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Home / Articoli / Anche il caso Englaro si è trasformato in plebiscito pro o contro Berlusconi

Anche il caso Englaro si è trasformato in plebiscito pro o contro Berlusconi

di Carlo Gambescia - 08/02/2009


Alla luce della crisi istituzionale in atto, tentiamo di fornire ai nostri lettori un’interpretazione degli ultimi sviluppi politici della vicenda di Eluana Englaro.
Partiamo da una domanda. Se al posto di Berlusconi ci fosse stato Prodi, che sarebbe accaduto? Sicuramente il Pd si sarebbe disunito. Ma Prodi non sarebbe intervenuto a gamba tesa come il Cavaliere. E Napolitano, a sua volta, sarebbe rimasto in silenzio. Nessuna crisi istituzionale. Inoltre, una maggioranza di centrosinistra ancora in sella, probabilmente, avrebbe già approvato da tempo una legge sul testamento biologico. Ma ecco il punto: quale maggioranza di centrosinistra? Non certo "quella" maggioranza di centrosinistra “fondomonetarizzata”, che cianciava esclusivamente di flessibilità e profitti economici. E dunque, come è avvenuto, incapace di guadagnare consensi e vincere le elezioni del 2008.
Per quale ragione il Cavaliere è intervenuto a gamba tesa? Per alcuni perché anche la vicenda di Eluana gli è utile per condurre a termine il suo “progetto dittatoriale”. Per altri perché il Cavaliere, da inguaribile istrione, vuole restare al centro della scena. Per altri ancora, per tutte e due le ragioni. C’è anche un altro possibile motivo, quello di un Berlusconi in buona fede, pronto a ergersi a “paladino della Chiesa nella battaglia contro l’eutanasia”.
Lasciamo sia il lettore a pronunciarsi sulle quattro possibilità appena ricordate. E magari aggiungerne altre.
Quel che invece interessa sottolineare è come da ieri ogni scelta di campo pro o contro la sospensione dell'alimentazione, si sia trasformata in plebiscito pro o contro Berlusconi: appena il Cavaliere ha criticato Napolitano, subito è scattato il riflesso carnivoro degli adepti delle due fazioni : o di qua o di là. E in mezzo giuristi e avvocati al servizio degli uni o degli altri...
Il che purtroppo significa che quelli come noi, che pur non stimando affatto Berlusconi, temono gli eccessi dei suoi avversari, soprattutto in campo bioetico, rischiano di essere ridotti al silenzio o retrocessi al rango di camerieri del Cavaliere.
A nessuno pare infatti interessare una cosa. Quale? Che il nostro timore, come di altri, sia frutto di convinzioni religiose e non di ordini provenienti da Berlusconi o da Santa Madre Chiesa. E' troppo ardito ritenere che tante persone, come chi scrive, possano credere sinceramente nella difesa della vita? Sia che si tratti di Eluana, sia che riguardi quei poveri bambini palestinesi ridotti in cenere dalle bombe israeliane? E che se viene meno questo rispetto per le idee degli altri, rischia di venire meno anche il dovere di confrontarsi? Magari in modo civile, senza gridare? Dal momento che lo scopo di tutte persone ragionevoli - crediamo - debba essere quello di giungere all'approvazione, non a tappe forzate, di una buona legge sul testamento biologico. Meta non facile da raggiungere, ma a questo punto improrogabile, ( sui nostri dubbi si veda qui: http://carlogambesciametapolitics.blogspot.com/2008/07/il-caso-di-luana-englaro.html ).
Mentre, crediamo, che le parti in conflitto, dalla destra alla sinistra, non attendano altro che la morte della povera Eluana, per scagliarsi in viso, a uso e consumo dei mass media (alcuni la chiamano pubblipolitica), prevedibili e vergognose accuse di errori e omissioni. Che tristezza.
E la colpa di tutto ciò è sicuramente di Berlusconi, entrato ancora una volta a gamba tesa. Ma anche di coloro che lo hanno preceduto. Tra i quali vi sono molti di quei laici e teodem che ora, da versanti etici contrastanti, si stracciano le vesti per Eluana.
Vergogna.