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I bambini della tigna: altro olocausto, altra memoria

di Alessandra Colla - 05/02/2009

Fonte: alessandracolla




In Israele devono essere in tanti a conoscere il nome di Chaim Sheba: a lui, infatti, è
intitolato il prestigioso Chaim Sheba Medical Center di Tel HaShomer - il più grande
complesso ospedaliero israeliano. Omaggio doveroso a questo medico di origine
romena (nasce Chaim Scheiber, nel 1908, a Frasin, da una nota famiglia chassidica),
laureatosi a Vienna nel 1929 e poi nel 1933 emigrato in Israele, dove serve
nell'esercito come medico militare per diventare, ritornato civile, direttore
generale del Ministero della sanità.
Ma non per questi meriti dovrebbe essere ricordato il dottor Sheba, quanto piuttosto
per il singolare trattamento della tricofizia dello scalpo - malattia del cuoio
capelluto più nota come tigna - che il dottore mise in pratica nel 1951. Curiosamente,
i pazienti trattati erano quasi tutti bambini - il loro numero sembra raggiungere le
100.000 unità; e, cosa ancora più curiosa, erano tutti ebrei sefarditi, originari
del Marocco. Tanto per apprezzare meglio il senso dell'ultima frase, ecco un
chiarimento da fonte al di sopra di ogni sospetto:

Un elemento cruciale della politica israeliana, che spesso non traspare dalla
cronaca, è infatti la sua componente strettamente etnica. La popolazione di origini
ebraiche è divisa tra ashkenaziti, ebrei immigrati dall'Europa e dagli Stati Uniti,
e sefarditi, provenienti dai paesi arabi, dall'Africa e dal Medio Oriente. I primi
compongono la classe dirigente: i premier e i leader dei due principali partiti sono
sempre stati ashkenaziti. I secondi sono la parte più povera della popolazione:
negli ultimi anni in particolare i costi della sciagurata politica iperliberista
del ministro delle finanze Netanyahu si sono scaricati su questi ultimi. Un'ampia
fascia della popolazione, prevalentemente sefardita, è scivolata al di sotto della
soglia di povertà: il rettore della Ben Gurion University, noto economista, ha
recentemente annunciato il suo sostegno ad Amir Peretz dichiarando che, grazie alle
riforme della destra, Israele si sta trasformando in un paese del terzo mondo.

Ma torniamo alle metodiche terapeutiche del dottor Sheba, ebreo ashkenazita. Il
quale, per curare la tigna, decise di andarci giù pesante - un po' come gli amici
americani a Hiroshima, insomma. E infatti usò anche lui il nucleare. Lascio la parola
alla giornalista Judy Andreas:

Nel 1951, il direttore generale del Ministero della salute israeliano volò negli
Stati Uniti e tornò con 7 apparecchi radiografici, fornitigli dall'esercito
statunitense. Sarebbero stati utilizzati in un esperimento atomico di massa con
un'intera generazione di giovani sefarditi che avrebbero dovuto fare da cavie. La
testa di ogni bambino sefardita doveva essere attraversata da una dose di raggi X che
corrispondeva a 35.000 volte quella massima. In cambio di questo il governo
statunitense pagò 300.000 lire israeliane all'anno al governo di Israele. Il denaro
pagato dagli statunitensi equivale a miliardi di dollari oggi. Per ingannare i
genitori delle vittime i bambini vennero portati via in "gite scolastiche" e più
tardi gli venne detto che i raggi X erano un trattamento per eliminare la tigna del
cuoio capelluto. 6.000 di questi bambini morirono poco dopo aver ricevuto le dosi,
moltissimi altri svilupparono dei cancri che li uccisero nel tempo e che tuttora
continuano ad ucciderli. In vita le vittime hanno sofferto di disturbi quali
epilessia, amnesia, Morbo di Alzheimer, cefalea cronica e psicosi. In breve è di
questo che parla il documentario. È tutt'altra cosa vedere le vittime al
teleschermo, cioè vedere la donna marocchina che descrive cosa si prova a ricevere
35.000 volte la dose permessa di raggi x in testa.
«Urlavo fatemi passare il mal di testa. Fatemi passare il mal di testa. Fatemi passare
il mal di testa. Ma non se ne andava mai».
  Si vede l'uomo con la barba per strada, curvo.
«Ho cinquant'anni e tutti pensano che ne abbia settanta. Devo chinarmi quando
cammino per non cadere. Mi hanno rovinato la giovinezza con quei raggi X».
Si vede la vecchia signora che somministrava le dosi a migliaia di bambini.
«Li portavano in fila. Prima gli si rasavano i capelli e le loro teste venivano
cosparse di gel combustibile. Poi, per non farli muovere, gli mettevano una palla fra
le gambe e gli ordinavano di non farla cadere. I bambini non avevano nessun tipo di
protezione sul resto del loro corpo. Non c'erano vestiti piombati per loro. Mi hanno
detto che stavo facendo la cosa giusta per eliminare la tigna. Se avessi saputo che
razza di pericolo stavano affrontando i bambini non avrei mai collaborato. Mai!».
Dal momento che tutto il corpo era esposto ai raggi, la struttura genetica dei bambini
spesso venne alterata, colpendo anche la generazione successiva.
Vediamo la donna con la faccia deformata che spiega «Tutti e tre i miei bambini hanno
gli stessi cancri della mia famiglia. Volete dirmi che è una coincidenza?»
Chiunque può notare che le donne sefardite che oggi hanno intorno ai cinquant'anni,
hanno spesso chiazze sparse con pochi capelli, che cercano di coprire con l'henné. La
maggioranza di noi ha pensato che fosse semplicemente una caratteristica delle
donne sefardite. Vediamo la donna sul teleschermo con un cappellino da baseball. Di
fronte alla telecamera mette una fotografia di una deliziosa ragazzina con una
cascata di capelli neri. «Questa ero io prima del trattamento. Guardami adesso». Si
toglie il cappello e nemmeno l'henné rosso riesce a coprire le orribili cicatrici
nelle zone pelate.
La maggior parte delle vittime era marocchina, perché erano i più numerosi fra gli
immigranti sefarditi. La generazione che fu avvelenata divenne la classe
eternamente povera e criminale del paese. Non ha senso. I marocchini che scapparono
in Francia fecero fortuna e raggiunsero un buon grado di istruzione. La spiegazione
più frequente è che in Francia erano andati i ricchi, perciò i furbi. La vera
spiegazione è che le cellule cerebrali dei bambini francesi marocchini non sono
state fritte coi raggi gamma.
Il film ha esposto chiaramente che questa operazione non fu accidentale. I pericoli
dei raggi X si conoscono da oltre 40 anni. Le prime linee guida ufficiali per il
trattamento a raggi X esistono dal 1952.
(da: Judy Andreas, «Zionism Is Nobody's Friend»; traduzione per
www.comedonchisciotte.org a cura di Olimpia Bertoldini)

Il documentario cui si riferisce l'Andreas è «100000 Radiations. The Ringworm
Children», prodotto nel 2003 dalla Dimona Productions Ltd. di Dubi Bergman e diretto
da David Belhassen e Asher Hemias; in rete circola un'altra versione dei nomi degli
autori e del produttore, secondo Barry Chamish. Il 14 agosto 2004 è stato trasmesso
dall'emittente israeliana Canale 10, e l'anno seguente, col titolo L'Apocalypse
des teigneux, il documentario in versione francese ha ottenuto una menzione
speciale nella sezione Reportage del Mediterraneo alla X edizione del Premio
internazionale del documentario e del reportage mediterraneo - Siracusa 9/16
ottobre 2005. Ciononostante non mi risulta che questi 47 minuti di pellicola abbiano
mai trovato posto in qualche palinsesto nazionale, né che i media ufficiali abbiano
mai ritenuto degno di nota questo episodio piuttosto inquietante. Vorrà dire
qualcosa?