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Cheney ed i suoi sostenitori a Londra cercano di aprire altri fronti in Medio Oriente?

di movisol - 16/01/2009

 

Il 10 gennaio 2009 l’economista e leader democratico americano Lyndon LaRouche ha reso nota la seguente valutazione strategica, basata su discussioni con fonti e Washington e nel sud ovest asiatico.

"Sulla base di una serie di rapporti recenti, è nostra valutazione che il vicepresidente Dick Cheney, col sostegno di Londra, prema per allargare lo scontro nel sud ovest asiatico, estendendolo dall’attuale, disastrosa incursione a Gaza, in una guerra su più fronti, che coinvolga Libano, Siria ed Iran. Tale sforzo, che ha raggiunto la soglia critica nelle ultime 48 ore, fa parte dello stesso scontro globale diretto da Londra a cui assistiamo con le recenti azioni ucraine volte a provocare una crisi energetica e di sicurezza in Europa, che potrebbero degenerare in una nuova guerra eurasiatica".

"Abbiamo ricevuto rapporti credibili secondo cui Cheney, in combutta con fazioni britanniche e saudite, starebbe esercitando pressioni sul governo e sulle forze armate israeliane per indurli ad estendere il conflitto agli Hezbollah ed alla Siria. Lo scopo generale è di dare a Cheney l’opportunità, nelle ultime ore dell’attuale amministrazione, di giustificare azioni militari americane contro l’Iran, nonostante la possente opposizione dal Pentagono, dalla CIA e dal Dipartimento di Stato. Tali azioni sono state impedite, fino a questo momento, grazie all’opposizione concertata tra le istituzioni americane, come indicano le frequenti dichiarazioni pubbliche del ministro della Difesa Robert Gates, dell’ammiraglio Mike Mullen, Capo di Stato Maggiore della Difesa, ed altri".

"Questo tentativo di provocare una serie di crisi strategiche impossibili per la nuova amministrazione Obama, proprio nel momento in cui questa spera di concentrare i propri sforzi iniziali sull’attuale disintegrazione finanziaria globale e sul crollo su vasta scala di quello che resta dell’economia americana, stando alle nostre informazioni è al centro degli sforzi del vicepresidente Cheney. Stiamo verificando informazioni secondo cui Cheney sarebbe intervenuto personalmente, l’8 gennaio scorso, per promuovere l’apertura di un secondo fronte di guerra israeliano in Libano. Abbiamo indicazioni credibili che gli stessi ambienti sauditi legati all’affare Al Yamamah siano direttamente coinvolti nel traffico di armi che ha provocato l’estensione della crisi. Specificamente, abbiamo prove che siano state utilizzate armi fornite dai sauditi, nel tentativo di coinvolgere l’Iran, e che pedine saudite vengano utilizzate all’interno del Libano nel tentativo di aprire un secondo fronte. Finora, Israele non è caduta in questa trappola alla 'Sykes-Picot'; tuttavia, sono in corso sforzi diretti da Londra, tramite Cheney ed altre pedine, per piegare tale opposizione prima che venga inaugurato Obama il 20 gennaio".

"La mia valutazione personale è che il pericolo maggiore di tale escalation, e di altre provocazioni, come quella in Ucraina, sia tra ora ed il 16 gennaio. Parlerò di questo alla mia webcast internazionale del 16 gennaio 2009. Tuttavia, sulla base dei rapporti che ho ricevuto nelle ultime ore, sono giunto alla conclusione che questa crisi richieda il mio commento immediato. Concordo con alcune personalità ad alto livello nell’establishment americano di sicurezza nazionale, secondo cui la minaccia di un attacco all’Iran non sarebbe ancora sventata del tutto. Fino a che Bush e Cheney non lasceranno la Casa Bianca, tale minaccia ed altre simili provocazioni strategiche globali restano una probabilità. Date le circostanze attuali, è decisivo comprendere che Cheney è una bomba a mano nelle mani dei britannici".