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Treni italiani: desolati e arretrati mezzi di comunicazione

di Salvina Elisa Cutuli - 02/02/2009

Un paese che si definisce moderno e civilizzato come l'Italia non può permettersi di mantenere in uno stato di totale decadenza la linea ferroviaria che collega le varie parti della penisola. Da assidua frequentatrice di Trenitalia, negli ultimi quattro anni non ho visto segnali di miglioramento, di progresso e di avanzamento. La realtà di chi viaggia è quindi ben lontana da quella che tentano di propagandare i vertici della società.
Treni italiani
Locomotiva di un treno diretto al sud
Sono una studentessa fuori sede e di viaggi in treno lungo la tratta Catania-Roma/Roma-Catania ne ho fatto davvero tanti. A volte ho viaggiato di notte altre volte di giorno, ma poche volte tutto è andato liscio come l’olio. Eppure sono giovane, accomodante, conciliante e non mi aspetto di trovare su una carrozza di Trenitalia un comodo divano pronto a trasportarmi su è giù per l’Italia.

 

Purtroppo molto spesso i treni che collegano Roma con il sud Italia sono definiti dagli incolpevoli passeggeri dei veri “carri bestiame”, treni della fortuna che letteralmente “si sa quando partono ma non si sa mai quando arrivano”.

Tuttavia Trenitalia preferisce investire migliaia di euro nello sviluppo del TAV e nel miglioramento delle tratte ferroviarie che da Roma si dirigono verso il Nord.

Al di là dei ritardi cronici (e spesso infiniti) che caratterizzano le varie "freccie del sud", un altro tasto dolente è dato dalla condizione di decadenza che contraddistingue buona parte di questi treni. Vetri sporchi, sedili macchiati, aria condizionata inesistente, quando all’esterno la temperatura va oltre i 30° gradi, servizi igienici sporchi o senza acqua e porte d’uscita rotte fin dalla stazione iniziale di partenza.

Quando si parte con tali presupposti subentra uno stato di rassegnazione e di disillusione non indifferente che in ultimo non può non confinare in sconforto.

Queste situazioni mostrano una sostanziale mancanza di rispetto e di non adempienza da parte di coloro i quali dovrebbero svolgere mansioni di pulizia all’interno dei treni - che eseguono solo per metà - e da parte di coloro i quali dovrebbero controllare che questi lavori vengano compiuti. I viaggiatori, quindi, si troveranno a "viaggiare" per ore ed ore, in carrozze sporche e non molto igieniche.

È pur vero che in treno viaggiano anche persone non molto educate, poco rispettose ed attente, che non rispettano i servizi messi a disposizione, ma non è certo a causa della mancanza di educazione dei viaggiatori che già in partenza il treno registra delle manchevolezze.

Ma non è tutto. I disastri e le contraddizioni di Trenitalia sono davvero innumerevoli.

Dal mese di dicembre scorso tutti gli italiani, in modo sottile ed impercettibile, sono stati bombardati dalla pubblicità sul nuovo treno che collega Roma-Milano in sole 3 ore e 30 minuti, la famosa Freccia Rossa. Ho potuto constatare di persona come questo messaggio “subliminale” attragga la nostra attenzione senza accorgercene. Pochi giorni fa mi trovavo in stazione Termini a Roma e mentre aspettavo che arrivasse il “mio” treno ho girovagato in lungo e in largo lungo i binari. Le informazioni vocali più ricorrenti ed incessanti erano relative ai treni (naturalmente Freccia rossa) provenienti da Milano o diretti a Milano; i tabelloni pubblicitari trasmettevano ripetutamente lo spot promozionale che inevitabilmente calamitava l’attenzione di tutti sull’efficienza e l’obiettivo di “un sogno che si può realizzare”, ossia la creazione di un “servizio di metropolitana veloce tra i vari poli italiani”, tranto decantata dall’amministratore delegato di Trenitalia Moretti.

Per finire, mi sono accorta che sugli schermi disposti lungo ciascun binario, oltre alle informazioni sul relativo treno in arrivo o in partenza, c'era uno spazio dedicato alle indicazioni relative all’orario del successivo treno Freccia rossa previsto.

Direi che è davvero eccessivo visto che a volte mi è capitato di non trovare segnato sui tabelloni il binario di partenza del treno su cui dovevo viaggiare fino a cinque minuti prima dell’orario di partenza previsto.

I contrasti continuano!

Mentre il Nord del paese si popola di fervide e valenti linee ferroviarie, il Sud rimane saldamente ancorato alle sue condizioni di arretratezza significative.

E se per percorrere 586 Km, la distanza tra Roma e Milano, ci vogliono 3 ore e 30 minuti, per percorrerne 210, cioè per andare da Catania a Palermo (e viceversa), ci vogliono quasi cinque ore; se ancora non bastasse per spostarsi da Roma a Catania (e viceversa) in treno, circa 750 Km, si impiegano 9 ore, senza considerare eventuali ritardi.

Davvero impressionante!

Il mio sfogo, come quello di tante altre persone, è contro un paese che si dichiara moderno, in costante sviluppo e in costante crescita, ma che spesso non si dimostra tale.

E proprio perché vorrei che fosse davvero evoluto non riesco ad accettare delle disparità così imponenti e smisurate come queste.

Le mie parole non vogliono serbare solo lamentele, ma anche un impulso ed uno stimolo ad una ventata di cambiamento, di trasformazione e di rinascita.