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Mundus imaginalis

di Marco Francesco De Marco - 10/01/2009

    

L’attuale società occidentale è ben rappresentata dalla definizione di mundus imaginalis. Un proscenio multicolore ospita delle recite farsesche. Con il tempo e la ritmica sono riusciti a spacciare questa rappresentazione per qualcosa di reale e vivo. L’inganno ipnotico genera un vortice di opinioni e di fronti. Gli anti ed i pro del nulla si confrontano aspramente. Ma il nulla rimane tale, fungendo da gabbia per chi sente vibrare il proprio sangue per la innaturale esistenza alla quale ogni uomo d’occidente è costretto. All’interno della gabbia tutto i gusti ed i colori sono possibili e questa varietà viene chiamata democrazia. Richiamandosi a questa forma di governo delle antiche polis greche, che niente ha a che spartire con la odierna rappresentazione teatrale, nell’ipnotica, menàdica e martellante riproposizione del concetto di democrazia uguale libertà, costringono la maggior parte della popolazione “pensante” a ricercare la compatibilità delle proprie idee con questa finzione ingannatoria e dèmonica chiamata appunto democrazia.
Alain de Benoist scrive in un suo articolo riportato su questo blog che “La democrazia non mira alla verità. E’ solo il regime che pone la legittimità politica nel potere sovrano del popolo. Fondata sul popolo, la democrazia è anche il regime che fa partecipare ogni cittadino alla vita pubblica, perché tutti possano occuparsi degli affari comuni. Di più: essa non proclama solo la sovranità del popolo, ma vuol mettere il popolo al potere, permettergli d’esercitarlo. La democrazia greca fu subito democrazia di cittadini, cioè democrazia comunitaria, non società d’individui, cioè di singoli”. Questa idea astratta, giacobina e moderna di democrazia non è mai stata realizzata in nessuno Stato ed in nessuna epoca, e l’analisi sulla democrazia greca appare troppo frettolosa e, dispiace dirlo, superficiale. Ad Atene i “cittadini” erano i proprietari di terre, ovvero l’aristocrazia guerriera. Inoltre “i cittadini” dovevano essere figli di due genitori ateniesi. A me sembra che questa democrazia sia stata più vicina alla “Nobiltà di sangue e suolo” di cui scrisse Walter Darrè, piuttosto che a quella penosa forma di “governo” alla quale assistiamo oggi. Un sistema così regolato, dai moderni sarebbe definito aristocratico e non certo democratico. Altre forme di partecipazione nella storia furono più vicine a quelle che oggi chiamiamo “democrazia diretta” ad esempio i “sedili” medievali. Oggi, dietro il palcoscenico delle finzioni, esistono uomini sapienti e potenti, che controllano delle elite finanziarie e politiche, che a loro volta agiscono all’unisono con elite esperte nel controllo psichico delle masse. Il mondo di idee e sogni di ogni uomo occidentale è colonizzato, presidiato e veicolato verso i mondi illusori che garantiscono l’invincibilità (momentanea) del loro sistema di dominio. I più “controllati” sono coloro che dichiarano con certezza: “non esiste nessun sistema di controllo, anzi sono in crisi anche loro, il capitalismo sta finendo, il loro mondo sta crollando”. Niente di più falso. Il loro mondo crollerà quando la gabbia delle rappresentazioni finte ed ingannevoli verrà svelata, quando l’ipnosi sarà interrotta, e nuovi uomini e nuove menti libere potranno sognare un mondo diverso da quello cancerogeno e  radioattivo che costoro ci hanno imposto. Il parlamento, il presidente della repubblica, la costituzione, le elezioni, la democrazia, i diritti civili, sono appunto alcuni colori ed angoli della gabbia, che non influenzano la realtà, ma la dissimulano. La libertà è fuori. Non dobbiamo chiedere coerenza e rispetto per le simulazioni, all’interno della gabbia è finto sia il rispetto per le regole che la loro elusione.
La nostra vera vita incomincia quando ignoriamo il mundus imaginalis, o comunque lo percepiamo per quello che è. Alla nuova umanità, i ribelli di oggi e domani, dobbiamo fornire strumenti di analisi della realtà, di libertà interiore ed esistenziale; proporre percorsi “forti”, che portano a vette di conoscenza e libertà profonda sconosciuti a questo mondo di ombre e luci riflesse. Loro dovranno scatenare e poi guidare in battaglia l’esercito dei ribelli. Non potremmo, dopo un lungo cammino, tornare a parlare di Scalfaro e Di Pietro, Berlusconi e Piripacchio. Integralisti? Forse. Certamente integri.