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Genchi e l'anomalia Italia

di Mauro Maggiora - 05/03/2009

 
L'analisi politica impietosa che viene condotta a queste latitudini rifugge il provincialismo della micronotizia sulle beghe nazionali, imperante anche nei canali canonici di Controinformazione. Tuttavia crediamo sia onesto isolare l'anomalia Italia nelle sue manifestazioni contingenti. Anche perchè l'anomalia Italia può essere presa come paradigma della sovranità limitata, dell'omologazione culturale e dello strapoitere dei potentati internazionali. Prendiamo l'affaire Genchi, che rappresenta in toto “il valore aggiunto" nazionale, il nostro perverso contributo allo sfascio occidentale.
In principio fu “il più grande scandalo della Repubblica Italiana”: il nostro premier disegnò uno scenario apocalittico in cui onesti cittadini venivano intercettati mentre tradivano la moglie, cioè la rappresentazione classica che l'uomo di Arcore dà della privacy, nella sua accezione più squallida.
Il tutto, ovviamente, per accelerare  l'approvazione di una legge che disciplinasse le intercettazioni pro domo sua e dei suoi amichetti trasversali.
Nel frattempo si sanciva la “sacralità" della riservatezza lasciando che le società di marketing telefonico potessero di nuovo accedere ad archivi precedentemente inibiti attraverso il decreto “millesfoglie”, e vessare felicemente  i “clienti” con le telefonate seriali all'ora di cena. La cosiddetta deroga mercantile alla privacy: se non consumi ti rompiamo i coglioni.
Tornando al consulente giudiziario Gioacchino Genchi, chiamato dal pm De Magistris a collaborare all'inchiesta Why Not, si è scoperto che aveva lavorato su tabulati telefonici riferiti ad utenze intercettate durante indagini che disegnavano e disegnano scenari orrorifici: intrecci di mafia, massoneria, politica e imprenditoria, passati e presenti. Una rappresentazione dell'Italia come avanguardia continentale ed oltre, l'anomalia della criminalità organizzata, quella delle protezioni politiche, quella della longevità/immunità dei suoi rappresentanti parlamentari, nei loro passaggi dalla Prima alla Seconda Repubblica uguale e assolutamente aderente.
Anomalie che si ripetono sinistramente: parlamentari e procure indagate che ricusano senza alcuna competenza territoriale (vedi i casi delle procure di Roma e di Catanzaro), fondi europei che finiscono nel magma delle clientele partitiche, connessioni con le oligarchie bancarie italiane, veri e propri templi inviolabili, servizi di vigilanza sulla sicurezza che vigilano su magistrati e consulenti, servizi segreti e consulenti come Genchi che attaccano politici in tv e si dichiarano tenutari di segreti di Stato da anni ipotizzati, palesati ma mai emersi.
Più Stati paralleli che si intersecano, voragini finanziarie e finto-imprenditoriali, intere generazioni di politici delegittimati, liberi professionisti che suppliscono al ruolo dello Stato (che in un paese normale dovrebbe procedere alla pulizia degli scheletri "politici" nell'armadio), banche centrali controllate dalle banche private, cariche dello Stato che si autoimmunizzano, delegati che si autodelegano. Ecco l'anomalia Italia.