Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Il Giovin Guerriero e la Jeune Fille d'Israele

Il Giovin Guerriero e la Jeune Fille d'Israele

di Miguel Martinez - 21/01/2009

E' una cosa assai banale.

I guerrieri di oggi stanno a quelli di una volta, come il tecnico informatico di una macelleria industriale sta al cacciatore di mammut del Paleolitico.

Ed è normale che sia così. Infatti non le chiamano più "guerre": credo che una guerra dichiarata, con ambasciatori che consegnano Dichiarazioni e tutte quelle altre cose rituali tra forze più o meno pari, non si sia più fatta dal 1945 (accetto volentieri correzioni).

Comunque le si chiamino, si tratta da una parte di massacro tecnologico, dall'altra di ingegnosi trucchi per sopravvivere al massacro tecnologico.

La cosa interessante però è che si fa finta ancora che non sia così, perché il puro e semplice massacro tecnologico, per quanto eccitante per la generazione playstation, non basta. Ci vuole una parvenza di umanità.

Due anni fa, Israele ha
bombardato dall'aria il Libano per trentatré giorni.

Solo negli ultimissimi giorni del massacro, ha mandato avanti una pattuglia di uomini, protetti da ogni diavoleria tecnologica esistente. Questa pattuglia ha incontrato un'inattesa resistenza, e Fiamma Nirenstein è corsa in ospedale per
intervistare un ferito, Israel Fiedler. Che poi veniva dal Brasile, pensate un po'.

E su questo solitario ferito (beh, ce ne sono stati altri ventuno, di parte israeliana), Fiamma Nirenstein erige una costruzione familiare a chiunque conosca lo stile del giornalismo ufficiale ai tempi della guerra del '15-'18.
"Duole? Figurarsi se un soldato dei Golani può dire che gli duole qualcosa. [...] Era mercoledì , lui ha accettato di uscire dal teatro di guerra soltanto giovedì quando hanno ordinato alla compagnia di cessare il fuoco e tornare. [...] : « Spero mi lascino tornare dai miei soldati subito. Non posso pensare che entrano e escono dal Libano senza di me; che combattano senza che io li guidi; so che mi vogliono vedere là davanti, io li conosco, ognuno dei ragazzi ha la sua storia, i suoi punti interrogativi» Le sue paure? « Domande, non paure. Durante la battaglia non hai mai paura. Semmai, prima e dopo. Ma non pensi a morire, pensi solo che non hai altra scelta e combatti. E i miei soldati - sorride Israel - sono coraggiosi» .
Solo che lo spirito da ardito va conciliato con lo spirito da centro commerciale del lettore medio di Fiamma Nirenstein.

Così, lei dice al Ferito Brasiliano:
"Ma Israel, voi israeliani siete giovani totalmente occidentali, che amano divertirsi, fare musica, stare con la propria ragazza, ridete di tutto e di tutti, vi opponete a ogni idea preconfezionata... Eppure sulla guerra, in particolare su questa, siete compatti, la combattete come fosse la cosa più naturale del mondo e anche da eroi."
Il massacro ai tempi moderni in realtà è una combinazione di immagine e tecnologia.

Prendiamo Maxim, che mi dicono sia una sorta di multinazionale della puttanomediaticità planetaria. Con base in Inghilterra, ma edizioni locali in mezzo mondo, Maxim sarebbe quella che chiamano una "rivista per uomini".

Non va confuso con il semplice giornalino pornografico. Maxim svolge tutt'altra funzione, presentandoci donne famose, giovani, belle e mezze nude.

Ricorderete la teoria della Jeune Fille: in un mondo realmente dominato dai maschi, Maxim fa vedere fanciulle grintose che sembra che stiano per dartela, ma non te la danno. Sia perché una volta data, perderebbero il loro potere di seduzione, sia perché sono entità talmente disumanizzate da essere eteriche: non sono altro che la propria immagine.

Nel 2007, i fotografi e giornalisti di Maxim si sono recati in Israele per fare un servizio sulle
Jeune Fille dell'esercito israeliano.

Non fu affatto una scelta spontanea.


Maxim
era stata coinvolta da David Saranga, console per i media e gli affari pubblici per Israele negli Stati Uniti, un signore che ha uno dei compiti più importanti del pianeta: curare l'immagine d'Israele negli Stati Uniti.

Il
Jewish Chronicle lo definisce, “the man whose campaigns are rebranding Israel."

David Saranga ha lanciato Israele nel Web 2.0, tra i blog, su MySpace, YouTube [1], Facebook e Twitter.

Che il progetto Maxim fosse un'iniziativa politica, lo dichiara con candore il consolato israeliano a New York, in un'intervista all'
International Herald Tribune:

"L'idea è nata nell'ufficio media del consolato israeliano a New York, perché le ricerche di mercato hanno mostrato che Israele significa poco per i giovani maschi americani.

"I maschi di quell'età non provano nulla nei confronti di Israele, né in un senso né nell'altro, e questo lo vediamo come un problema, e così abbiamo tirato fuori un'idea che pensavamo li avrebbe interessati", dice David Dorfman, consulente per i media del consolato".

Da notare come nel progetto per arrapare i giovani maschi americani, gli organizzatori siano tutti maschi. Le donne devono fornire solo l'esca.

Come si sa, le donne in Israele devono fare il servizio militare, e quindi qualche fanciulla particolarmente appariscente ci sarà per forza. Proprio come ci saranno fanciulle dall'aspetto simpaticamente umano, e proprio per questo escluse dal mondo Maxim.

Soldatesse israeliane (foto di Rachel Papo)

E così nasce il grande servizio di Maxim sulle eccitanti donne con l'Uzi.

Al posto del Brasiliano Ferito e un po' tonto di Fiamma Nirenstein, Maxim e Saranga ci presentano l'esercito israeliano con la classica formula del Troione Pericoloso (formula James Bond) che dice in trenta secondi qualche banalità. O meglio, dice esattamente ciò che ci si aspetta dalla Soldatessa Israeliana (sesso, spionaggio, sparatorie).
"Sono drop-dead gorgeous [così belle da farti cascare morto] e sanno smontare un Uzi in pochi secondi. Le donne delle Forze di Difesa Israeliane sono i soldati più sexy del mondo?

Gal
Esperta di fitness
"Ho insegnato ginnastica", dice questa ex-Miss Israel, assolutamente perfetta. "I soldati mi amavano perché curavo la loro forma fisica".


Yarden
Esperta di intelligence militare
Inviata nel nord di Israele per i suoi due anni di servizio con l'IDF. Yarden dice che la sua attività preferita è il tiro al bersaglio. "Adoro sparare con l'M-16", dice. "Ed ero brava a colpire i bersagli. Ma non ho più sparato a niente da quando ho lasciato l'esercito". E a nessuno, speriamo.

Nivit
Esperta di intelligence militare
"Il mio lavoro era top secret", dice questa ragazza di Tel Aviv, che abita ancora con i genitori. "Non posso dirvi altro, oltre al fatto che ho studiato un po' di arabo".


Natalie
Esperta di telecomunicazioni navali
Questa intrigante bionda ricorda con precisione quello che le è piaciuto di più nel servire il proprio paese: "Ho incontrato mio marito. Il suo comandante cercava sempre di metterci insieme". Per sua fortuna, Natalie eseguiva gli ordini."

Il lancio della Jeune Fille tsahalica è stato seguito da un'intensa attività di ricerca di mercato.
"Con il sostegno di BIG, il Brand Israel Group - una coalizione di giovani ebrei professionisti di marketing che hanno messo le loro capacità, contatti e risorse tecniche a disposizione del consolato - si sono costituiti dei focus group in tutta l'America per registrare le percezioni che si avevano d'Israele e per valutare poi i cambiamenti nell'atteggiamento [in seguito all'articolo di Maxim]."
Il problema è che l'arma della Jeune Fille è a doppio taglio. Trattandosi infatti della forma suprema di narcisismo, si può ritorcere facilmente contro il sionismo.

Così la modella israeliana Bar Refaeli si vanta di essere scappata all'estero per non fare il servizio militare:
"Israele o Uganda, che differenza fa? A me non fa nessuna differenza. Perché è bene morire per la propria patria? Perché non è meglio vivere a New York?
Gli appassionati del genere possono trovare qui, sotto forma di domanda e risposta, quanto c'è da sapere a proposito della filosofia della signora Bar Refaeli.

Il Nulla, in fondo, incombe anche su Israele.



Nota:

[1] Saranga
mette a disposizione viaggi-premio per due persone a Israele o a New York - a scelta - per chi posta i migliori video filoisraeliani su Youtube.

Intanto, sempre dal
Jewish Chronicle, apprendiamo che
"si stanno costruendo focus group internazionali in 13 paesi coordinati dal Ministro degli Affari Esteri, Tzipi Livni. Si stanno collaudando tre messaggi potenziali, il risultato di un brainstorming da parte di un  gruppo di elite di esperti internazonali di branding, diplomatici israeliani e agenzie di pubbliche relazioni, per stabilire alla fine un unico messaggio globale per Israele.  I risultati della ricerca focalizzeranno gli sforzi di hasbara nei paesi considerati di massima importanza strategica e in cui  le opinioni negative su Israele sono più forti, in particolare in Europa. Si stanno conducendo attualmente ricerche per vedere come applicare questa strategia al Regno Unito".