Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Ondata di gelo: la Francia nucleare salvata dalla Germania no nuke

Ondata di gelo: la Francia nucleare salvata dalla Germania no nuke

di C.B. - 07/01/2009

L´ondata di gelo che ha colpito la Francia ha svelato tutta la propaganda che si fa intorno all´opzione nucleare francese che garantirebbe energia sempre ed a buon prezzo.

E' stata infatti la Germania, impegnata in un percorso per uscire dal nucleare, che si basa su sole, vento ed altre energie rinnovabili (e gas russo), che ha approvvigionato gli infreddoliti francesi di elettricità. Réseau "Sortir du nucléaire" ha detto: «La spiegazione è semplice: per la loro politica nucleare, Edf e lo Stato francese hanno proceduto all´installazione di milioni di riscaldamenti elettrici. Ora, ogni volta che la temperatura cala, il consumo dovuto ai  convettori elettrici è tale che, malgrado 58 reattori, il parco nucleare francese viene largamente superato: sono allora le centrali termiche (gas, petrolio, carbone), francesi e straniere, principalmente tedesche, che vengono messe in servizio per riscaldare la "France électrique". Il fatto è che le centrali nucleari non sono del tutto adattate alle variazioni di potenza, forniscono una potenza costante quale che sia la domanda  di elettricità». Intanto Edf continua a promuovere il riscaldamento elettrico e poi  chiede più centrali nucleari e termiche a carbone e gas. Una spiegazione che rende meno contraddittorio quanto si legge nel  "Rapport d´information n° 357" del 2007 del Senato francese: «la Francia, per assicurare la sua sicurezza di  approvvigionamento, deve consolidare la sua media di punta. In  effetti, il parco produttivo dispone di una sovra-capacità di base che  autorizza l´esportazione di elettricità, ma sembra insufficiente per  assicurare la punta».

 

Gli stessi Réseau de transport de l´electricité (Rte) e Agence de l´environnement et de la maîtrise de l’energie (Ademe), sottolineano  che il riscaldamento elettrico produce forti emissioni di CO2 che, anche se hanno luogo in Germania, devono essere attribuite alla Francia ed anche al poco flessibile nucleare francese». Gli antinuclearisti di oltralpe fanno notare: «Questi dati dequalificano di fatto la risposta di "buon senso" che ci viene sempre

 

data, vale a dire aumentare il numero di reattori nucleari: questo non risponde per nulla al problema del consumo di punta. In ogni modo, sarebbe tecnicamente pericoloso e finanziariamente suicida per Edf  utilizzare reattori nucleari solamente per coprire le punte di  consumo, lasciandoli fermi per il resto del tempo. Ecco la Francia  molto handicappata, di fronte a forti cali di temperatura, con 58  reattori incapaci di alimentare milioni di riscaldamenti elettrici».

 

Da 5 anni la Germania è diventata esportatrice netta di energia verso la Francia, e non il contrario come vorrebbero far credere anche in Italia i cantori del rinascimento nucleare. E questo mentre la Grosse Koalition democristiana-socialdemocratica ha confermato e l´uscita dal nucleare.

 

La questione è complicata perché resta intatto il problema del riscaldamento climatico, ma il generale inverno dimostra nella patria dell´atomo civile che la soluzione nucleare non è solo rischiosa, ma anche inefficace e può aggravare le situazioni di dipendenza con una produzione "rigida".

 

Così, mentre Sarkozy invita al risparmio energetico, questa rigidità  che ha prodotto milioni di riscaldamenti elettrici al servizio dell´industria nucleare di Stato, rischia di diventare un grattacapo insolubile per la Francia che esporta nucleare civile e militare e che  dovrebbe forse pensare ancora di più a riconvertire il proprio sistema energetico uranio-dipendente verso il risparmio energetico e le energie rinnovabili.

 

 

 

Fonte: Peacelink