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Il "casus belli" e la propaganda

di Lorenzo Borrè - 12/01/2009

Mi è capitato di leggere, tra le varie mail che ho ricevuto a proposito della guerra scatenata dal governo israeliano contro gli abitanti della Striscia di Gaza, che Hamas negli ultimi mesi avrebbe lanciato circa diecimila razzi contro Israele.
Orbene, il dato di diecimila razzi lanciati contro territori israeliani nel periodo di tregua -19 giugno/19 dicembre 2008- credo non sia sostenuto neanche dall'ufficio stampa di Tshal: si tratterebbe di circa 60 razzi al giorno e la circostanza non sarebbe stata certamente sottaciuta dagli zelanti organi di stampa pro Israele, cioè da quella rumorosa maggioranza mediatica pronta a coscrivere obbligatoriamente nel girone infernale degli antisemiti chiunque non si associ alla condanna contro Hamas.
Ed è grazie a questi cannoneggiamenti mediatici che è passato in secondo piano un fatto diffcilmente confutabile e cioè che se la tregua tra Hamas e Israele è stata violata nel semestre scorso, assai più numerose e gravi sono state le violazioni del governo israeliano, che non ha mai tolto l'assedio/embargo da Gaza, impedendo anche l'arrivo di farmaci e di aiuti sanitari e provocando così la morte di diverse centinaia di persone che si potevano salvare se solo avessero ricevuto cure adeguate.
L'embargo ha poi provocato un aumento delle malattie infantili per denutrizione. I contadini palestinesi, sempre nel periodo in questione, sono stati vittime di autentici pogrom ad opera di coloni ebrei, coloni che hanno sempre più mano libera, circostanza riconosciuta a fine settembre dallo stesso Olmert e che  quindi si può ritenere pressocchè certa.
Israele durante la tregua ha continuato a fare incursioni nella Striscia di Gaza, sequestrando centinaia di militanti di Hamas; non contenta, ha effettuato due bombardamenti aerei contro militanti palestinesi. Nel contempo è proseguito lo stillicidio di omicidi contro la popolazione civile, il sequestro di pescherecci, l'abbattimento di ulivi, l'occupazione dei campi di contadini, la distruzione delle case, l'inquinamento delle falde idriche.
Oggi Israele punisce i palstinesi di Gaza per non essersi piegati davanti all'embargo, nè davanti alle violenze, nè di fronte alla negazione del loro diritto ad una vita dignitosa.
L'ottanta per cento delle vittime (pari a 800 persone) dell'operazione "Piombo fuso" sono civili, la metà dei 3120 feriti sono bambini.
  L'unica democrazia del Medio Oriente durerà fatica a convincere il mondo della necessità del bombardamento delle scuole, della mattanza di intere famiglie ammassate in edifici su cui è stato poi aperto il fuoco, dei lanci di missili contro carretti trainati da asini e condotto da tre bambine. Qualcuno dirà che gli israeliani preavvertono prima di bombardare, ma avete letto il testo dell'avvertimento: dice  -semplicemente-di allontanarsi dai depositi di esplosivi e dai terroristi, come se questi fossero individuabili. E poi allontanarsi dove, se stanno in un recinto?
Non vedo alcuna giustizia, alcun principio democratico in tutto questo. Spero che ciò non mi faccia identificare, da occhi malevoli, come antisemita....