Israele espelle gli attivisti di Free Gaza
di Carlo M. Miele - 09/02/2009
Sono stati già espulsi gli attivisti internazionali e i reporter che si trovavano a bordo della Tali, l’imbarcazione del Free Gaza Movement partita dal Libano e sequestrata ieri da Israele a largo delle coste di Gaza.
Secondo fonti della polizia israeliana citate dalla Associated Press, quindici persone di nazionalità libanese e siriana sono state ricondotte in patria, mentre altre tre (due indiani e un britannico) sono ancora in arresto, in attesa di essere espulsi dal Paese.
Tra gli attivisti allontanati vi è anche l’84enne Hilarion Capucci, ex arcivescovo greco-cattolico di Gerusalemme, detenuto nello Stato ebraico nel corso degli anni settanta per la sua adesione all’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp).
“Bendati e ammanettati”
Ieri la marina israeliana ha fermato l’imbarcazione che trasportava aiuti umanitari e ha arrestato il personale a bordo, sostenendo che potesse costituire un pericolo per la “sicurezza” o venire usata per il contrabbando.
Secondo un giornalista della emittente araba al-Jazira che ha preso parte alla spedizione, le forze di sicurezza israeliane hanno sparato contro l’imbarcazione e successivamente hanno picchiato alcuni passeggeri.
"L’esercito israeliano ha confiscato tutte le nostre riprese; siamo stati separate gli uni dagli altri, bendati e ammanettati", ha raccontato Salam Khader, aggiungendo che i militari “hanno picchiato alcuni di noi, al petto e sulla schiena”.
Israele ha smentito questa versione. Secondo il ministero della Difesa israeliano, in un primo momento la marina ha chiesto all’imbarcazione di cambiare rotta e dirigersi verso l’Egitto, e solo in un secondo momento ha deciso di abbordarla.
Rompere l’assedio
Quello fallito ieri rappresenta l’ennesimo tentativo compiuto dagli attivisti di Free Gaza per rompere l’assedio israeliano sulla Striscia e portare aiuti umanitari alla popolazione.
A partire da agosto le imbarcazioni del movimento internazionale hanno raggiunto le coste palestinesi per quattro volte.
Gli ultimi due tentativi, compiuti nel pieno dell’offensiva israeliana nella Striscia, non hanno avuto successo a causa dell’opposizione della marina israeliana che in entrambi i casi ha costretto gli attivisti a invertire la rotta.
Ieri, per la prima volta, la marina israeliana non si è limitata a respingere l’imbarcazione ma ha deciso di abbordarla e confiscarla.
Sotto sequestro sono finiti anche gli aiuti umanitari che si trovavano a bordo, tra cui forniture mediche, cibo, vestiario, giocattoli, materassi e coperte, per un totale di 60 tonnellate). Secondo l’esercito israeliano, una parte di essi saranno portati oggi a Gaza via terra.
[c.m.m.]