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Il putsch

di Marco Milioni - 22/01/2009

    

 

 

Senza tanto clamore il 19 gennaio a Roma è stato portato a compimento un putsch politico-giudiziario. La decisione del Csm rispetto alle inchieste della magistratura di Salerno sull'operato dei colleghi calabresi è destabilizzante e si pone al di fuori di un recinto di democrazia sostanziale. Il Consiglio Superiore della Magistratura, da organo deputato anche alla difesa della indipendenza dell'ordine giudiziario, si è trasformato in braccio disciplinare degli interessi occulti che fanno capo non solo alla parte peggiore della politica, ma anche a potentati malavitosi, massonici, economici, finanziari e clericali. C'è un salto di qualità straordinario in quello che sta accadendo in questi giorni perché se un tempo "le porcate" le si faceva in silenzio e possibilmente all'oscuro, oggi invece una azione giudiziaria che scoperchia una pignatta di malaffare, viene sterilizzata con una azione del Csm invocata dal ministro della giustizia. Siamo all'arbitrio istituzionale.  E gli eventi di queste ore ci insegnano sei cose. Uno, l'inchiesta Why Not e quelle collegate hanno acceso i riflettori su di un sancta sanctorum che non doveva essere violato. Di mezzo ci sono decine di milioni di fondi europei giunti dall'Ue e finiti dio solo sa dove. I magistratii che hanno provato a fare chiarezza sono stati bruciati, tutti quanti. Una cosa simile è capitata ai giornalisti, vedi il caso di Carlo Vulpio al Corsera. Due, l'inchiesta cominciata da Luigi De Magistris deve aver toccato un livello altissimo non solo politico. Tre, il Csm con il suo comportamento ha voluto dare una lezione a tutti gli altri magistrati, pochini in questo momento, che in futuro potrebbero avere l'ardire di non limitarsi allo stretto necessario. Non a caso il capo della procura di Salerno è pure stato sospeso dallo stipendio. Quattro, il Csm non è voluto entrare minimamente nel vivo delle inchieste avviate da De Magistris, il quale ha scoperto pezzi interi di magistratura come garanti del malaffare quand'anche non direttamente coinvolti. Cinque, Un putsch del genere non poteva avere successo senza l'avallo del Pd, che come maggiore forza dell'opposizione dovrebbe fare il diavolo a quattro. In seno al Csm stesso peraltro vi sono togati e laici di area centrosinistra, ma dal Pd non ho sentito alcuna voce in dissenso. Sei, rispetto a questa vicenda l'Associazione Nazionale dei Magistrati è stata a rimorchio della politica. Dal 20 gennaio quindi in modo incontrovertibile l'Italia non è più una democrazia, almeno sul piano sostanziale. Se la gente ha intenzione di farsi mettere i piedi in testa si accomodi pure. Ma da ora, senza giustificazione alcuna, i primi responsabili della deriva sono i cittadini seduti in poltrona davanti al Grande Fratello e davanti a Porta a Porta. I cittadini che si ammassano senza idee e senza soldi nei centri commerciali, sperando in un 3x2 del benessere da carpire con gli ultimi spicci rimasti dalla tredicesima. Fra schermi al plasma per vedere ancora più grandi le tette durante GF9 (o i nei di Bruno Vespa) e fra vacanze low cost a 'Sciarm el Sceik' l'italiano si ubriaca di patina e di miseria aspettando la sua selezione al casting della vita; aspettando il suo colpo di culo. Così è visto che provare a costruire un Paese un pochino più decente è questione ormai obsoleta. E chi non è d'accordo con questo andazzo? Può solo sperare in un last minute per la democrazia: destinazione quantomai demodé per tutti i tour operator della politica. Tutto ciò però comporta conseguenze precise, almeno sul piano etico-morale. Da ora in poi qualsiasi azione intelligente, anche al di fuori delle regole, intesa a raggiungere uno stato delle cose in cui la legge sia giusta e valga in egual misura per tutti, va salutato con favore. Sandro Pertini diceva: «A brigante, brigante e mezzo». Gli inglesi dicono: «Fight fire with fire».