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E´ lo sviluppo economico il killer dell´Amazzonia

di redazionale - 19/02/2009

 
 
«Lo sviluppo economico dell´Amazzonia degrada rapidamente l´ecosistema di questa regione condivisa da Bolivia, Brasile, Colombia, Equador, Guyana, Perù, Suriname e Venezuela». A dirlo non sono i soliti ambientalisti, ma lo studio "Environment Outlook in the Amazzonia: GEO Amazonia", redatto dagli 8 Stati amazzonici in collaborazione con il Programme per l´ambiente dell´Onu (Unep) e l´Organización del Tratado de Cooperación Amazónica, che è stato presentato al summit mondiale dei ministri dell´ambiente in corso a Nairobi. Gli 8 Stati e le organizzazioni che hanno commissionato lo studio scrivono chiaramente: «La nostra Amazzonia sta cambiando ad un ritmo accelerato, con modifiche molto profonde per i suoi ecosistemi».

Lo studio, che fa parte della serie di rapporti Unep "Global Environment Outlook", punta a sensibilizzare l´opinione pubblica sulle questioni ambientali ed a fornire soluzioni. E´ il frutto di due anni di lavoro di molti esperti e rivela che «nel 2005, la deforestazione accumulata in questa vasta area forestale condivisa tra gli 8 Paesi aveva già colpito più di 857.000 km2, provocando una riduzione del 17% della copertura vegetale. Questa superficie è equivalente a due terzi del Perù o al 94% del Venezuela». La pubblicazione riprende le proiezioni di uno studio del Nepstad del 2007 che prevede che entro il 2030 andrà perso il 55% delle foreste pluviali dell´Amazzonia, che si trasformerà in gran parte in una savana entro la fine del secolo.

I colpevoli principali sono lo sviluppo delle attività economiche nelle foreste pluviali dell´Amazzonia, la costruzione di infrastrutture industriali e per i trasporti e l´aumento della popolazione. «Le richieste dei mercati internazionali premono sulle dinamiche economiche produttive della regione e si traducono in un utilizzo intensivo delle sue risorse naturali - spiega il rapporto – «Questo si traduce nello sfruttamento del legname e dei prodotti forestali non legnosi ("chestnut", in particolare), degli idrocarburi, in espansione delle miniere, dell´agricoltura dell´allevamento bestiame per soddisfare le esigenze di le materie prime dei mercati globalizzati e incoraggia l´adozione di un modello produttivo che, per la maggior parte, non tiene conto dei criteri di utilizzo sostenibile».

Tra il 1975 e il 2005, la costruzione di strade nell´Amazzonia brasiliana si è moltiplicata per 10, incoraggiando l´invasione umana e una gestione poco accorta dei suoli. Intanto il crescente deterioramento della qualità delle acque ha pesanti ricadute sulla salute umana e sull´approvvigionamento alimentare.
L´importanza dell´Amazzonia per le risorse idriche continentali e mondiali è immensa: il volume di acqua fornito annualmente dal bacino amazzonico è valutato tra i 12.000 e i 16.000 KM3, circa il 20% del totale dell´acqua dolce del pianeta, una ricchezza compromessa da una gestione integrata del bacino idrico molto limitata e segnata da sprechi enormi.

«La disponibilità di acqua di superficie nel bacino dell´Amazzonia – sottolinea il rapporto - dipende in larga misura da come esso viene correttamente utilizzato e gestito in ciascuno dei Paesi del bacino. Queste acque sono state colpite da diverse attività umane che danneggiano la sua qualità: scorie minerarie, sversamenti di idrocarburi, uso di prodotti agrochimici, rifiuti solidi urbani, rifiuti derivanti dal trattamento illecito di colture come la coca».

Lo studio cita l’aumento dell´utilizzo di biocarburanti come una possibile cause di accelerazione dei cambiamenti di uso del territorio e spiega che se la deforestazione oltrepasserà il 30% della copertura vegetale, il livello di precipitazioni comincerà a diminuire nell´intera Amazzonia, avviando un ciclo vizioso che provocherà incendi forestali con ulteriore emissioni di fumi in atmosfera.
Sulla popolazione totale di 38,7 milioni di persone che vivono in Amazzonia, circa 21,3 milioni, il 63,6%, abitano zone urbanizzate.

Lo studio sottolinea la grave perdita di biodiversità in corso che colpisce fortemente specie a rischio di estinzione e rare. Inoltre, in diversi Paesi non esistono statistiche, anche di carattere generale, e non è disponibile una cartografia che diano informazioni aggiornate sulla perdita della biodiversità in atto.
Il cambiamento climatico e gli eventi estremi acuiscono la pressione sugli ecosistemi dell´Amazzonia e li rendendo più vulnerabile. La regione è stata colpita da un aumento della temperatura media, anche se la portata varia a seconda della zona

I 150 ricercatori che hanno partecipato alla redazione di "Environment Outlook in the Amazonia: GEO Amazzonia", suggeriscono ai governi della regione amazzonica diverse soluzioni che potrebbero permettere di far fronte ad un groviglio di problemi che sembra inestricabile. In particolare si chiede di avere una visione integrata dell´Amazzonia e di definire insieme il ruolo dei vari progetti nazionali di sviluppo della regione, armonizzando le politiche ambientali, concependo e mettendo in opera strumenti di gestione integrati e strategie regionali basate sull´utilizzo a lungo termine dell´ecosistema amazzonico, così come la promozione di studi per la valorizzazione economica dei suoi preziosissimi servizi ambientali.

La pubblicazione fa notare che, «mentre sarà del tutto impossibile conservare l´integrità dell´ecosistema amazzonico, le varie decisioni prese oggi saranno di fondamentale importanza nel determinare in quale misura i cittadini del Amazzonia possano accettare di scambiare il degrado ambientale con lo sviluppo socio-economico».