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Il liberismo, vecchie volpi e giovani squaletti

di Pietro Cambi - 03/03/2009

Fonte: crisis.blogosfere.it

  
 
I nostri ineffabili (nel senso che mancano le parole per descriverli, perfino passando al turpiloquio) governanti si sono nuovamente adunati, a Bruxelles, per decidere che fare riguardo ai debiti ormai insostenibili di nove paesi dell'Est, entrati da poco nel mercato comune.

In sintesi, al di la di generiche assicurazioni ed astratte affermazioni di principio, è stato deciso di non decidere nulla, di lasciare questi paesi al loro destino, senza attuare una strategia complessiva di salvataggio, ma affrontando, di volta in volta, le singole emergenze, caso per caso, come fatto qualche tempo fa per l'Ungheria, che ha ricevuto un prestito di 6,5 miliardi di dollari, salvandosi cosi, per un paio di mesi (forse), dalla bancarotta.

In pratica, al di là delle chiacchiere, si è deciso di non affrontare l'agente virale che ha causato la malattia ma semplicemente di curare i sintomi.

Questo perché una soluzione globale, complessiva, da un lato avrebbe messo sullo stesso piano paesi sostanzialmente virtuosi o comunque più moderati nel ricorso al credito facile, con altri decisamente più disinvolti ( come appunto l'Ungheria, che aveva invece chiesto un piano unico, per condividere con altri la gogna finanziaria) dall'altro avrebbe reso necessario ammettere che i nuovi squaletti della finanza sono riusciti ad infinocchiare ben bene le vecchie volpi della finanza, convinte di essere entrate nello stagno delle anatre per farsi una bella scorpacciata.

Nessun bisogno di usare l'immaginazione; basterà ricordare quello che aveva ammesso clamorosamente, addirittura un paio di anni fa, il giovane premier Ungherese, Ferenc Gyurcsany,"La divina provvidenza, l`abbondanza di denaro contante nell`economia mondiale, e centinaia di trucchetti, dei quali non è necessario che vi mostriate pubblicamente al corrente, ci hanno aiutato a superare questo momento. Abbiamo raccontato un sacco di balle ma non può andare avanti così".

A quanto pare i poveri selvaggi con un coso nel naso, perizoma di piume e tamburi di zebra non solo non hanno venduto i loro tesori per qualche barile di perline ma hanno beffato i furbi mercanti occidentali convinti di comprarsi il paese per un tozzo di pane.

Gli starebbe bene, verrebbe da dire, è il mercato , miei cari, si dovrebbe rispondere, quando l'ennesima banca supplica di essere salvato dalla mano pubblica, se non fosse che in questi giochini finanziari ci rimette sistematicamente la gente comune, da entrambi i lati.

Basterà ricordare, ad esempio, che l'Austria è esposta con l'Est europeo, tramite le sue banche, per una buona porzione del proprio PIL (il 70%), oppure che più della metà dei mutui polacchi è stata contratta in franchi svizzeri ed ora, con la svalutazione galoppante dello Sloty, la valuta locale, che ha già perso il 50% del suo valore negli ultimi mesi, buona parte di questi mutui è diventata insostenibile per i cittadini polacchi.

In entrambi i casi un sacco di gente comune, la maggioranza dei cittadini, si prepara a perdere o i conti correnti o la casa.

O tutti e due.

Insomma la situazione non solo rimane esplosiva ma è chiaro che nessuno può farci più nulla.

Perchè a questo punto la clamorosa assenza di misure potenti e coordinate vogliono dire proprio questo: nessuno, nell'indebitatissima Europa ha il coraggio di raddoppiare il debito nel giro di pochi anni, come si accinge a fare Obama ( deficit previsto per il 2009 pari al 12.5% del PIL americano, alla pari con il deficit del 1945).

In questo modo una decisione in realtà è già stata praticamente presa, almeno qui in Italia e probabilmente anche in Germania e in Francia: niente accanimento terapeutico. Il sistema finanziario non è salvabile e verrà lasciato crollare.

Quello che non si è capito è che una situazione così non può essere gestita solo con strumenti politici generici.

Senza rifondare di sana pianta l'intero sistema finanziario mondiale su basi di sostenibilità, ovvero ridisegnando anche il sistema economico e di conseguenza l'intera struttura sociale, senza di tutto questo, NON SE NE ESCE.

Il nuovo New Deal?

Si, ma chiamarlo cosi è alquanto riduttivo.

Sinceramente, purtroppo, non vedo personaggi all'altezza in Europa.

Vorrei essere più esplicito: qui non ci giochiamo semplicemente il ( residuo) benessere economico.

Qui ci si gioca la pace sociale (eufemismo).

Molto presto, se non si convincono le persone che le regole sono cambiate per davvero, e questo in tutta Europa, il coperchio della pentola salterà per aria.

Sarà per questo che si comincia a tastare il terreno, con certi provvedimenti di cui abbiamo parlato anche qui, per vedere come reagisce il popolino.

Per ora borbotta, bofonchia e tira la carretta.

Ma per ora, almeno dalle nostre parti, non fa ancora la fame.

Le rivoluzioni, la storia lo insegna, partono sempre dallo stomaco.

Ad essere esatti, lo diceva Napoleone, anche gli eserciti marciano con lo stomaco...


La crisi economica e finanziaria in corso degenererà in violente esplosioni sociali?