Sfida senza regole» ma anche «Wanted» con Angelina Jolie. Suo padre lo vorrebbe insegnante, un giorno. Lui, per ora, preferisce la carriera «studentesca» tra le fila dei Comitati di Resistenza Popolare, formazione paramilitare fondata a Gaza nel 2000 da attivisti della Jihad Islamica e delle Brigate Martiri al Aqsa: «Ho fatto training in Siria alcuni mesi fa, cinque settimane in un campo d`addestramen- to. Gli insegnanti erano libanesi di Hezbollah e iraniani.

Ero già andato in una base a sud di Teheran con altri venti compagni, tutti di Gaza. Sempre lo stesso itinerario, passiamo in Egitto e poi, at- traverso il deserto, arriviamo all`aeroporto di Khartoum».

Hamas segue le orme di Hezbollah, avverte da tempo l`intelligente israeliana. Bastava vedere la parata oceanica organizzata due settimane fa per il ventunesimo anniversario del partito islamico radicale al potere a Gaza per capire la potenza simbolica della piazza tinta di verde, il co- lore delle moschee.

Secondo gli esperti, Hamas sarebbe in una fase di «transizione dal terrorismo alla guerriglia» e potrebbe contare su 15 mila uomini, oltre mille razzi, alcuni dei quali con una gittata di 40 chilometeri, una rete di bunker pensata per arrestare l`eventuale avanzata della fanteria israeliana nel caso i tank ammassati al confine decidessero d`entrare in azione.

«Ci sono almeno 85 chilometri di tunnel sotto Gaza, sono stati scavati sul modello di quelli del Libano meridionale grazie ai quali Hezbollah ha ridotto il numero delle perdite nella guerra del 2006», spiega Ely Karmon, docente dell`International Institute for CounterTerrorism di Herzliya, l`Olimpo dell`antiterrorismo. Sarebbe proprio la rete segreta di gallerie uno dei principali obiettivi del raid di queste ore, costato già quasi 300 morti e oltre un migliaio di feriti, alcuni gravissimi:

«L`aviazione israeliana mira le uscite dei tunnel, punto di forza della nuova strategia di Hamas. Hezbollah è un modello militare almeno dal 1993, quando rientrarono in Israele i 400 membri di Hamas espulsi da Israele in Libano e portarono con sé gli insegnamenti dei guerriglieri del partito di Dio».

Una tattica che finora ha più o meno funzionato, sostiene l`analista Hillel Halkin: «Hamas crede che l`esperienza libanese del 2006, quando persero la vita 130 soldati israeliani, dissuaderà la Knesset dal lanciare un`invasione di Gaza su larga scala a meno di mettere in conto una risposta analoga». Eppure, la rapidità e la pesantezza dell`operazione Piombo Fuso sembra aver lasciato i miliziani spiazzati.

Amir F. vive con la famiglia a Zaitoun, il quartiere di Gaza City dove uno dei raid di ieri ha ucciso un bambino. Il padre, Mohammed, è un militante di Fatali. «Non lo riconosco più, non riconosciamo più i nostri genitori, Fatah e il presidente palestinese Abu Mazen ci hanno venduto agli israeliani», dice Amir sottolineando con ironia la parola «presidente», una carica «buona» fino al 9 gennaio prossimo, data di scadenza del mandato quadriennale e della fiducia accordata da Hamas ad Abu Mazen. Amir, vent`anni appena compiuti, preferisce la Jihad Islamica:

«Gli unici `che hanno sconfitto gli israeliani sono gli uomini di Hezbollah, siamo pronti a combattere come loro». E pazienza per i soldi e l`influenza dell`Iran, paese sciita e non arabo lontano anni luce dall`albero genealogico palestinese: «Cosa hanno fatto per noi i fratelli arabi? Grandi dichiarazioni d`amicizia, come l`Egitto che poi lascia fare il lavoro sporco agli israeliani». Alle sue spalle si sente una tv accesa, Al Jazeera, «l`unica che racconta la verità».

Le immagini delle manifestazioni di solidarietà della popolazione egiziana, giordana, irachena, scesa in piazza per inneggiare agli shahid, i «martiri» palestinesi, stridono con la reazione dura ma protocollare dei governi del Cairo, Amman, Baghdad.