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Siamo davvero in pericolo

di Stefano Montanari - 18/02/2009

   

Giuro che l’articolo che troverete penetrando in questo link (http://www.stefanomontanari.net/images/pdf/battaglia_su_rifiuti.pdf)
non  l’ho scritto io per ridicolizzare l’università italiana.

Il pezzo attribuito a Franco Battaglia è stato pubblicato su La Gazzetta di Modena ieri e, se non interverranno smentite e minacce di querela da parte della firma riportata, è da ritenersi autentico.

Franco (Francesco) Battaglia insegna chimica ambientale presso il Dipartimento d’Ingegneria dei Materiali e dell’Ambiente alla facoltà di Bioscienze e Biotecnologie dell’Università di Modena e Reggio Emilia, e già il fatto d’insegnare a dei giovani che dovranno occuparsi di un argomento così cruciale per il futuro del Pianeta è cosa di estrema criticità.

L’essere autore di un libro il cui scopo è quello di sostenere come l’energia che impieghiamo per la gestione della nostra civiltà vada presa dall’interno del sistema Terra e non dall’esterno suscita fortissime perplessità a proposito della preparazione scientifica, e parlo di fisica elementare, del Professore. Non entro nel merito della prefazione a firma dello scienziato e statista Silvio Berlusconi perché la cosa si presenta da sé. Una castroneria simile dovrebbe indurre i superiori di Battaglia ad indagare sulla sua preparazione ma, evidentemente, a loro va bene così.

Non pago di questa sua prodezza,

Battaglia imperversa da anni su un po’ di giornali cantando le meraviglie dell’energia nucleare, l’orrore del solare, le delizie della CO2 e quant’altro. Un comico di cattivo gusto? No: un professore dell’università italiana.

L’ultimissima uscita è quella dell’articolo di cui al link.

Senza affondare per motivi di umana pietà, vorrei solo richiamare l’attenzione su qualche frase.

“La raccolta differenziata spinta è il metodo più stupido di occuparci di rifiuti”. Beh, difficile commentare un’esternazione che è smentita dai fatti di ormai migliaia di città (San Francisco, Los Angeles, Perth, Edmonton… insomma, quelle che il prof. Michele Giugliano del Politecnico di Milano ebbe a definire “paesini della tundra canadese”, oltre a tanti comuni italiani) e, addirittura, di una nazione intera (la Nuova Zelanda). Il nostro Professore non si è evidentemente preso la briga di andare a controllare i conti e sparacchia, certo di trovare qualcuno che, comunque, gli crederà. Che dire della definizione degl’inceneritori come la “destinazione più razionale e rispettosa dell’ambiente di gran parte dei nostri rifiuti”? Mai sentito parlare del principio di conservazione della massa? E delle ricerche epidemiologiche intorno agl’inceneritori? E che ne dice di dare un'occhiata a ciò che si trova nei cancri e nelle malformazioni fetali? Mi venga a trovare in laboratorio, se ha un'oretta da spendere.

“I cittadini non dovrebbero essere tediati” da quella noia che è differenziare i rifiuti. Certo, Professore: buttiamo tutto insieme e bruciamolo! Facciamo tanti inceneritori che comporteranno miliardi di Euro in bustarelle (una fonte indubitabile di ricchezza in questo momento di stretta) e frutteranno ancor più denaro alle aziende farmaceutiche e a tutti quei luminari della Medicina che fanno prevenzione secondaria. E poi, come dice lei, ricaveremo un mare di energia. Poco importa se costruire ciò che mandiamo al rogo è costato un tesoro proprio in termini di energia: l’importante è che la gente ci creda. “Vivere ardendo e non sentire il male” scriveva Gaspara Stampa in pieno Cinquecento. La poetessa parlava d’amore. Lei, Professore, di morte.

Lei dice che la Liguria manda in discarica quasi tutto ciò che i cittadini differenziano. Se la cosa è vera, si mandano a casa gli amministratori per manifesta incapacità. Questo, però, non ha nulla a che vedere con il fallimento della raccolta differenziata ma solo con quello della politica come la intendiamo noi italioti.

Da ultimo, caro Professore, lei varca il confine tra comizio ad uso di chi è culturalmente ed intellettualmente poco dotato e farsa. Sono d’accordo con lei che Prodi è stato un presidente del consiglio da non rimpiangere (anche se quello che ci è toccato in alternativa è infinitamente peggiore, se non altro per il baratro lungo cui ci sta facendo rotolare), ma dargli dello stupido per una delle poche affermazioni ineccepibili che ha fatto le tira la zappa sui piedi. “La prima fonte d’energia è il risparmio” avrebbe detto Prodi, e qui credo che anche l’ultimo dei suoi sostenitori faticherebbe a dargli torto. Eppure, caro professor Battaglia, forse incapace di moderarsi e fidando su un pubblico non certo da intellighenzia, lei arriva a stravaganze del genere.

Io non so se lei sia in buona fede o lavori occhiutamente per un padrone. Non voglio saperlo e, in effetti, non me ne potrebbe importare di meno. Certo che il suo accesso ai mezzi di comunicazione mi preoccupa non poco, e questo non tanto per me quanto per i miei figli e la generazione che seguirà. E ancor di più mi preoccupa il fatto che dei ragazzi dovranno sostenere un esame con lei.

Non voglio continuare, anche perché ho parlato di un personaggio d’interesse solo per una branca della Medicina che non mi compete, ma vorrei che chi mi legge facesse mente locale sullo sfacelo dell’accademia italiana come testimoniato dalle classifiche mondiali. Verrei anche che chi si accinge a mandare un figlio all’università, quasi sempre a costo di sacrifici, meditasse bene prima di metterlo nelle mani di certi insegnanti. Non molto tempo fa un neo-ingnere ambientale mi disse che, “quando si bruciano i rifiuti, la materia scompare perché è trasformata in energia. Parola di Einstein.” Parola di somaro.