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Maschera e volto dello spiritualismo contemporaneo

di Dagoberto Husayn Bellucci - 09/03/2009

 

 


C'è chi parte con un raga della sera
e finisce per cantare "la Paloma".
E giorni di digiuno e di silenzio
per fare i cori nelle messe tipo Amanda Lear
vuoi vedere che l'Età dell'Oro
era appena l'ombra di Wall Street?
La Falce non fa più pensare al grano
il grano invece fa pensare ai soldi.
E più si cresce e più mestieri nuovi
gli artisti pop, i manifesti ai muri
i Mantra e gli Hare Hare a mille lire
l'Esoterismo di René Guénon.
Una Signora vende corpi astrali
i Budda vanno sopra i comodini
deduco da una frase del Vangelo
che è meglio un imbianchino di Le Corbusier.
Eterna è tutta l'arte dei Musei
carine le Piramidi d'Egitto
un po' naifs i Lama tibetani
lucidi e geniali i giornalisti.
Supermercati coi reparti sacri che vendono
gli incensi di Dior
rubriche aperte sui peli del Papa.

Franco Battiato - "Magic Shop" (album "L'era del cinghiale bianco" 1979)


Magia, occultismo, spiritualismo, ricerche metapsichiche e psicanalisi, teosofismo e antroposofia, settarismi di qualunque tendenza e gruppi satanici, misticismi di ogni latitudine e esoterismi di qualsivoglia genere hanno praticamente invaso quasi stabilmente la vita quotidiana dell'individuo moderno. Attualmente l'interesse per il sovrasensibile appare una prerogativa tipica del mondo moderno: il sensazionale va di moda, l'attenzione per tutto ciò che esiste di "sovrannaturale" e sovrasensibile conosce un'autentica stagione d'oro, aumentano le esigenze dell'uomo contemporaneo sempre più alla ricerca del "sacro" soprattutto di quello "fai da te", i movimenti e le sette pullulano e si diffonde il verbo della New Age = la nuova era dell'acquario.
L'attenzione per tutto quanto abbia a che fare con l'occulto vive un momento di straordinaria rinascita, c'é ovunque bisogno di una nuova religiosità di nuove forme di "divino" e non mancano neanche le attese messianiche spinte fino al parossismo e all'esasperazione in determinati ambienti per i quali viviamo l'età oscura, l'età del Kali Yuga. (1)
Julius Evola ha analizzato nel presente volume alcune delle principali manifestazioni di questa 'tendenza' avvertendo il lettore e mettendolo in guardia in particolar modo su quelli che sono gli aspetti negativi dei fenomeni o delle pratiche in questione laddove , contrariamente a quanto possa in apparenza suscitare di 'positivo' un simile ritorno al sovrasensibile in contrapposizione al materialismo dominante le società moderne, sono presi in considerazione i retroscena che simili tendenze, oggi assurte a fenomeno di massa e  pratiche quotidiane per milioni di individui, possono rappresentare per i valori della personalità.
L'esigenza di un ritorno dell'uomo contemporaneo al "sovrasensibile" è da ricondurre , secondo l'autore, ad un sentimento innato dell'individuo poichè "a meno che non intervengano processi di fondamentale degradazione, nel profondo della natura umana sussiste il bisogno dell'"altro"..." che provoca l'impulso e la ricerca per tutti quei fenomeni o quelle forme di religiosità "fai da te" - che Evole definisce come Neospiritualismo - che pretenderebbero di offrire con caratteri di cose nuove e idee che sembrano aprire verso orizzonti e realtà più vaste e complete delle risposte agli infiniti perchè dell'esistenza umana.
Questo è il terreno, fertilissimo nella società capovolta del post-nichilismo contemporaneo e della post-modernità edonistica e vuota, nel quale si muove dunque la ricerca; la congiuntura 'situazionale' che fa da sfondo alla diffusione dei movimenti neo-spiritualisti ed occultisti che, a cominciare dalla seconda metà dell'ottocento e fino ad oggi, hanno preso piede e si sono diffusamente espansi a macchia d'olio un pò ovunque. Ed è bene chiarire fin d'ora come questa tendenza rappresenti un'equivoco ed un errore di 'segno contrario' spesso e volentieri laddove , come scrive Evola, "presenta i caratteri di quella che Oswald Spengler ha chiamato la 'seconda religiosità' , che si manifesta non nel periodo luminoso e originario di una civiltà organica, qualitativa e spirituale e al centro di essa, ma in margine ad una civilizzazione crepuscolare e in dissoluzione - nel caso specifico in ciò che lo stesso Spengler ha chiamato "il tramonto dell'Occidente" , come un fenomeno peculiare di esso.".
La realtà discendente della maggior parte dei movimenti e/o tendenze dello spirito prese in esame confermerebbe questa valutazione sostanzialmente negativa del neo-spiritualismo e dei suoi successivi sviluppi nel XXmo secolo e fino ai giorni nostri: ogni falso misticismo, ogni sorta di prodotto per l'autorealizzazione di sè, ogni setta in stile 'Nuova Era' ha diffuso dottrine e pratiche di tipo 'iniziatico' o 'ascetico' conformi alla Tradizione, spesso muovendosi invece in senso contrario sia alle grandi religioni monoteiste - accusate di non risolvere i dubbi laceranti e le problematiche prodotte dalla società moderna - sia ai principii-guida delle scuole tradizionali.
Il neo-spiritualismo , nelle sue diverse forme e manifestazioni, si presenta dunque come un 'antagonista' rispetto alla religiosità tradizionale tanto che , analizzando le caratteristiche proprie dei suoi movimenti si è inclini a non parlare di neo-spiritualità per definire 'tipologie' di gruppi ed organizzazioni verso le quali occorre estrema diffidenza per i caratteri regressivi della personalità umana la cui difesa, ci indica Evola, deve rimanere il "còmpito, prima di realizzare il quale ogni vera aspirazione "spiritualista" manca del suo primo presupposto...".
A furia di cercare il 'sovrannaturale' si rischia cioè di finire nel mondo dell'infra-naturale o per essere più chiari in quella zona "psichica" critica, dove le difese individuali proprie del carattere, del temperamento e della personalità del singolo scompaiono per lasciare il passo ad una "zona "psichica", "occulta, rispetto alla coscienza ordinaria, la quale è a suo modo reale (non "illusione soggettiva" o "allucinazione"), ma che non è da scambiarsi con lo 'spirituale' in senso di valore, e tanto meno con il 'sovrannaturale'. Con maggior ragione - prosegue Evola - qui si potrebbe parlare di infranaturale, e chi si apre passivamente , "estaticamente" a questo modno, in realtà retrocede, fa scendere il livello interno da un grado superiore ad un grado inferiore.".
Come legittimamente avverte infatti l'autore una autentica ricerca spirituale deve , a chi abbia una particolare vocazione e qualificazione, aprire le porte ( da quì il termine di esoterismo = occulto, celato dal greco eìsotheo = aprire un porta, far entrare) verso una autentica "trascendenza" , verso una spazio ed una realtà nella quale sia possibile una vera rigenerazione interiore , una superiore libertà di là dei condizionamenti e dal senza-senso dell'esistenza contemporanea ovvero "in via di principio si tratta di porre l'esigenza di una via ad esperienze che, lungi dal "ridurre" la coscienza, la trasformino in supercoscienza, che lungi dall'abolire la distinta presenza a sè così facile a conservarsi in un uomo sano e sveglio fra le cose materiali e nelle attività pratiche, la innalzi ad un grado superiore, in modo da non alterare i principì che costituiscono l'essenza della personalità, ma invece da integrarli."
Il volume prende in esame, e ripercorre in maniera sistematica, i principali movimenti e tendenze neo-spiritualiste moderne: dallo spiritismo di ottocentesca memoria (di cui furono pioniere le statunitensi sorelle Fox e , tra Europa, Stati Uniti e India la fondatrice della "teosofia"  Elena Petrovna Blavatsky ) alle ricerche sui fenomeni 'psichici' passando attraverso la metapsichica, la società teosofica, l'antroposofia di Steiner, il neo-misticismo di Krishnamurti e giungendo fino ad un excursus piuttosto veloce ma significativo relativo alla rinascita satanista (da Crowley a Szandor La Vey) e alle più attive correnti iniziatiche o scuole 'magiche' con particolare riferimento a Georgi Ivanovjc Gurdjeff, Giuliano Kremmerz, Eliphas Levi e agli scritti di Gustav Meyrink.
Non mancano due capitoli dedicati ad una critica della psicanalisi (da Freud a Adler, da Reich a Jung) ed una "parentesi" sul cattolicesimo esoterico e il tradizionalismo 'integrale' quest'ultimo interessante e rivelatore per i difensori a spada tratta di una pretesa , ipotetica, rinascita spirituale "cristiana" dell'Occidente in particolar modo laddove Evola  sottolinea come "se si ha ben chiaro ciò che è l'iniziazione nel senso integrale e autentico del termine, non si può non rilevare, in via di principio, una opposizione fra il cristianesimo, quale dottrina centrata nella fede, e la via iniziatica." aprendo il problema relativo all'esistenza di un "esoterismo cristiano" delle origini e soprattutto "la possibilità di integrare ciò che è presente nel cattolicesimo (e non in un vago cristianesimo) in un più vasto sistema , riferendosi al quale possano venire anche indicati la dimensione e il significato più profondo di strutture, simboli e riti." da ricollegare ad una tradizione metafisica primordiale unitaria.
Vediamo adesso quali sono le critiche rivolte da Evola ad ogni singolo movimento o tendenza neo-spiritualista trattata cominciando proprio con lo spiritismo "fin de siècle" di ottocentesca memoria per il quale non vi è alcun appello possibile perchè sebbene sia stato "il primo a richiamare l'attenzione del grande pubblico su di un ordine di fenomeni, i quali , a dire vero, nell'antichità erano ben conosciuti, ma che per uscire dai quadri della visione "positiva" del mondo consolidatasi nel secolo scorso erano stati negati e considerati come fisime e imaginazioni di menti superstiziose" si riduce a ben poca cosa. Il suo merito inizia e finisce appunto lì anche quando ha preteso di propiziare e provocare detti fenomeni con la scoperta dei medium e arrogando a sè il compito, peraltro gravoso, di sviluppare presunte, vere o meno, facoltà medianiche.
Al di là del datto fattuale che molto spesso ci si trovi dinanzi a vere e proprie truffe questo "giocare" a incontrare gli spiriti dei morti è di per sè atteggiamento categoricamente rifiutato da qualunque scuola tradizionale soprattutto in mancanza di adeguate conoscenze appunto predisposizioni naturali nonchè esperienze nelle quali la soglia di coscienza del "medium" rimanga sveglia, attiva, non in balia di entità occulte. Evola sottolinea chiaramente come "ogni saturazione di influenze 'infere' , che per queste e per altre vie si produce nella vita agendo fra le trame della coscienza, oggi è preoccupante più di quanto lo sia mai stata, perchè oggi manca quasi del tutto la controparte di quelle influenze di senso opposto, cioè effettivamente sovrannaturali, che le grandi tradizioni sapevano attrarre ed innestare invisibilmente alle nostre intenzioni, ai nostri pensieri, alle nostre azioni.".
La frode si presenta dunque di per sè come un fatto già medianico e spiritico quando si voglia "recuperare" forme 'viventi' residuali (complessi mnemonici, monoideismi, virtualità cinetiche impersonali) come tali destinate ad estinguersi. Di quì difficilmente non scorgere un vero e proprio spirito di menzogna che rappresenta il milieu per questi fenomeni in qualunque circostanza si producano e al di là degli 'effetti' che si riesca a creare.
Tralasceremo momentaneamente l'aspetto relativo alle ricerche psichiche, che ai fenomeni sopra citati si dedicano facendone da contro-parte attiva, per cogliere quanto di valido espone Evola nella sua critica alla psicanali che, in linea di principio, doveva porsi come sintesi tra le due correnti precedenti e quale suo superamento razionale; una disciplina che tratta difatti non l'accertamento o la provocazione di fenomeni psichici bensì l'esplorazione sotterranea dell'anima con le forze che vi risiedono e che all'interno di essa agiscono. Un'àmbito che è stato trasceso dalla moderna psicoterapia che è andata trasformandosi da studio dei comportamenti nevrotici di massa e di forme di isterismo e turbe psichiche ad una scienza che ha cominciato ad abusare dei propri mezzi e dei propri strumenti di ricerca ed analisi generalizzando le sue concezioni ed estendendo questo metodo non ad una casuologia clinica particolare di individui ma a chiunque cercando così di rispondere ai problemi esistenziali dell'uomo moderno che - de facto - per gli psicanalisti è un "malato".
Da ciò il rapido sconfinamento della psicanalisi in domini che con la medicina e la psicopatologia non c'entrano niente e lo sforzo di scoprire una fenomenologia psicopatica e contorta in fenomeni e manifestazioni culturali e sociali di ogni genere fino alla morale, all'arte, alla religione, alla mitologia, alla sociologia e non da ultimo - perchè per gli psicanalisti questo è in effetti una sorta di ossessione - la sessuologia con particolare riferimento alla scuola freudiana dalla quale procedono tutte le successive 'interpretazioni' psicanalitiche.
"La posizione caratteristica del freudismo è il disconoscimento nell'uomo della presenza e del potere di qualsiasi centro spirituale sovrano, insomma dell'Io in quanto tale" ovvero ciò che normalmente agisce nell'uomo a livello cosciente morale viene 'analizzato' sulla base di un "io inconscio" o "ideale dell'io" (l'Ich -ideal di cui scrive Freud) ovviamente 'tarato' e da sottoporre a suggestioni ovvero - essendo l'Io in conflitto perenne con sè stesso - renderlo 'suggestionabile' influenza il sub-cosciente smettendone la volontà e usando l'immaginazione che normalmente è associata a qualche forma di libido repressa che ha la sua origine nel sesso o , per esser più chiari, in qualcosa di 'sporco' che dovrebbe avere a che spartire con la sessualità dell'individuo. In realtà Freud supera qualunque limite, nega dignità all'Io cosciente, vorrebbe ricondurre qualunque manifestazione umana ad uno stato di "libidine" intendendo cioè lo 'svelamento' degli aspetti più bassi della sessualità , al lato occulto o zona d'ombra sub-personale nel quadro di una vera e propria demonia del sesso - che oltre agli aspetti di una potenza elementare del sottosuolo psichico ha anche la dimensione di una trascendenza (2). Un gioco 'sporco' o per capirsi un autentico gioco al 'massacro' dell'individualità ridotta ad essere interpretata sulla base di complessi repressi.
Come divisa di un suo libro dedicato all'interpretazione psicanalitica dei simboli e dei miti, un discepolo dello stesso Freud , il Silberer, circa il pansessualismo senza veli degli ambienti psicanalitici porrà una geniale variante delle prime parole del Vangelo di Giovanni: non "al principio era il Verbo" ma "al principio erano gli organi genitali maschile e femminile" e questo la dice lunga sulla 'scienza' psicanalitica, una disciplina che diviene pericolosa quando non premetta a sè stessa di formare un'unità spirituale ed una personalità vera al posto di quella esteriore e inconsistente creata dalle convenzioni sociali, dall'educazione, dall'ambiente e dall'eredità. Evola conclude che la psicanalisi potrebbe avere un valore positivo come 'psicologia in profondità' solo ed esclusivamente quando precedutica da una "ascetica" assolutamente inconcepibile prendendo quale punti di riferimento tutta l'antropologia freudiana e le successive applicazioni. Gli psicanalisti andrebbero spesso psicanalizzati questo per 'capirci'.
Teosofia, antropologia di Steiner e misticismo di Krishnamurti appaiono collegati anche se l'autore dedica loro tre capitoli distinti. Il solo merito della teosofia è quello, valido per lo spiritismo come si è visto, di aver riscoperto e risvegliato in Occidente l'interesse per l'Oriente spirituale soprattutto indiano ma a che fini e soprattutto qual'era l'intenzione o il piano ai quali i fondatori di questa "Scuola Teosofica" risposero? Considerando i risultati ottenuti da madame Blavatsky prima e da Annie Besant poi resta il dubbio di quali siano le influenze che hanno realmente agito nel contesto dei 'fenomeni' prodotti a suo tempo dalla stessa H.P. Blavatsky. Evola legittimamente si chiede se simili influenze avessero realmente intenzione di vivificare l'Occidente ponendolo in contatto con una spiritualità di tipo superiore oppure , attraverso simili 'agenti' , non siano state precluse queste possibilità mediante le falsificazioni che non devono quindi ascriversi alle singole persone che formarono il direttivo teosofico fin dalle sue origini. Influenze che hanno voluto allontanare un pericolo, chiudere d'anticipo certe porte verso la conoscenza , pregiudicare e prevenire un'influenza che avrebbe anche potuto risultare salutare deviando possibili percorsi iniziatici in ordine con le stesse dottrine tradizionali orientali. E' possibile soprattutto considerando gli esiti, la storia, le manifestazioni prodotte, i risultati conseguiti.
Tralasciando quì di analizzare il capitolo su primitivismo, ossessi e super-omismo utili comunque per capire determinate tendenze 'naturalistiche' e pericolose derive verso le più profonde derive nichilistiche, verso l'ascesi per l'ascesi stessa, come forma di una quintessenziata accumulazione della volontà di potenza individuale (il super-uomo di nichiana memoria costituendo un punto-limite qualcosa , ci indica Evola, come un camminare sul filo del rasoio con il rischio di trasformazione in ossesso e conseguente corto-circuito) sono da capire invece le derive satanico-occultistiche o magico-occultistiche delle quali sono riportate alcune esperienze: da Crowley (preso seriamente per quelli che sono gli aspetti 'magici' delle pratiche) a Szandor LaVey e alla sua Chiesa di Satana (semplici parodie del Divino).
Premettendo che il Satanismo è una corrente discendente che mira a corrompere e deturpare tutto ciò che di sacro esiste, spesso presentandosi come sostituto delle religioni classiche delle quali riprende parodisticamente liturgie, sacramenti e riti, si può dire che questa tendenza rappresenta la punta estrema della ricerca "fai da te" verso il sovrannaturale, il massimo istinto verso l'autorealizzazione per fini specificamente materiali nonchè la negazione per eccellenza di ogni anelito trascendente.
"La vera caratterizzazione del satanismo - scrive Evola - la si ottiene riferendosi non all'idea del 'male' - questo essendo un termine generico e di contenuto variabile per via delle sue condizionalità sociologiche e storiche - bensì ad un piacere per la perversione in quanto tale, all'impulso non tanto a distruggere quanto a contaminare, con la blasfemìa e l'oltraggio sacrilego. Così la cosiddetta magia nera e la stregoneria non è detto che siano necessariamente "sataniche"; esse possono essere delle pratiche per il conseguimento di fini giudicati moralmente malvagi da una data società, e l'incidenza può solo riguardare le forze attivate a tale scopo."
In ultimissima analisi e invitando alla lettura del testo in questione lasciamo i lettori con l'avvertenza che Evola pone alla fine del volume laddove raccomanda a mò di conclusione: "lo "spirituale" valga oggi come una conoscenza, non come una tentazione."...destinato ai "deboli" di 'spirito'...in tutti i 'sensi'!

Note 

1)  scrive Renè Guènon in proposito: "La dottrina indù insegna che la durata di un ciclo dell'umanità terrestre, al quale essa dà il nome di manvantara, si divide in quattro età, che segnano altrettante fasi di un oscuramento progressivo della spiritualità primordiale. Si tratta degli stessi periodi che, da parte loro, le tradizioni dell'antichità occidentale designarono come le età dell'oro, dell'argento, del bronzo e del ferro. Noi ci troviamo presentemente nella quarta età, nel kali-yuga o "età oscura", e noi vi siamo, si dice, già da più di seimila anni, cioè da una data decisamente anteriore a tutte quelle conosciute dalla storia 'classica'. A partire da allora, verità già accessibili a tutti sono divenute sempre più nascoste e difficili a raggiungere. Coloro che le posseggono sono sempre meno numerosi e se il tesoro della saggezza "non umana" , anteriore ad ogni età, non può mai perdersi, esso si avvolge tuttavia di veli sempre più impenetrabili, che lo nascondono agli sguardi e sotto i quali è estremamente difficile scoprirlo. E' per questo che, sotto simboli diversi, dappertutto si è parlato di qualcosa che si è perduto, almeno in apparenza e per il mondo esteriore, e che va ritrovato da coloro che aspirano alla conoscenza vera; ma è stato anche detto che quel che è divenuto così nascosto ridiverrà visibile alla fine di questo ciclo: fine che, in virtù della continuità che collega insieme tutte le cose, sarà in pari tempo il principio di un ciclo nuovo." (crf R. Guènon - "La crisi del mondo moderno" - ediz. 'Mediterranee' - Roma 1972) ;
2) si consulti  dello stesso Evola "Metafisica del Sesso" e "Lo Yoga della Potenza - Saggio sui Tantra" entrambi pubblicati dalle edizioni "Mediterranee" di Roma;