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Gli Usa proseguono la politica imperiale

di Andrea Perrone - 08/03/2009

 

 
Gli Usa proseguono la politica imperiale
 



A Bruxelles, nel quartier generale dell’Alleanza Atlantica, gli Usa chiedono il ripristino delle relazioni tra Nato e Russia ma mantengono aperte le porte all’ingresso di Georgia e Ucraina, non escludendo nemmeno l’opzione dello scudo spaziale.
A presenziare l’iniziativa è stata per la prima volta in veste di segretario di Stato Usa, Hillary Clinton (nella foto), che nonostante i complimenti dei suoi alleati per una presunta ventata di aria fresca portata dall’amministrazione Obama ha continuato a portare avanti le solite posizioni retrive e antirusse come quelle dell’ex presidente repubblicano, George W. Bush. La Clinton ha puntualizzato infatti l’importanza dello scudo antimissile affermando che non può essere messa in dubbio, visto che servirebbe - a suo dire - a tenere lontano il pericolo iraniano. Un pericolo inesistente perché Teheran non ha tanto uranio arricchito da trasformare il suo nucleare civile in quello militare, e non ha missili in grado di colpire l’Europa. Il segretario Usa ha poi esaltato “il coraggio e la leadership” della Repubblica ceca e della Polonia per il loro coinvolgimento nel progetto.
Dopo aver ribadito che l’amministrazione statunitense è pronta a riconsiderare il suo progetto di scudo antimissile in Europa, se la Russia si impegna ad intervenire sul nucleare iraniano, la Clinton ha spiegato che il progetto dello scudo non è stato abbandonato, ma vi è la necessità di coinvolgere anche la Russia. Una proposta questa poco allettante per Mosca, visto la natura antirussa della stessa, che evidenzia l’aperta malafede di Washington in tutta la vicenda. Il segretario Usa ha salutato il “coraggio e la leadership” della Repubblica ceca e della Polonia per l’accordo firmato lo scorso anno finalizzato al dispiegamento del sistema di difesa missilistico.
Dopo il bastone la Clinton ha voluto usare la carota, per dimostrare quanto sono buoni i gendarmi planetari. Il segretario di Stato ha dichiarato infatti che è “tempo di andare avanti” nelle relazioni tra la Nato e la Russia sottolineando che “possiamo e dobbiamo trovare i mezzi di lavorare in modo costruttivo con la Russia in quei settori dove abbiamo interessi comuni, in particolare per aiutare il popolo afgano”. Tuttavia al di là delle buone intenzioni ha continuato a proporre all’Alleanza Atlantica l’apertura delle “porte ai Paesi europei come Georgia e Ucraina” e un aiuto per “soddisfare gli standard Nato”. Una posizione questa in grado di provocare di nuove tensioni con la Russia per la minaccia che rappresenta la suddetta ipotesi ai danni di Mosca.
Più cauta invece la Clinton è stata sulla data di ingresso di Tbilisi e Kiev, sottolineando che l’Alleanza ha promesso a Georgia e Ucraina che “un giorno” potranno ottenere la membership, ma il cammino appare ancora lungo. Il segretario di Stato non ha mancato di attaccare gli interessi della Russia affermando che gli alleati non accetteranno “mai” l’indipendenza delle regioni georgiane Ossezia del sud e Abkhazia, considerata dagli Usa e dalla Nato una palese violazione della sovranità territoriale della Georgia.
Più duri della Clinton e della maggioranza degli altri alleati sono stati i membri Nato dell’Europa centro-orientale, con posizioni da vera e propria Guerra Fredda. Tanto che Lituania e Repubblica ceca si sono opposti alla ripresa dei colloqui con Mosca nel quadro del Consiglio Nato-Russia.