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Per chi suona la campana della crisi?

di Gabriele Bindi - 25/01/2009

I negozi piccoli vanno in crisi, ma la grande distribuzione organizzata non perde colpi, sfruttando l'onda lunga dei saldi. Attenzione agli inganni!
La crisi comincia a farsi a sentire, ma a farne le spese sono i pesci piccoli. I pesci grossi invece resistono, anzi si avvantaggiano. I centri commerciali sono ancor più privilegiati del solito e non rilevano cali rilevanti rispetto al 2008. Nel periodo dei saldi gli acquisti in questo periodo aumentano ovunque, ma sono stati soprattutto i centri commerciali a essere presi d'assalto. 

Da un'indagine condotta dall'Ufficio Studi di Confcommercio Roma, su un campione di 300 titolari di esercizi commerciali, emerge che l'inizio dei saldi ha favorito l'incremento dei consumi, nelle ultime due settimane pari ad un +6% rispetto al periodo precedente.  La maggior parte ha ridotto le spese prima dei saldi nell'abbigliamento e nelle calzature proprio per acquistare a prezzi ridotti. Privilegiati sono gli acquisti per i più piccoli: il 64% dei romani destina più soldi all'acquisto di capi di abbigliamento e calzature per bambini, effettuando una spesa media di 200 euro.

Bisogna poi sempre interrogarsi se i saldi siano reali. L'associazione Altroconsume ha condotto un'inchiesta su 178 boutique di cinque grandi città durante gli sconti dell'ultima estate: nel 20% dei casi sconti truccati, fittizi e qualche volta inesistenti.

Tra i negozi che non avevano nessuna promozione prima dell'inizio dei saldi, nel 16% dei casi il prezzo in saldo era uguale a quello di partenza e dunque lo sconto era inventato. Nel 24% dei casi il prezzo in saldo era inferiore al prezzo pieno, ma la percentuale di sconto non era veritiera. Nel 3% dei casi il prezzo in saldo, denuncia Altroconsumo, era addirittura più alto di quello di partenza.

Nel 44% dei negozi visitati durante la tornata di saldi più recente, afferma l'associazione, c'era una scarsa trasparenza sui cartellini dei prezzi. Fra questi, nel 35% dei casi mancava l'indicazione del prezzo pieno di partenza, in un altro 35% del campione mancava la percentuale di sconto applicata e nel 10% compariva solo la percentuale di sconto, senza ulteriori indicazioni di prezzo.