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Nato: L’Europa del Nord è pronta a sottomettersi

di Andrea Perrone - 12/02/2009

 

 
Nato: L’Europa del Nord è pronta a sottomettersi
 


L’Alleanza Atlantica allunga i suoi artigli sull’Artico e sul Baltico in chiave antirussa.
I Paesi dell’Europa del Nord - Norvegia, Svezia, Danimarca, Finlandia e Islanda - potrebbero unire le loro forze militari, di controllo marittimo e di sorveglianza satellitare, favorendo il dominio della Nato sull’Artico e sul Baltico. È quanto emerso da una relazione commissionata dai cinque ministri degli Esteri dell’Europa del Nord.
Il rapporto è stato redatto dall’ex ministro degli Esteri norvegese e attuale membro dell’esecutivo della Trilaterale, Thorvald Stoltenberg (nella foto), il quale ha presentato 13 punti che dovranno essere approvati dai capi della diplomazia dei cinque Paesi riuniti a Reykjavik nel mese di aprile.
“Tutti i ministri nordici hanno accolto con favore la relazione”, ha dichiarato l’addetto stampa islandese del ministero degli Affari Esteri, Urdur Gunnarsdottir.
Da parte sua la portavoce ha sottolineato che il governo islandese ha dato l’assenso all’idea di includere i Paesi non membri della Nato negli sforzi dell’Alleanza per monitorare lo spazio aereo islandese, dopo che gli Usa hanno allontanato le loro truppe dal Paese nel 2006.
A partire dall’anno in corso alcuni membri della Nato, come Danimarca, Spagna e Stati Uniti dispiegheranno aerei da combattimento in Islanda. La Germania e gli Usa hanno confermato comunque che disporranno gli aeroplani nel 2010. Altri Paesi, come Canada, Italia e Polonia hanno espresso il loro interesse nel prendere parte alle operazioni di polizia aerea. Da parte loro i ministri della Difesa finlandesi, norvegesi e svedesi hanno proposto a Finlandia e Svezia - Paesi che ancora non sono membri della Nato - di giungere ad un’intesa per lo scambio di dati con il sistema di difesa aerea dell’Alleanza Atlantica.
Dei cinque Paesi, la Danimarca, la Finlandia e la Svezia sono membri dell’Ue. La Danimarca è nella Nato, mentre la Svezia sta valutando il suo eventuale ingresso nell’Alleanza. Stoccolma infatti ha aderito soltanto al Partenariato Euro-Atlantico o Euro-Atlantic Partnership Council (EAPC) che rappresenta un forum di regolare consultazione, coordinamento e dialogo tra la Nato e i partner esterni. La Norvegia e l’Islanda sono invece nella Nato, ma non nell’Ue.
Da parte loro, i responsabili della Difesa di Finlandia, Norvegia e Svezia, hanno proposto di recente che i Paesi che sono in attesa di entrare nella Nato (Finlandia e Svezia) dovrebbero accedere ad un accordo di scambio di dati del sistema di difesa aerea della Nato.
La relazione ha suggerito la creazione di una task-force comune che includa sia il personale civile sia quello militare, dispiegabili sotto l’egida delle Nazioni Unite o dell’Unione europea.
Il sistema dovrebbe controllare due aree: il Mar Baltico e l’Atlantico settentrionale, in particolare l’Oceano Artico e il Mar di Barents, attraverso un sistema unificato. L’idea, nonostante le buone intenzione, punta a contenere la crescente potenza della Russia sia nel Baltico che nell’Artico.
Altre proposte includono l’idea dell’utilizzo di un sistema satellitare, di una risorsa di rete per fronteggiare eventuali attacchi informatici e la creazione di una unità di risposta ad eventuali catastrofi, provocate dallo scioglimento dei ghiacci eterni o dal rischio di collisioni delle navi.
La decisione di collaborare con l’Alleanza Atlantica della futura task-force dei Paesi nordici rappresenta esclusivamente una voluta sudditanza alle scelte di Washington in chiave antirussa. Mosca ha espresso infatti l’intenzione da quasi due anni di annettere al suo territorio una vasta area del polo Nord, pari a 1,2 milioni di km quadrati e dove, secondo alcuni esperti, si troverebbe il 25% del petrolio e del gas mondiale. E per questo nell’agosto di due anni fa ha effettuato una spedizione, composta da due batiscafi artici denominati Mir-1 e Mir-2 guidata dal deputato di Russia Unita, Artur Cilingarov.
La spedizione partita da Mosca aveva il compito di confermare l’ipotesi che la dorsale Lomosonov, catena montuosa sottomarina che si estende per 1700 kilometri sotto il mare Artico, fosse in realtà da considerarsi come un prolungamento sottomarino del territorio della Russia, che avrebbe così la sovranità non solo sulla dorsale e i fondali ma anche sulle risorse naturali che si trovano nel sottosuolo artico.
Già nel 2001 Mosca aveva sostenuto di fronte a una commissione delle Nazioni Unite che la profondità nell’Artico era parte integrante del territorio russo, compreso il Polo Nord. Attualmente, in base agli accordi internazionali, cinque Paesi artici - Russia, Stati uniti, Canada, Norvegia e Danimarca (a cui appartiene la Groenlandia) - hanno il controllo di una zona economica che si estende per 320 chilometri dalla piattaforma continentale.