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Sprechi di energia: nel deserto l’impianto sciistico più grande del mondo

di Virginia Greco - 14/01/2009

 

Negli Emirati Arabi, a Dubai, sorge un parco turistico che porta gli sport invernali in mezzo al deserto: 400 metri di pista coperta con neve sempre fresca e compatta. Un’escursione termica fra interno ed esterno di oltre 40°C. A pagarne il prezzo è ancora una volta il pianeta. La struttura, infatti, è un inceneritore di energia.



 


Il nuovo fiore all’occhiello degli Emirati Arabi si chiama Ski Dubai: una struttura turistica estesa per 22500 metri quadrati coperti di neve vera, tutto l’anno, nel mezzo del deserto. Fuori oltre 40°C, dentro -1°C.

 

Si tratta del nuovo “parco giochi” costruito nel grandioso Mall of the Emirates, centro commerciale terzo nel mondo per dimensioni, aperto a Dubai alla fine del 2005. Pensata per i turisti, ma anche per i ricchi residenti, l’enorme struttura metallica appare all’esterno come la fusoliera di un aereo gigantesco, incastrato nell’edificio e infuocato dal sole. All’interno si apre allo sguardo del visitatore un perfetto paesaggio invernale: una distesa di neve solcata da sciatori più o meno esperti, incorniciata da abeti e sorvolata da seggiovie a quattro posti. Il tutto sotto un cielo fatto di pannelli azzurri che riesce a conferire un’atmosfera realistica. “L’impianto è vasto, c’è tanto spazio, e il soffitto è fatto in un modo tale che quasi non sembra di stare al chiuso” dichiarano alcuni avventori.

Si può scegliere tra 5 piste di diversa difficoltà, tra cui una contrassegnata come “nera”, lunga 400 metri. Sci o snowboard per tutti: i principianti trovano sul luogo preparati istruttori di varie nazionalità. Oltre alle piste, è presente anche uno snow park, parco giochi per adulti e bambini, dotato per giunta di una grotta di ghiaccio.

 


Un gioiello di architettura e ingegneria, un paese delle meraviglie!

 

Ma non occorre aver conseguito una laurea scientifica per intuire che se fra l’esterno e l’interno c’è un’escursione termica di oltre 40°C in qualche modo lo si dovrà pur produrre quel freddo, e così anche la neve. Chissà come? Evidentemente impiegando energia e consumandone una quantità spropositata. 23 massicci refrigeratori sono accesi 24 ore su 24 e vari cannoni durante la notte riproducono la neve, in modo che sia di nuovo fresca e ottimale il giorno dopo. Le tecniche utilizzate non sono nuove, sono quelle impiegate in tanti impianti sciistici in tutto il mondo: si porta l’acqua a bassa temperatura, con un particolare procedimento si creano dei cristalli e poi si lanciano sulla pista i fiocchi così ottenuti. Ovviamente in questo caso occorre anche raffreddare il suolo e le pareti per mantenere la temperatura ottimale affinché la neve non si sciolga e resti soffice e compatta. Ma ciò che rende realmente drammatica la questione nel caso di Ski Dubai è il salto di temperatura creato: infatti, maggiore è la differenza tra esterno e interno superiore è l’energia necessaria a mantenerla costante.

Si può accettare che una struttura bruci così tante risorse energetiche per produrre niente di utile, bensì solo un quanto mai esotico svago? Ha ancora senso suggerire alla gente di moderarsi con condizionatori d’aria e illuminazioni, quando un solo edificio consuma quanto una città?

“Abbiamo voluto offrire la possibilità di praticare sport e attività invernali a gente che non aveva mai visto la neve nella propria vita”, ha dichiarato Phil Taylor, capo esecutivo di Ski Dubai. Sulla stessa scia, la stampa locale e internazionale ha in genere presentato la nuova struttura turistica come un’invenzione fantastica, una mirabolante macchina dei desideri che ha permesso a “ragazzi arabi, da sempre tagliati fuori dal mercato del turismo invernale, di gettarsi in pista con gli sci ai piedi”.

 


Sembra quasi ci sia da ringraziare la società che ha realizzato Ski Dubai per questa sensibilità verso un popolo che non sa cosa sia davvero la neve e che, per scoprirlo, sarebbe costretto a intraprendere un viaggio in aereo. Visto che nel mondo 850 milioni di persone sono sottoalimentate e ne muoiono 25000 al giorno per fame, o cause ad essa connesse, portare la neve nel deserto non appare una priorità! E soprattutto, il peso ecologico per il pianeta è enorme e del tutto ingiustificato.

 

Ma l’ecologismo non paga. Mentre in questi impianti turistici i soldi scendono a fiumi. Lo dimostra l’entusiasmo dei turisti che con soli 180 dirham a testa, vale a dire 36 euro, si garantiscono due ore di svago sulla neve, mentre con 300 dirham (60euro) addirittura un’intera giornata di divertimento. E il plauso è arrivato anche da alcuni sciatori professionisti che guardano con piacere alla prospettiva di allenarsi al mattino e andare in spiaggia al pomeriggio.

L’idea è piaciuta a turisti e imprenditori, quindi, non tarderà ad essere replicata. Un enorme impianto sciistico esteso per ben 130000 metri quadri è stato previsto per Dubailand, immenso parco dei divertimenti in costruzione ancora una volta a Dubai. Esso occuperà una superficie di 270km quadrati, sarà composto da 45 grandi progetti (parchi tematici, aree di divertimento ispirate alla cultura islamica, alle scienze, allo sport) e 200 minori. Il parco per gli sport invernali (Snowdome) sarà sovrastato da una cupola trasparente alta 75 metri e di 220 metri di diametro, circondata da nove torri residenziali o decorative.

 


Inutile dire che esso comporterà uno spreco di risorse energetiche ancora superiore a quello dovuto all’attività di Ski Dubai. Lo Snowdome, la cui inaugurazione era prevista per la fine del 2008, risulta invece al momento annullato, non certo per ragioni ecologiste. Vedremo se sarà realizzato oppure no, ma di sicuro, se non lì, sarà costruito altrove.

 

L’unico modo per impedire che parchi di tal tipo proliferino è non frequentarli. Ma è una battaglia davvero dura.