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America addio

di Decio Siluro - 09/03/2009

 

America addio

Trovare l’America. Questa espressione significa avere fortuna, trovare un buon lavoro, un luogo sicuro e felice dove stare, ma chissà se manterrà ancora questo significato positivo dopo questa crisi economica?
Gli Stati Uniti d’America non sono infatti più quel luogo felice dove tutti vivono nel benessere. In realtà non lo sono più da un bel pezzo ed anzi forse non lo sono proprio mai stati, perché a fronte di grandi ricchezze ed anche di una diffusa agiatezza ci sono sempre state sacche di estrema povertà, di vera indigenza. Da tempo questi poveri sono diventati un popolo sterminato ma invisibile, milioni di persone emarginate, espulse dalle città costrette a vivere laddove non possono essere viste dal turista straniero e neanche da quello interno. Sì, perché tutto il sistema Usa si fonda sulla fiducia nel futuro, sul “miracolo americano”, sull’ottimismo, in pratica si regge su un clamoroso bluff. Nel momento in cui cede l’ottimismo, l’intero castello di carte crolla su se stesso. Ed è sempre più difficile mantenere in piedi il castello americano. A febbraio la disoccupazione negli Usa è salita all'8,1%, contro il 7,9% previsto dagli analisti e questo è il dato più alto mai registrato dal dicembre 1983. Per il terzo mese consecutivo l'economia americana ha perso più di 600mila posti di lavoro, dal dicembre 2007, quando è ufficialmente datato l’inizio della recessione, sono stati 4,4 milioni gli americani rimasti senza lavoro.
Le imprese dei servizi, che includono banche, assicurazioni e ristoranti, hanno perso 375mila posti di lavoro 100mila in più di gennaio. Sempre in febbraio, infine, le richieste per bancarotta sono state oltre 130mila con un incremento sul mese precedente del 37%.
Sono numeri spaventosi che descrivono più di una crisi: il totale fallimento di un intero sistema economico.
Non è un caso se negli Usa l’unico business attualmente in espansione è quello delle “job fair” ovvero delle fiere del lavoro. Se ne è appena conclusa una a New York e ne sono previste molte altre, in almeno 100 città Usa.
Nelle grande mela sono stati migliaia a mettersi in fila davanti agli stand degli “espositori” cercando un lavoro, uno qualsiasi.
Ogni ora gli esperti di Monster hanno tenuto un minicorso al centro del salone, spiegando a tutti il galateo dell'aspirante lavoratore e i trucchi per redigere un curriculum che faccia colpo sui reclutatori. Ma questi , tutto sommato, erano ancora in gran parte disoccupati privilegiati, gente con una professionalità alle spalle, per la grande massa non ci sono fiere miracolose: c’è solo un sistema assurdo privo di ammortizzatori sociali.
Questa è la vera America, la crudele America.
E pensare che per decenni hanno provato a farci credere che quello degli Usa fosse il modello perfetto di riferimento, il paradiso in terra a cui anelare.
E pensare che ci erano quasi riusciti: forse perché hanno provato a convincerci puntandoci un arma alla tempia?