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I sapientoni

di Giovanni Petrosillo - 17/02/2009

 

 

Quando nasce un bambino, le famiglie

lo vorrebbero intelligente.

Io che per intelligenza mi sono rovinato l’esistenza posso solo sperare che mio figlio

riesca a dimostrarsi

ignorante e un po’ pigro di cervello

Perché allora, al Consiglio dei ministri,

se ne vivrà tranquillo.

B. Brecht

 

 

Dobbiamo ammettere che la quotazione da noi assegnata al Ministro del Tesoro e delle Finanze – in virtù di una valutazione tutt’altro che negativa delle sue iniziali uscite pubbliche, accompagnate dalle tanto auspicate, quanto inattese, rampogne nei confronti del mondo dorato degli economisti a cui Tremonti ha annunciato l’azzeramento del proprio capitale intellettuale, causa le innumerevoli previsioni sballate - è stata troppo alta.

Avevamo la speranza, presto dimostratasi vana, che qualcuno di buona volontà e di maggior cervello avesse finalmente deciso di riporre i panni del professorino politically correct e di volersi avventurare lungo rotte più impervie, ma necessarie, per traghettare l’Italia lontano dalle sponde frastagliate della crisi.

Ci siamo sbagliati. Tremonti dopo aver tuonato contro gli economisti è tornato a distribuire ori ed allori a questi infimi personaggi che, in maniera contabilistica, pretendono di dare lezioni al mondo intero su quanto va concretandosi in campo economico, nonostante la storia di questi mesi abbia ampiamente dimostrato che gli stessi siano appena in grado di preservare i propri risparmi in banca.

Dopo il vertice del G7, dal quale ci si aspettava una presa di posizione meno scolastica per affrontare la debacle finanziaria ed economica, il coro dei salvatori del mondo si è fatto più unanime che mai. Qualcuno ha giustamente scritto che questo vertice è stato un fiume di acqua fresca con qualche bollicina che non lascerà alcun segno sugli sviluppi della crisi. Secondo me, questo fiume non ha assolutamente nulla di fresco essendo stato inquinato dalle solite sciocche invocazioni antiprotezionistiche che attestano l’incapacità di questi cattedratici da strapazzo di guardare un po’ più in là del loro naso.

Come spesso accade, questi eventi roboanti diventano l’occasione per la disseminazione di complimenti reciproci tra i vari protagonisti dell’economia mondiale i quali, senza idee né soluzioni, ripetono a cantilena, e privi di originalità, quei quattro dogmi imparati all’Università o presso i più grandi “Institutes” di matrice anglosassone.

Quando poi Tremonti non tradisce nemmeno un sussulto di sgomento sulle parole di Draghi che dall’alto della sua eterea autorità sta puntando il dito sugli asset tossici tenuti nascosti dalle banche, la sensazione che il genietto di Sondrio sia rientrato nei ranghi dominanti diventa una certezza. Il Governatore di Palazzo Koch non è nemmeno riuscito ad esercitare quell’unica funzione di accertamento che spetta alla Banca Centrale italiana sulle banche nazionali, con quest’ultime che, in una Italia sempre più depressa, continuano a fare il bello ed il cattivo tempo, iugulando famiglie e imprese. Figuriamoci, dunque, che effetti sortiranno le sue imprecazioni sui grandi istituti stranieri, i quali sono già in coda alle casse dei rispettivi governi per riscuotere gli aiuti di stato, puntualmente scaricati sui contribuenti che non hanno mai voce in capitolo. Del resto, non deve essere facile la vita del controllore se è il controllato a detenere il pacchetto azionario di maggioranza dell’Istituzione controllante. Giusto per rammentare come vanno le cose in Italia, riportiamo da Wikipedia quali sono le banche “proprietarie” di BANKITALIA:

 

Partecipante

Quote

Voti

Intesa Sanpaolo S.p.A.

30,3%

50

UniCredito Italiano S.p.A.

15,7%

50

Banco di Sicilia S.p.A.

6,3%

42

Assicurazioni Generali S.p.A.

6,3%

42

Cassa di Risparmio in Bologna S.p.A.

6,2%

41

INPS

5,0%

34

Banca Carige S.p.A.

4,0%

27

Banca Nazionale del Lavoro S.p.A.

2,8%

21

Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A.

2,5%

19

Cassa di Risparmio di Biella e Vercelli S.p.A.

2,1%

16

Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza S.p.A.

2,0%

16

 

Con l’aria che tira Tremonti si è voluto mettere al riparo da ulteriori preventivi defenestramenti (poco solleticanti per il suo io ipertrofico) ed ha scelto la via morale, quella meno  incidente, per diffondere il suo verbo antimercatista. L’economista-teologo non può far allora di meglio (e di più) che lanciare anatemi contro i derivati e gli hedge fund, ergendosi ad inquisitore delle innumerevoli eresie mercatiste e finanziariste di questo scorcio di secolo. Questo ruolo di custode dell’ortodosia e del culto economico d’antan lo renderà sicuramente più simpatico al popolo dei fedeli ma non cambierà l’approccio del governo ai problemi economici più impellenti.

 Data l'inconcludenza di questo G7, ho, pertanto, grande comprensione per il Ministro giapponese Nakagawa il quale, per riconciliarsi dalla noia dell’evento internazionale, non ha potuto far altro che annegare le chiacchiere dei suoi colleghi in qualche bicchiere di sake. E come dargli torto?