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La prossima guerra di Israele: oggi la Striscia di Gaza, domani il Libano?

di Mahdi Darius Nazemroaya - 20/01/2009

 


 


In Medio Oriente c'è la diffusa convinzione che la guerra contro Gaza sia un'estensione della guerra del 2006 contro il Libano. Non c'è dubbio che la guerra nella Striscia di Gaza faccia parte dello stesso conflitto.

Inoltre, dalla sconfitta israeliana nel 2006, Tel Aviv e Washington non hanno abbandonato il progetto di trasformare il Libano in uno stato cliente.

Il Primo Ministro Ehud Olmert ha praticamente detto al Presidente francese Nicolas Sarkozy, in visita a Tel Aviv agli inizi di gennaio, che Israele stava attaccando l'Hamas nella Striscia di Gaza e che un domani avrebbe combattuto l'Hezbollah in Libano. [1]

Il Libano è ancora nel mirino. Israele sta cercando una giustificazione o un pretesto per scatenare un'altra guerra contro il Libano.

Washington e Tel Aviv avevano inizialmente sperato di controllare Beirut attraverso le forze politiche dell'Alleanza del 14 Marzo. Quando risultò chiaro che quelle forze non sarebbero riuscite a dominare politicamente il Libano, si lasciò mano libera all'esercito israeliano con l'obiettivo di rovesciare una volta per tutte l'Hezbollah e i suoi alleati. [2] Nel 2006 le aree in cui il sostegno all'Hezbollah e ai suoi alleati politici era più forte furono oggetto degli attacchi israeliani più violenti nel tentativo di ridurre, se non eliminare, l'appoggio della popolazione.

Dopo la guerra del 2006, la seconda sconfitta israeliana in Libano, Washington e Tel Aviv con l'aiuto di Giordania, Emirati Arabi, Egitto e Arabia Saudita cominciarono ad armare i loro protetti all'interno del Libano perché attuassero l'opzione della lotta armata interna contro l'Hezbollah e i suoi alleati. Dopo il breve periodo di lotte interne tra l'Opposizione Nazionale Libanese e l'Alleanza del 14 Marzo e l'Accordo di Doha, firmato in Qatar il 21 maggio 2008 in seguito al fallimento dell'opzione della lotta armata interna contro l'Hezbollah e i suoi alleati, il piano israelo-statunitense per sottomettere il Libano è stato drammaticamente compromesso.

È stato formato un “governo di unità nazionale” in cui l'Opposizione Nazionale Libanese – non solo l'Hezbollah – ha il potere di veto potendo contare su un terzo dei seggi del governo, compreso quello del vice primo ministro.

L'obiettivo in Libano è il “cambiamento di regime” e la repressione di tutte le forme di opposizione politica. Ma come? I pronostici per le elezioni generali del 2009 in Libano non sono favorevoli all'Alleanza del 14 Marzo. In assenza di un'opzione armata o politica in grado di condurre all'instaurazione di una “democrazia” spalleggiata dagli Stati Uniti, Washington e il suo indefettibile alleato Israele hanno scelto l'unica strada rimasta: una soluzione militare, un'altra guerra al Libano. [3]

Incrociare le armi III: Israele simula una guerra su due fronti contro Libano e Siria
Questa guerra è già a uno stadio avanzato di pianificazione. Nel novembre del 2008, un mese prima dell'inizio del massacro nella Striscia di Gaza, l'esercito israeliano ha condotto delle esercitazioni per una guerra su due fronti contro il Libano e la Siria chiamata Shiluv Zro’ot III (Incrociare le Armi III). [4]

L'esercitazione militare comprendeva la simulazione di un'invasione della Siria e del Libano. Diversi mesi prima Tel Aviv aveva inoltre avvisato Beirut che avrebbe dichiarato guerra a tutto il Libano e non solo all'Hezbollah. [5]

La giustificazione di Israele per questi preparativi di guerra era che l'Hezbollah si era fatto più forte e dopo l'Accordo di Doha faceva parte del governo libanese. L'Accordo era stato firmato nel Qatar tra l'Alleanza del 14 Marzo e l'Opposizione Nazionale Libanese. Vale la pena di osservare che l'Hezbollah era membro del governo di coalizione libanese prima della guerra del 2006 di Israele contro il Libano.

Senza dubbio Tel Aviv citerà il sostegno dell'Hezbollah all'Hamas a Gaza per motivare una guerra preventiva contro il Libano all'insegna della lotta contro il terrorismo islamico. In tale contesto, Dell Lee Dailey, capo della sezione ani-terrorismo del Dipartimento di Stato americano, aveva detto in un'intervista ad Al-Hayat che un attacco israeliano contro il Libano era “imminente” e rientrava nell'ambito della lotta contro il terrorismo. [6]

Guerra lampo in preparazione
Tel Aviv ha progettato una guerra lampo su vasta scala contro tutto il Libano che comprende anche un'invasione di terra immediata. [7] Poco prima dell'inizio del massacro nella Striscia di Gaza, le autorità civili e militari israeliane avevano promesso che nessun villaggio libanese sarebbe rimasto immune dalla furia dei bombardamenti aerei israeliani a prescindere dalla religione, la setta e/o l'orientamento politico. [8] 

In sostanza, Tel Aviv ha promesso di distruggere completamente il Libano. Israele ha anche confermato che in una guerra futura contro il Libano prenderà di mira l'intero paese e non il solo Hezbollah, cosa che in pratica era già successa negli attacchi aerei israeliani del 2006. [9]

Il Jerusalem Post cita le parole del Generale di Brigata Michael Ben-Baruch, uno degli addetti alla supervisione delle esercitazioni militari: “Nell'ultima guerra abbiamo sparato per smantellare l'attività dell'Hezbollah” e “La prossima volta spareremo per distruggere”. [10]

Dopo la sconfitta di Israele nel 2006, il governo israeliano ammise che il suo “grande errore” era stato quello che contenersi invece di attaccare il Libano con tutta la forza del suo esercito. Le autorità israeliane hanno dichiarato che nell'eventualità di una futura guerra contro i libanesi saranno prese di mira tutte le infrastrutture civili e statali.

La nuova dottrina della difesa di Beirut: una minaccia per gli interessi e gli obiettivi israeliani per il controllo del Libano
Perché il Libano è nuovamente nel mirino?
La risposta è geopolitica e strategica. È anche legata a questioni di consenso politico e alle elezioni generali del 2009 in Libano. In seguito alla formazione di un governo di unità nazionale a Beirut sotto un nuovo presidente, Michel Suleiman (Sleiman), è stata concepita una nuova dottrina della difesa per il paese. L'obiettivo di questa dottrina è tenere a bada Israele e portare la sicurezza e la stabilità politica nel paese.

Al dialogo per una “Strategia di Difesa Nazionale” tenutosi tra i 14 firmatari libanesi dell'Accordo di Doha, tutte le parti hanno concordato sul fatto che Israele rappresenta una minaccia per il Libano.
Nei mesi precedenti alla campagna militare israeliana contro Gaza, Beirut ha intrapreso importanti passi diplomatici e politici. Il Presidente Michel Suleiman, accompagnato da vari ministri, ha visitato Damasco (la sua prima visita di stato bilaterale, 13-14 agosto 2008) e Teheran (24-25 novembre 2008).

Anche il Generale Jean Qahwaji (Kahwaji), il comandante delle Forze Armate libanesi, è sato a Damasco (29 novembre 2008) per consultazioni con la sua controparte siriana, il Generale Al-Habib. Durante la visita a Damasco il Generale Qahwaji ha anche incontrato il Generale Hassan Tourkmani, il ministro della difesa della Siria e il Presidente siriano. [11] Il suo viaggio seguiva la visita in Siria del ministro degli interni libanese, Ziad Baroud, e rientrava nello stesso ambito. [12] Nel frattempo il ministro della difesa del Libano, Elias Murr, si è recato in visita ufficiale a Mosca (16 dicembre 2008).

Ciò che ha cominciato a emergere da questi colloqui è che sia Mosca che Teheran avrebbero fornito armi alle Forze Armate libanesi, che precedentemente erano equipaggiate con materiale militare di fascia bassa di fabbricazione statunitense. Gli Stati Uniti hanno sempre proibito all'esercito libanese di procurarsi armi pesanti in grado di sfidare la forza militare israeliana.

Si è anche saputo che la Russia avrebbe donato a Beirut 10 caccia MiG-29 in linea con la nuova strategia di difesa del Libano. [13] L'impiego dei MiG-29 russi comporta anche l'installazione di sistemi radar e di rilevamento a distanza. Il Libano è inoltre interessato a carri armati, razzi anticarro, veicoli corazzati ed elicotteri militari russi. [14]

L'Iran ha proposto di fornire all'esercito libanese missili a medio raggio nel quadro di un accordo quinquennale di difesa tra l'Iran e il Libano. [15] Durante la sua visita in Iran, Michel Suleiman ha incontrato i funzionari della difesa iraniani ed è andato a una fiera dell'industria della difesa iraniana.

Se i colloqui con Mosca e Teheran servivano ad armare l'esercito libanese, i colloqui con i siriani erano volti a stabilire e consolidare un quadro comune di difesa e sicurezza diretto contro un'aggressione israeliana. [16]

Integrare l'Hezbollah nelle Forze Armate libanesi
Anche Michel Aoun, leader del Libero Movimento Patriottico e del Blocco parlamentare per la Riforma e il Cambiamento, si è recato in visita a Teheran (12-16 ottobre 2008; prima della visita ufficiale di Michel Suleiman), e in seguito a Damasco (3-7 dicembre 2008). [17] Michel Aoun, che è un figura centrale nel “consenso politico”, ha avallato e ribadito la sua alleanza politica con l'Hezbollah. 

Pur sollecitando il disarmo pacifico dell'Hezbollah nell'ambito della strategia di difesa libanese, Aoun ha accettato il fatto che i combattenti Hezbollah si integreranno nell'esercito libanese. Il processo di disarmo avverrà solo al momento giusto e quando Israele non rappresenterà più una minaccia per il Libano. L'Hezbollah ha ampiamente acconsentito a disarmarsi, se e quando non esisterà una minaccia israeliana alla sicurezza del paese. Questa posizione sulle armi dell'Hezbollah è specificata nella clausola 10 (La Protezione del Libano) del memorandum di intesa con l'Hezbollah del 6 febbraio 2006 che Michel Aoun ha firmato a nome del suo partito politico, il Libero Movimento Patriottico.

Rientrato da Teheran, Aoun ha anche presentato le sue argomentazioni a favore della formazione di una nuova strategia di difesa libanese e ha annunciato che l'esito del suo viaggio in Iran si sarebbe concretizzato nel giro di circa sei mesi. Aoun ha detto anche che l'Iran, in quanto “grande potenza regionale tra il Libano e la Cina”, assume un'importanza strategica per gli interessi libanesi. [18]

Gli amici politici di Washington in Libano sono allarmati dalla direzione che sta prendendo il paese grazie alla nuova strategia di difesa. Hanno criticato gli acquisti di armi dall'Iran e la cooperazione difensiva con la Siria. Hanno anche attaccato il viaggio in Siria del Generale Jean Qahwaji su incarico unanime del governo libanese. [19] Inoltre, queste forze libanesi pro-Stati Uniti premono per una “politica di difesa neutrale” “alla svizzera”. Una simile posizione di “neutralità” sarebbe vantaggiosa per gli Stati Uniti e Israele da un punto di vista geopolitico e strategico. Inutile dire che con l'incombente minaccia di un'aggressione militare israeliana questa posizione si sta dimostrando alquanto popolare in Libano.

Porre fine alle pressioni israelo-americane su Beirut per naturalizzare i rifugiati palestinesi
La formazione di una nuova e attiva dottrina della difesa implica che i combattenti dell'Hezbollah verranno incorporati nelle Forze Armate libanesi e che le attuali forze paramilitari dell'Hezbollah saranno sciolte quando si realizzeranno determinate condizioni.

Dunque si risolverebbe così una cruciale questione politica del Libano. Con l'integrazione dei combattenti Hezbollah nell'esercito del paese e con l'assistenza militare della Russia e dell'Iran il Libano acquisirebbe capacità difensive che gli permetterebbero di affrontare la minaccia dell'aggressione militare israeliana. Questi sviluppi, contrari al tipico schema di regimi mediorientali clienti degli Stati Uniti modellati sull'esempio dell'Egitto e dell'Arabia Saudita, hanno allarmato Tel Aviv, Washington e Londra.

A seguito del ravvicinamento del Libano alla Russia e all'Iran, due alti funzionari del Dipartimento di Stato americano sono stati mandati in tutta fretta a Beirut nel mese di dicembre. [20] Durante la loro missione, Dell Lee Dailey e David Hale, rispettivamente Coordinatore dell'Ufficio Contro-Terrorismo del Dipartimento di Stato e vice Segretario di Stato aggiunto per gli affari mediorientali, hanno rinnovato le velate minacce di un attacco israeliano contro il Libano attribuendone la responsabilità all'Hezbollah. [21] Queste minacce sono dirette a tutto il Libano. Servono a impedire l'attuazione della sua nuova dottrina della difesa.

Il tempo è agli sgoccioli per i tentativi di Israele, gli Stati Uniti e la NATO di ostacolare l'attuazione della nuova strategia di difesa nazionale di Beirut. 

Israele non avrebbe più pretesti per lanciare nuove incursioni militari nel Libano se l'Hezbollah dovesse diventare un partito politico a tutti gli effetti in base alla nuova strategia di difesa libanese. Inoltre, se Beirut fosse in grado, grazie a un nuovo accordo per la difesa, di proteggere i suoi confini dalle minacce militari, questo non solo porrebbe fine alle ambizioni di Tel Aviv di dominare politicamente ed economicamente il Libano, ma farebbe anche cessare le pressioni israeliane sul Libano per naturalizzare i rifugiati di guerra palestinesi che attendono di fare ritorno alle loro terre ancestrali occupate da Israele.

Chiaramente la questione della naturalizzazione dei palestinesi in Libano è anche legata al processo di creazione del consenso politico interno e alla nuova strategia di difesa, ed è stata discussa da Michel Suleiman con le autorità iraniane a Teheran. [22]

La polveriera mediorientale: uno scenario da terza guerra mondiale?
Nel 2006, quando Israele attaccò il Libano, la guerra fu presentata all'opinione pubblica internazionale come un conflitto tra Israele e l'Hezbollah. Essenzialmente la guerra del 2006 era un attacco israeliano contro tutto il Libano. Il governo di Beirut non riuscì a prendere posizione, dichiarò la propria “neutralità” e l'esercito libanese ricevette l'istruzione di non intervenire contro gli invasori israeliani. Ciò era dovuto al fatto che i partiti politici dell'Alleanza del 14 Marzo guidata da Hariri che dominava il governo libanese si aspettavano che la guerra finisse presto, che l'Hezbollah (loro avversario politico) fosse sconfitto e che gli fosse precluso qualsiasi ruolo significativo sulla scena politica libanese. È successo l'esatto contrario.

Inoltre, se il governo libanese avesse dichiarato guerra a Israele in risposta all'aggressione israeliana, la Siria sarebbe stata costretta da un trattato bilaterale libanese-siriano firmato nel 1991 a intervenire a fianco del Libano.

Nel caso di una futura guerra israeliana contro il Libano, assume importanza cruciale la struttura delle alleanze militari. La Siria potrebbe di fatto intervenire a fianco del Libano. Se la Siria entrasse nel conflitto, Damasco chiederebbe il sostegno di Teheran in base a un accordo bilaterale di cooperazione militare con l'Iran.

Si verificherebbe dunque un'escalation potenzialmente incontrollabile.

Se l'Iran dovesse intervenire a fianco di Libano e Siria in una guerra difensiva contro Israele, interverrebbero anche gli Stati Uniti e la NATO trascinandoci in una guerra più vasta.

L'Iran e la Siria hanno entrambi accordi di cooperazione militare con la Russia. L'Iran ha anche accordi bilaterali di cooperazione militare con la Cina. L'Iran fa inoltre parte della Shanghai Cooperation Organization (SCO, Organizzazione di Shanghai per la Cooperazione, o Gruppo di Shanghai). Gli alleati dell'Iran, che comprendono la Russia, la Cina, gli stati membri della Collective Security Treaty Organization (CSTO, Organizzazione del Trattato per la Sicurezza Collettiva) e della Shanghai Cooperation Organization (SCO) potrebbero essere tutti coinvolti nel conflitto allargato.

NOTE

[1] 'We’re fed up with empty gestures’, The Jerusalem Post, January 6, 2009.

[2] La militarizzazione del Libano, la distruzione di ogni credibile resistenza armata a Israele nel Libano, e la volontà di colpire la Siria erano tutti fattori alla base degli attacchi israeliani del 2006.

[3] Andrebbe osservato che i combattimenti tra l'Hamas e il Fatah e la campagna israeliana contro la Striscia di Gaza cominciata il 27 dicembre 2008 hanno bloccato il processo elettorale palestinese. 

[4] Amos Harel, IDF concludes large drill simulating double-front war in North, Haaretz, November 6, 2008.

[5] Barak Ravid, Israel: Lebanon is responsable for Hezbollah’s actions, Haaretz, August 8, 2008.

[6] "Hezbollah Terrorist Group; War with Israel Imminent", Al-Manar, December 17, 2008

[7] Yakkov Katz, Preparing for a possible confrontation with Hizbullah, The Jerusalem Post, December 11, 2008.

[8] Andrew Wander, Top Israeli officer says Hizbullah will be destroyed in five days 'next time', The Daily Star (Lebanon), December 17, 2008.

[9] Ibid.

[10] Yakkov Katz, Preparing for a possible, Op. cit.

[11] Ahmed Fathi Zahar et al., President al-Assad Receives General Qahwaji, Underlines Role of Lebanese Army in Defending Lebanon's Security and Stability, Syrian Arab News Agency (SANA), November 29, 2008.

[12] Lebanese army commander pays visit to Syria, Xinhua News Agency, November 30, 2008.

[13] Wang Yan, Russian donation of 10 Mig-29 fighters to Lebanon raises suspicions, Xinhua News Agency, December, 17, 2008; Yoav Stern, Russia to supply Lebanon with 10 MiG-29 fighter jets, Haaretz, December 17, 208; Russia 'to give' Lebanon war jets, British Broadcasting Corporation News (BBC News), December 17, 2008.

[14] Lebanon defense minister to talk arms in Moscow, Russian News and Information Agency (RIA Novosti), December 15, 2008.
 
[15] Zheng E, Lebanese president requests medium weapons from Iran, Xinhua News Agency, November 26, 2008; Kahwaji stresses LAF role, while politicians bicker some more, The Daily Star (Lebanon), November 27, 2008; Russian donation, Op. cit.

[16] Sun, Lebanese army commander returns from Syria, Xinhua News Agency, November 30, 2008.

[17] Sami Moubayed, Former foe a celebrity in Damascus, Gulf News, December 4, 2008.

[18] Aoun: Iran, most powerful country, Islamic Republic News Agency (IRNA), October 21, 2008. 

[19] Lebanese ctiticizes army commander's visit to Syria [sic.], Xinhua News Agency, December 1, 2008.

[20] More praise for Russia's promise of 'free' MiGs, Agence France-Presse (AFP) and The Daily Star (Lebanon), December 18, 2008.

[21] War with Israel Imminent, Op. cit.; US envoy warns against rearming Lebanon's Hezbollah, Deutsche Presse-Agentur/German Press Agency (DPA), December 17, 2008.

[22] Kahwaji stresses LAF role, Op. cit. 


Originale: Israel's Next War: Today the Gaza Strip, Tomorrow Lebanon? 

Articolo originale pubblicato il 17/1/2009

L’autore

Manuela Vittorelli è membro di Tlaxcala, la rete di traduttori per la diversità linguistica. Questo articolo è liberamente riproducibile, a condizione di rispettarne l'integrità e di menzionarne autori, traduttori, revisori e la fonte.

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