Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Lettera ad un c(i)eco

Lettera ad un c(i)eco

di Stefano Montanari - 12/01/2009

    
  
 

Egregio prof. Klaus,

Io non sapevo chi lei fosse fino a che non ho appreso che lei sarà chi va a presiedere l’Unione Europea per i prossimi sei mesi.

Le confesso di aver provato non poco imbarazzo quando, lette alcune sue esternazioni, mi è stato assicurato che lei è uomo di cultura e ha cinque nipoti.

Nel caso in cui non se ne ricordasse, le riporto in traduzione italiana (so che lei parla la nostra lingua) ciò che ebbe modo di dire: "Da uno che è vissuto sotto il comunismo per la maggior parte della vita, mi sento in obbligo di dire che io vedo la più grande minaccia alla libertà, alla democrazia, all'economia di mercato e alla prosperità non nel comunismo ma nell'ambientalismo ambizioso.” Poi: " Questa ideologia vuole sostituire l'evoluzione libera e spontanea dell'umanità con una specie di pianificazione centrale. Invece di parlare dell'ambiente, facciamo attenzione al nostro comportamento personale perché bisogna essere fiduciosi nell'evoluzione spontanea della società umana, senza spaventarci con previsioni catastrofiche".

Difficile dissentire sulla tragedia vissuta dalla sua Cecoslovacchia sotto il tallone di Mosca,

e di ciò posso dare testimonianza personale, ma che c’entra questo con l’ambiente? Forse lei sta vivendo una sorta di ubriacatura di quanto, nella sua probabile inesperienza, essendo piombato in questa realtà a maturazione ormai ampiamente avvenuta, equivoca per democrazia ed è convinto, a mio parere bizzarramente, che democrazia sia sinonimo di licenza. Licenza di fare ciò che ci pare a dispetto addirittura delle leggi della Natura. Sarà, forse, una sorta d’ingenua deformazione professionale il fatto che lei, un economista, sia convinto che i quattrini siano davvero ciò che fa girare il mondo. Vada in un cimitero e controlli i conti bancari di chi riposa in pace. E poi visiti un ospedale e chieda a chi sta schiattando di cancro che valore dia a quello che, sempre di più, sta dimostrando il suo essere carta straccia. Fermo restando, naturalmente, il fatto che un ambiente rispettato significa un’economia perpetuabile ed essendo del tutto falso il contrario. Provi a piantare qualcosa nelle selve brasiliane a pochi anni di distanza dalla deforestazione e vedrà.

“Ambientalismo ambizioso” dice lei. Potrebbe spiegare che cosa significa quell’aggettivo? Sarebbe un po’ come dire che io pretendo “ambiziosamente” di star bene di salute, e che, in fondo, se mi salta tra capo e collo un cancro o se mi nasce un nipote malformato non avevo alcun diritto di essere così ambizioso da cercare di prevenire i problemini perché, prevenendoli, avrei colpevolmente contrastato l’”economia di mercato” o l’”evoluzione spontanea della società.”

“Previsioni catastrofiche” continua lei con tono beffardo. Di che cosa sta parlando? Temo che lei confonda la scienza con l’autorità delle previsioni di qualche decifratore televisivo di tarocchi e che non si renda nemmeno conto di ciò che chiunque, indipendentemente dalla sua preparazione culturale, si ritrova sciorinato davanti agli occhi, sempre che quegli occhi non intenda tenerli chiusi.

M’inquieta non poco un ormai lunghissimo periodo dedicato personalmente allo studio dei problemi ambientali e, anzi, più precisamente ad una fetta di questi, perché ormai l’ambiente viene massacrato da ogni lato grazie a mascalzoni e anche, magari più insidiosamente, da persone come lei, forse in buona fede ma prive delle conoscenze adeguate. Se i timonieri di questa navicella condividono le sue idee, da passeggero informato temo che non ci sia di che stare tranquilli.

Forse lei non ha mai pensato che non esiste assolutamente nulla di più universalmente importante dell’ambiente, perché da quello nessuno sfugge. Io ho paragonato mille volte il nostro pianeta alla vaschetta dei pesci rossi da cui non c’è pesce che possa fare le valigie, e da lì, dal pianeta-vaschetta, le valigie non le farò io né lei né i suoi cinque nipoti.  Democrazia, libertà: concetti analoghi e fondamentali per vivere in modo che dia dignità all’uomo. Ambiente sufficientemente sano: un concetto per vivere e basta.

Concludendo, caro prof. Vàclav Klaus, economista, probabilmente lei non si rende conto dell’enormità cui ha dato voce e dell’alibi che ha fornito a personaggi che non sono solo degli assassini ma, paradossalmente, anche dei suicidi. I sovietici? Nulla rispetto a lei.

Nella speranza che ci sia chi la illumini o, in mancanza di questo, nella speranza di sfuggirle, la saluto distintamente,