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Obama e la svolta del Pentagono "Attaccare in Pakistan"

di Maurizio Molinari - 04/02/2009

II memorandum segreto sulle nuove strategie n memorandum segrej to del Pentagono suggerisce a Barack Obama di attaccare Al Qaeda e i taleban sul territorio del Pakistan mentre i mujaheddin del Waziristan bersagliano le retrovie della Nato riuscendo a bloccare l`arrivo dei rifornimenti alle truppe alleate schierate in Afghanistan.

A svelare l`esistenza del memorandum è il sito «The Politico», secondo il quale il capo degli Stati Maggiori Congiunti ha suggerito per iscritto al presidente americano di «cambiare strategia in Afghanistan» spostando il focus dell`intervento dal sostegno alla ricostruzione civile e alla stabilizzazione interna all`«impegno militare in Pakistan per assicurare la stabilità regionale».

In concreto significa ipotizzare di adoperare gli imminenti rinforzi di truppe fra 12 mila e 30 mila uomini non tanto per costruire ponti, o aumentare la sicurezza delle strade di Kabul, ma soprattutto per portare la caccia ai mujaheddin fin dentro i confini del Pakistan, dove sono le loro roccaforti e probabilmente anche i nascondigli di Bin Laden e Al Zawahiri.

Sono queste «zone franche» che hanno finora permesso ai taleban di resistere alle offensive della Nato. «Bisogna eliminare i rifugi di taleban e Al Qaeda in Pakistan» suggeriscono i comandi militari, con un linguaggio che lascia intendere la volontà di adoperare truppe di terra nelle zone tribali lungo il confine afghano, dal Waziristan al Beluchistan, dove fino a questo momento operano solo i droni senza pilota della Cia, armati di missili.

Le «raccomandazioni per il presidente» nascono dalle valutazioni di David McKierman, comandante delle forze in Af ghanistan, sono state approvate da Mike Mullen, capo degli Stati Maggiori Congiunti, e vistate dal titolare del Pentagono Robert Gates. In attesa della decisione del presidente il temaPakistan è stato discusso ieri nel briefing d`intelligente a seguito di quanto sta avvenendo sul terreno. Gruppi di mujaheddin sono infatti riusciti a far saltare in aria nel nord-ovest del Pakistan il ponte che garantiva la più importante rotta di rifornimento per le truppe della Nato in Afghanistan. Un blitz realizzato con tecniche militari e l`uso di sofisticati esplosivi che hanno ridotto ad un ammasso di rottami il ponte lungo dieci metri sul Khyber Pass, a 25 chilometri da Peshawar, sul quale sono finora passati il 75% di carburanti, armamenti e cibo che la Nato scarica nel porto di Karachi.

I portavoci dell`Alleanza da Kabul hanno ammesso lo smacco: «Per il momento la rotta è bloccata».

Il Pentagono è corso ai ripari con una pianificazione di emergenza che prevede un percorso alternativo via terra attraverso l`Asia Centrale grazie ad un accordo siglato il mese scorso dal generale David Petraeus, comandante delle truppe in Medio Oriente, con Russia e Uzbekistan. L`abilità dimostrata dai taleban pakistani nel colpire le retrovie della Nato segue di meno di 24 ore il rapimento in pieno giorno a Quetta di John Solecki, cittadino americano e titolare del locale ufficio dell`Onu per i rifugiati.

Il governo di Islamabad ha definito il rapimento un «atto terrorista bastardo» e promesso di catturare gli artefici del blitz contro il ponte. Ma l`evidente difficoltà delle forze pakistane nel fronteggiare i mujaheddin è destinata a rafforzare la convinzione del Pentagono sulla necessità di intervenire per colpire le basi dalle quali i taleban e Al Qaeda operano.

D`altra parte Obama ha più volte ripetuto che l`obiettivo «numero 1» è di «fermare Al Qaeda che continua a minacciarci».

E` prevedibile che prima di adottare la decisione sulla «revisione della politica afghana», come la definisce il portavoce Robert Gibbs, Obama aspetti il ritorno dal Pakistan dell`inviato Richard Holbrooke, atteso la prossima settimana da incontri a Islamabad e Kabul con i leader politici ed i capi militari.