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America Latina: esercito unico per cooperare e difendersi

di Alessandro Grandi - 10/03/2009




America Latina, i dodici dell'Unasur a Santiago per la creazione di una forza militare congiunta

Se non ci saranno intoppi fra oggi e domani a Santiago, capitale del Cile, si costituirà l'associazione latinoamericana di difesa, uno dei primi organismi previsti dagli accordi di Unasur (Union de Naciones Suramericanes).

L'iniziativa voluta fortemente dall'Unasur, soprattutto dal presidente brasiliano Luis Ignacio da Silva Lula, sarà composta dai rappresentanti dei dodici eserciti dei paesi che la compongono. Di certo si conosce già il fatto che i ministri della Difesa dell'Unasur si riuniranno per programmare le attività del Consiglio di Difesa almeno una volta l'anno. Si incontreranno due volte l'anno, invece, i viceministri, vero collante fra le parti. "Fino a oggi i negoziati di cooperazione si sono svolti sempre in forma bilaterali. Con la creazione del Consiglio di Difesa ora i colloqui saranno multilaterali, con maggiore confronto" dice il ministro della Difesa cileno, Josè Goni.
"Con l'iniziativa in questione cerchiamo una convergenza di interessi. Soprattutto la creazione del Consiglio di Difesa non è un argomento militare ma di polizia. E serve anche per tutelarci dalle ingerenze straniere avvenute negli ultimi anni" conclude Goni. In effetti lo scopo principale de Consiglio di Difesa sarà quello di cooperare lungo i confini fra stati per combattere il dilagante flusso di droga. I soldati avranno il compito di dirimere eventuali frizioni fra stati. Inoltre oltre al coordinamento delle operazioni militari si concentrerà negli aiuti umanitari e nelle operazioni di pace. Tutto con il preciso scopo di creare in futuro un'istituto di difesa sudamericana

E sono state proprio le ingerenze straniere a fare nascere il progetto del Consiglio di Difesa. Le manovre della flotta statunitense nelle acque caraibiche avvenute nei mesi scorsi non sono proprio andate giù al Venezuela e nemmeno, secondo analisti locali, al Brasile. Non solo. Le attività della Dea Usa in Bolivia sono state più volte criticate dal governo di Evo Morales che alla fine ha interrotto, anche in malo modo, i rapporti cacciandoli dal Paese. Ma anche all'interno dei paesi latinoamericani c'è stato qualche problema che ha dato un impulso decisivo alla creazione del Consiglio di Difesa. Durante il raid dell'esercito colombiano che ha portato all'uccisione del numero due delle Farc (Forze armate rivoluzionarie della Colombia), Raul Reyes, avvenuto in territorio ecuadoriano, molti paesi hanno parlato di abuso di forza e violazione dello spazio territoriale da parte di Bogotà. In quei giorni fra Colombia, Ecuador e l'onnipresente Venezuela, si rischiò una vera crisi diplomatica che avrebbe potuto avere conseguenze pericolose. Tutti, ma proprio tutti gli aderenti al progetto, però tengono a sottolineare come la nuova forza militare non avrà uno stampo tipo Nato. Ed è considerata una vittoria il fatto che mai, a parte qualche screzio di frontiera, nella zona si sia verificato qualcosa di molto serio fra eserciti. Fatto che ha dato un ulteriore impulso alla creazione della forza congiunta.

Ma in effetti la paura di una guerra, forse, non ha mai sfiorato i leader militari e politici di questi Paesi. Nonostante tutto, negli ultimi sei anni le spese militari complessive dei governi della zona sono aumentate del 91 percento. Nel solo 2008 i dodici Paesi dell'Unasur hanno speso complessivamente poco più di 38 miliardi di euro in armamenti. Il doppio rispetto ai 19 miliardi del 2003. Secondo gli esperti i Paesi che maggiormente hanno rafforzato il loro arsenale (in una zona del pianeta praticamente esente da guerre) hanno giustificato le spese con la modernizzazione degli strumenti militari, Venezuela e Colombia su tutti.