Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Inceneritore, costa tre ospedali

Inceneritore, costa tre ospedali

di Davide Pelanda - 21/02/2009

 
 
Un inceneritore può arrivare a costare oltre 500 milioni di euro, come 3 ospedali. Come a dire, la fabbrica delle malattie la paghiamo tre volte la fabbrica della salute. Questo sarà il costo del “termovalorizzatore” del Gerbido, a Torino. Come se non bastasse, di questi impianti la Provincia di Torino sta per costruirne ben due (un altro a Settimo Torinese). Nulla conta che, secondo uno studio del Politecnico, saranno sovradimensionati. In questi casi gli allegri spenditori vanno avanti, non si fermano mica.
Pochi poi sanno che i terreni agricoli circostanti questi due inceneritori verranno contaminati da diossine, polveri sottili, metalli pesanti per decine di chilometri, così come attestano fior di studi medici e così come è successo per quello di Brescia, anche se questa è cosa da sempre sottaciuta. È stato infatti dimostrato dai medici che nelle aree circostanti gli inceneritori aumentano tumori e malattie cardiorespiratorie che colpiscono soprattutto anziani e bambini.

Forse invece nessuno sa che già l’Unione Europea avrebbe stimato i costi sanitari degli inquinanti emessi dagli impianti. Esisterebbe infatti, secondo il dottor Roberto Topino, specialista torinese in Medicina del Lavoro, un documento realizzato da TRM (Trattamento Rifiuti Metropolitani) in collaborazione con il Politecnico di Torino.
Se ne è parlato in un’assemblea pubblica, di cui è disponibile anche il video (www.youtube.com/watch?v=sJbkpMXEDV8 )
Durante l’assemblea è stata sciorinata una lista impressionante, una sorta di prezziario che associava malattie e costi. Il cancro da cromo, ad esempio, costerebbe 58.178 euro mentre il cancro al polmone da idrocarburi policiclici aromatici costerebbe 7.854 euro.

Piano di compensazioni eufemisticamente dette “ambientali”

Tra le cose più incredibili di questi impianti piemontesi c’è il Piano strategico di azione ambientale (in sigla PSAA) che prevede opere per oltre 41 milioni di euro per interventi di «compensazione ambientale»: piste ciclabili, arredo e verde urbano, riqualificazione ambientale, una miriade di infrastrutture viarie e ferroviarie. L’assessore provinciale alla Pianificazione ambientale Angela Massaggia gongola: «il termovalorizzatore riqualificherà l’intera area circostante». E uno s’immagina allegri bambini in bici tutto intorno.
Per coprire economicamente queste opere interverranno vari enti: TRM, la società che costruirà gli impianti, stanzierà il 10% dell’importo dei lavori di costruzione del termovalorizzatore, cioè circa 24 milioni di euro, la Regione Piemonte da parte sua contribuirà con più di 15 milioni di euro, la Provincia di Torino con 1.237.000 euro mentre i rimanenti 634.000 euro saranno a carico di altri enti.

La raccolta differenziata? Tagliamola, costa troppo!

Se la titolare dell’assessorato provinciale alla Pianificazione ambientale gioisce degli inceneritori, il suo collega all’Ambiente del Comune di Torino, Domenico Mangone, piange perché non ha più soldi per differenziare l’immondizia in città. Sebbene l’obiettivo ufficiale della differenziata sia il 47-48%, ora si raccoglie solo il 40,8%, contravvenendo agli obiettivi di una norma nazionale. Prospettiva: il Comune potrebbe dover pagare una mega-sanzione, salvo deroghe. Che le ambizioni volino basso lo rivela il Piano della gestione dei rifiuti, quello che prevede i due inceneritori. Lì si dice che la raccolta differenziata arriverà al massimo al 51-52%. Il modello Napoli è sempre più vicino del modello Francoforte.