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Innamoramento e amore 30 anni dopo

di Francesco Cevasco - 09/02/2009

    
Nel 1978 usciva Innamoramento e amore di Francesco Alberoni, in cui lo studioso applicava le categorie dell’analisi sociale alla vita di coppia. Fu inizialmente oggetto di feroci critiche, ma vendette un milione di copie in tutto il mondo.
In occasione della pubblicazione di una nuova edizione, Francesco Cevasco illustra il dibattito del tempo e intervista Alberoni sulle peculiarità del saggio in uscita, riflettendo sulle differenze geografiche e generazionali di allora come di oggi.


Ma quanto eravamo stupidi. Trent’anni fa usciva Innamoramento e amore di Francesco Alberoni e noi, bamboccioni impastati con il fango dell’ideologia, ci scherzavamo su. Finti emancipati, incapaci di corteggiare una ragazza, commentavamo con scempiaggini tipo: «Hai visto il professore di Movimento e istituzione? Hai visto il sociologo di Trento? Adesso scrive che l’innamoramento è lo stato nascente di un movimento collettivo a due. Ma che due? Anche a tre!». Ed eravamo pure in buona compagnia. Intellettuali veri sparavano ad alzo zero. Cesare Cases (sull’“Europeo”): «L’innamoramento di Alberoni non si vede, appena uno lo tenta in macchina viene subito rapinato o ucciso». Gianni Vattimo (sulla “Stampa”) trasforma il concretissimo innamoramento alberoniano in un «mito di fatto irrealizzabile». Fernando Mezzetti (sul “Giornale”) non si lascia sfuggire che Alberoni ha insegnato all’Università di Trento «fucina delle
Brigate rosse». [...] Enrico Filippini (su la “Repubblica”) si scandalizza perché per Alberoni la forza dirompente dello stato nascente dell’amore è paragonabile a quella dei movimenti rivoluzionari (cristianesimo, islam, marxismo, castrismo, femminismo) e lo affianca a Mike Bongiorno e alle «consulenti del cuore» note ai lettori dei settimanali femminili.
Passati trent’anni, nessuno si ricorda più di quanto scritto sopra (se non gli archivi). Il testo di Alberoni, invece, di strada ne ha fatta molta. Tradotto in venticinque lingue (nei Paesi scandinavi è diventato un libro di scuola) ha riportato l’attenzione su un fenomeno sociale, l’innamoramento, trascurato e — come dice Alberoni — «scotomizzato » (non percepito anche se presente nella realtà) per decenni. E adesso torna «spudoratamente» in libreria la nuova edizione di Innamoramento e amore. Alla faccia di chi ha sempre pensato che di rivoluzionario ci sia soltanto la Rivoluzione delle masse e ha sempre negato che la Rivoluzione si possa fare in due: il mio amore ed io; io e il mio amore.
Impossibile fare i conti in tasca ad Alberoni: un milione (o più) di copie vendute soltanto in Italia. Trent’anni fa nessuno scriveva d’amore. «Oggi escono cinquecento schifezze l’anno», ride Alberoni. Forse perché tutti abbiamo una vaga idea (per esperienza personale) dell’innamoramento e dell’amore, proviamo fastidio nel sentirci fare una «lezione» da un professore che si è cimentato nel più vasto campo dei movimenti e delle istituzioni sociali e politiche. [...] Ma proviamo ad ascoltarlo, Alberoni: «L’innamoramento non è un fenomeno quotidiano, una sublimazione della sessualità o un capriccio dell’immaginazione. Ma non è neppure un fenomeno sui generis ineffabile, divino o diabolico. È un fenomeno che può essere collocato in una classe di fenomeni già noti, i movimenti collettivi. Fra i grandi movimenti collettivi della storia e l’innamoramento c’è una parentela assai stretta, il tipo di forze che si liberano e che agiscono sono dello stesso tipo. La differenza fondamentale sta nel fatto che i grandi movimenti collettivi sono costituiti da moltissime persone e sono aperti all’ingresso di altre persone».
Vabbè, ma veniamo dal generale al «particulare». «Appunto; l’innamoramento, invece, pur essendo un movimento collettivo, si costituisce tra due persone sole; il suo orizzonte di appartenenza, qualunque valore universale possa sprigionare, è vincolato al fatto di essere completo con due sole persone». I meccanismi di base sono però gli stessi, identica l’esperienza dello stato nascente, ciascuno diventa il capo carismatico dell’altro. Semplice o complicato? Troppo semplice per non essere complicato.
Innamoramento e amore è un libro difficile; cancella ogni alibi al (fragile) macho e mette in discussione il (resistibile) fascino di tutte le Nembo-Star. I primi scritti di Alberoni sull’innamoramento sono del 1967, quando s’innamora. Sta studiando l’entusiasmo iniziale dei movimenti collettivi e si accorge: l’esperienza che sta vivendo è dello stesso tipo.
Senza una vita di studio dei movimenti e delle istituzioni, Alberoni non avrebbe potuto affrontare un tema del genere e risolverlo nel suo modo originale. Tanto originale che l’epoca non è ancora pronta per capirlo. Allora Alberoni, nel 1972, si rifugia a Catania. Dopo aver fatto il docente universitario a Milano e il rettore a Trento, è, contemporaneamente, nel mirino di Prima linea e dei terroristi di destra. In cinque anni scrive Movimento e istituzione (1978) che viene considerato uno dei più importanti libri di sociologia nel dopoguerra. E, a ruota (1979), Innamoramento e amore che presenta al festival dell’Unità nel 1979 e produce violente emozioni [...], ed ha un successo trionfale, immediato. Ancora oggi l’edizione originale vende in tutti i Paesi ogni anno 4-5 mila copie. Ma dopo trent’anni Alberoni vuol fare qualche piccolo restauro. L’edizione che esce oggi in Italia (BurExtra Rizzoli) è il prodotto di questo intervento leggero e delicato — come dice Alberoni — perché «conserva lo stile e la forza dell’originale togliendo alcune oscurità e astrattezze». Questi ritocchi sono presenti in tutti i capitoli, più visibili, forse, nel capitolo venti dove si parla delle categorie di pubblico che sono destinate a manifestare incomprensione e/o ostilità a questo libro. «Ma il cambiamento maggiore l’ho fatto per chiarire le resistenze del pensiero utilitaristico tipico di tutti i Paesi anglosassoni. Gli anglosassoni sono tutti nipoti di
Hobbes, secondo cui la società nasce da un patto, mentre nella mia concezione prima ci deve essere la solidarietà del movimento e, solo dopo, è possibile il patto. Gli utilitaristi spiegano tutto in termini di costi-benefici, di utile. Anche l’innamoramento nella loro cultura risponde a una utilità: ciascuno sceglie la persona che lo fa stare bene, cioè che gli dà un vantaggio sul piano emozionale o erotico». «Ovviamente anche gli anglosassoni s’innamorano — dice Alberoni — anche loro provano le esperienze descritte nel mio libro, ma la cultura anglosassone non le riconosce, non ha le categorie per descriverle. Non c’è infatti un solo studio sull’innamoramento in inglese, nemmeno un tentativo di fenomenologia. Ed è quindi logico che questo libro non venga capito». [...]
E oggi? Dopo trent’anni qual è l’essenza dell’Alberoni pensiero? «Che tanto nell’individuo come nella società ci sono delle fasi in cui crescono l’incertezza, il disordine; non riusciamo a realizzare i nostri desideri più profondi. Nasce allora in noi una inquietudine, vediamo gli altri più felici, siamo pronti a mutare, anche radicalmente, ma nessuno muta da solo. In questo caso, se incontriamo altre persone nella nostra stessa situazione avviene il riconoscimento, una simpatia improvvisa, profonda, sentiamo di capirci, di aver qualcosa in comune. Nell’innamoramento è come se quella persona l’avessi sempre attesa, o addirittura già conosciuta». E che succede? «Che si mette in moto il processo di stato nascente. Entrambi gli individui si sentono attraversati da forze straordinarie, sentono di poter finalmente realizzare i loro desideri più profondi, il mondo diventa luminoso, tutto appare possibile, l’altra persona ci appare come la strada, l’unica strada per raggiungere il luogo in cui il dovere coincide con il piacere». Gran finale con reinnamoramento: «Il processo di stato nascente spinge gli innamorati a parlare, a raccontarsi la propria vita (non regressione ma storicizzazione), a rivederla criticamente insieme, a capirsi, a cambiare creando insieme una nuova comunità, la coppia che in certi casi si stabilizza, si rafforza e diventa istituzione. Ma l’energia gli viene tutta dallo stato nascente, dal processo di fusione in cui ciascuno muore e rinasce. Anche la coppia amorosa dura a lungo solo se si riaccende questo processo, e i due amanti si re-innamorano».