Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Tagli o sprechi? Spero sia lecito nutrire dubbi e perplessità

Tagli o sprechi? Spero sia lecito nutrire dubbi e perplessità

di Gianfranco La Grassa - 24/02/2009

Spero sia lecito nutrire dubbi e perplessità su ciò che afferma il Presidente della Repubblica senza che ciò suoni come offesa a lui come a nessun altro. Non avendo studiato a fondo la Legge Gelmini (ci mancherebbe altro con il poco tempo che ho), voglio dare per scontato che ci siano tagli indiscriminati alla ricerca. Sia chiaro che non giuro sull’opinione di nessuno, nemmeno su quella degli “Dei”; semplicemente, non desidero sprecare energie ad argomentare in base alle perplessità in me suscitate da certe posizioni, che mi sembrano le solite sentite “a sinistra” nei confronti del Governo di “destra”. Quindi, lo ripeto, diciamo pure: non tagliamo indiscriminatamente la ricerca.
Tuttavia, vogliamo anche consigliare di non dare finanziamenti a pioggia, senza selettività alcuna? Vogliamo esplicitare che ci sono sprechi incredibili? Sarebbe desiderabile che si facessero scelte precise. Per carità, non semplicemente verso i settori della ricerca tecnico-scientifica; anche le scienze sociali e umane, anche la cultura letteraria e artistica, sono importanti per una società che si voglia “civile”. Tuttavia, bisogna veramente che si tratti di cultura di rilevanza, e soprattutto capace di incidere in qualche modo su una società che continua – anzi incrementa esponenzialmente – l’ascolto dei Festival di S. Remo, del Grande Fratello, dell’Isola dei famosi, dei litigi pienamente urlati e dispiegati. Ma pure certi campi scientifici vanno un po’ meglio tarati e ricalibrati. Non voglio dire male in assoluto della biopolitica, ad esempio, ma non sembra proprio a nessuno che fioriscano troppi centri e insegnamenti del genere? E quando si danno milioni di euro a campagne, più o meno motivate scientificamente (non mi sembra che i personaggi gratificati siano scienziati) non è che si tratti di guardare certi finanziamenti un po’ più da vicino? Si potrebbe conti-nuare, ma non spetta a me farlo.
Bisogna però incoraggiare il Governo ad eliminare gli sprechi. La ricerca è importante per supe-rare la crisi, sostiene il Presidente. Intanto, questa affermazione implica francamente una visione un po’ (molto) semplicistica della crisi in atto. Inoltre, se proprio si vuol sostenere la ricerca che aiuta nella crisi, allora dovremmo veramente sacrificare molto tutto ciò che è cultura “umanistica”; mi si permetta di pensare che ciò sarebbe negativo. Infine, non credo faccia male a questa crisi risparmia-re soldi buttati via per una serie di camarille universitarie, spostando i finanziamenti verso chi pro-duce reddito. Senza poi considerare che, non per superare la crisi (facciamo scommessa che ci sa-remo presto dentro, malgrado le tante chiacchiere in “alto loco”?), ma per uscirne nel meno peggio-re dei modi possibili, è fondamentale un’adeguata politica estera – fra l’altro appoggiando quei set-tori economici decisivi allo scopo di fornire un contributo rilevante a quest’ultima – per condurre la quale, con efficacia e un minimo di influenza, bisogna impiegare una buona quantità di risorse in molti modi, non tutti forse chiari e limpidi come acqua di fonte.
Infine – in un’epoca in cui si parla tanto di “etica negli affari”, delle malversazioni finanziarie, un po’ superficialmente considerate la causa delle cause della crisi – si vorrà mettere mano alla re-visione dei concorsi universitari? Spero non si negherà che sono assai spesso una sostanziale coop-tazione? Quindi, dando per scontato che dobbiamo evitare tagli indiscriminati, non schieriamoci però toto corde con tutto l’apparato di insegnamento e ricerca; tagliamo quella parte poco efficiente, poco produttiva, poco trasparente; e dove gli sprechi sono ben noti a chi non si mette il paraocchi. Se la più alta carica dello Stato, esempio per tutti, volesse esprimere anche indirizzi come quelli molto schematicamente qui espressi, nessuna perplessità potrebbe sfiorare più alcun cittadino. Al-meno credo così. E mi si scusi se mi sono permesso.