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Il Maestro della Tradizione

di Alessandra Salvini - 03/03/2009

 

 

Evola in quaranta capitoli e quaranta autori diversi intervistati da Marco Iacona. È appena uscito per Controcorrente edizioni il Maestro della Tradizione un volume che si pone in scia alle storiche Testimonianze su Evola curate da Gianfranco de Turris e pubblicate in due edizioni diverse per i tipi delle Mediterranee nel 1973 e nel 1985. Il volume contiene un profilo assai variegato dell’Evola-pensiero fra arte, filosofia, politica e spiritualità. Un Evola oltremodo complesso insomma che va ben al di là delle facili letture ereditate dagli anni Settanta da sinistra e da destra e per molti versi speculari.
Gli intervistati, quaranta studiosi che hanno scritto pagine utili, interessanti e per molti versi storiche su Evola o i cosiddetti evoliani, ripercorrono l’intero progetto intellettuale del “Maestro della Tradizione” a cominciare dai primissimi anni nei quali il “filosofo” si andava occupando d’arte e di poesia. Il risultato atteso un po’ da tutto l’“ambiente”, è che a trentacinque anni dalla morte di Evola qualcosa finalmente si è mosso.
Per Gianfranco de Turris che ha curato la prefazione, Evola sta uscendo dalla parte della lavagnetta destinata agli eterni “cattivi” per essere finalmente studiato e non più tabuizzato. Per lo stesso Iacona la diseguaglianza del pensiero di Evola è tutt’uno con un secolo, il Novecento, nel quale lo sciogliersi sbrigativo e violento di alcuni nodi critici ha dato luogo ad un pensiero per forza di cose “irregolare”. Diseguaglianza dalla quale è ovviamente difficile tirar fuori qualcosa che sia appunto “uguale”. Per lo storico esperto d’arte e storia di casa nostra, Jeffrey T. Schnapp, Evola è un genio «insopportabile», un intellettuale aristocratico che in barba ad amici e nemici non volle mai farsi comprendere. Per Giovanni Sessa, Gianfranco Lami e Massimo Donà invece Evola fu un filosofo con un percorso teorico, e non solo teorico, articolato ma ben definito. Quest’ultimo poi, descrive Evola come un vero e proprio filosofo «della libertà». Per Stefano Zecchi, nome notissimo della cultura italiana, Evola fu un pensatore utile ad uscire dal tunnel davvero imbarazzante degli anni del secondo dopoguerra; torna dunque l’idea delle difficoltà della destra italiana. Anche Aldo A. Mola infine, storico della massoneria, ha di Evola un’opinione complessivamente positiva.
Claudio Bonvecchio analizza con la lucidità dello scienziato una delle opere evoliane più controverse cioè Imperialismo pagano, mentre da parte sua Adolfo Morganti cerca di chiarire i rapporti fra Evola e il cristianesimo; all’uopo nuove informazioni su tali rapporti sono estrapolabili anche dalla recente uscita della 4a edizione di Maschera e volto dello spiritualismo contemporaneo – Mediterranee 2008.
Ma non è tutto. All’interno delle quattrocento e passa pagine del libro, Joscelyn Godwin, Renato Del Ponte, Vitaldo Conte, Nuccio D’Anna e Stefano Arcella evidenziano i lati meno conosciuti di Evola, quelli diciamo così più impervi, per non dire poco o punto compresi, non conformisti, spiritualisti ed esoterici, all’interno dei quali ci si muove sempre con mille circospezioni. Dal canto loro Piero Di Vona e Piero Fenili riassumono i tratti dell’ermetismo evoliano.
Il filosofo Manlio Sgalambro, altro nome certamente noto al grande pubblico, sorprende per la lettura evoliana più in chiave “artistica” che “filosofica”, qualche capitolo più in là invece gli accademici Francesco Tomatis, Francesco Saverio Festa, Franco Cardini e Francesco Zambon, che si trovano a loro agio fra le diverse forme di spiritualità orientale ed occidentale, forniscono letture ugualmente colte ma più attente al dettaglio.
Richard Drake, Hans Thomas Hakl e Claudio Mutti si occupano dell’Evola “straniero”, mentre i saggisti Andrea Marcigliano, Marco Rossi e Manfredi Martelli trattano dei rapporti fra Evola e la politica. Denominatori comuni fascismo, nazionalsocialismo e la spinosa parentesi razzista.
Passiamo all’Evola del dopoguerra. Anche Alan De Benoist e Marcello Veneziani si muovono con rara maestria all’interno della visione politica di Evola, l’Evola degli anni Cinquanta e quello della fine degli anni Sessanta per essere precisi, mentre Primo Siena, Fausto Gianfranceschi e Giano Accame, già protagonisti della destra italiana nei primissimi anni Cinquanta ed intellettuali di primissimo piano si lasciano andare anche ai ricordi personali. Mario Bernardi Guardi, Nicola Toraldo Serra e Pietrangelo Buttafuoco forniscono invece tre eleganti letture dell’Evola del dopoguerra – perché si legge o si ama Evola insomma – mentre Claudio Risé e Marino Freschi muovono da argomenti dei quali sono studiosi di chiara fama e cioè i rapporti fra Evola e la cultura tedesca, Jünger in particolare, ed Evola e il mondo della psicanalisi e dell’eros.
Annalisa Terranova e Alberto Lombardo analizzano invece le risposte esistenziali e politiche dei giovani formatisi sui libri del “filosofo”, l’Evola del futuro dunque. Infine Francesco Germinario e Francesco Coniglione forniscono ai lettori due interpretazioni non umorali ma frutto di studi e ricerche, da un angolo di visuale decisamente critico.
L’intento di Iacona che ha pensato e progettato il volume insieme a de Turris e a Pietro Golia – editore di Controcorrente – sembra quello di determinare una lettura delle opere di Julius Evola fuori da qualunque stereotipo “buonista” o “cattivista”, e di consegnare agli studiosi del Terzo Millennio un intellettuale immerso nella cultura e nella cronaca del suo tempo, dalle quali cerca di trarre spunti per riflessioni critiche d’un certo tono e livello; critiche complesse raramente uguali a se stesse – ben meditate ma in movimento – e debitrici per forza di cose del periodo in cui furono pensate ed elaborate. Il tutto condito dal dato di partenza fornito dalla difficile concetto di decadenza. Dopo l’ottimismo del pensiero positivista infatti, tra le due guerre mondiali si acutizza la visione di un declino inarrestabile dell’Occidente, peraltro astrattamente non nuovo, ed è anche da lì che il pensiero evoliano prende forma; pensiero al quale poi, periodicamente, vanno sommati rimedi e soluzioni “pratiche” per l’uscita dal tunnel della cosiddetta crisi.
Ce n’è abbastanza per i lettori, da quelli più “colti” a quelli più distratti? Francamente pensiamo di sì...

Marco Iacona, Il Maestro della Tradizione. Dialoghi su Julius Evola
Controcorrente, Napoli 2008 (pp. 430; euro 30).