Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / I talebani: ''Nessun dialogo''. Già respinta la proposta negoziale di Obama

I talebani: ''Nessun dialogo''. Già respinta la proposta negoziale di Obama

di Enrico Piovesana - 10/03/2009




La risposta dei talebani all'invito di Barack Obama al dialogo è arrivata e, com'era da aspettarsi, è un 'no' secco.

"Ridicolo distinguere tra moderati e fondamentalisti". Sabato, il presidente degli Stati Uniti d'America aveva auspicato, in un'intervista al New York Times, l'apertura di un negoziato con i talebani moderati.
"La distinzione tra talebani moderati e fondamentalisti è ridicola" - ha dichiarato all'agenzia di stampa cinese Xinhua il portavoce talebano Zabihullah Mujahed - "perché noi siamo un movimento unito sotto l'unica guida del Mullah Omar, il quale ha sempre detto che nessun dialogo sarà possibile senza il completo ritiro delle truppe straniere".

"Non sono certo i moderati a guidare l'insurrezione". Waheed Mozhdah, ex consigliere del ministero degli Esteri talebano Wakil Muttawakil poi riciclatosi nel governo Karzai come 'esperto' di talebani, parlando ieri con la stampa aveva giudicato "assolutamente irrealistica" la proposta di Obama di porre fine alla guerriglia talebana parlando con i moderati "perché sono i fondamentalisti a guidare l'insurrezione, non certo i moderati. E i fondamentalisti - ha aggiunto Mozhdah - sono tutti sulla lista nera degli Stati Uniti. Ma è con loro che bisognerebbe parlare se veramente si vuole por fine a questa guerra".

Coinvolgere l'Iran per fermare il narcotraffico. Maggior impatto sulle sorti del conflitto potrebbe avere, forse, l'altra iniziativa dell'amministrazione Obama che, per bocca del segretario di Stato Hillary Clibton, ha invitato l'Iran a partecipare alla conferenza internazionale sull'Afghanistan convocata per il 31 marzo a L'Aja, in Olanda. L'obiettivo sarebbe quello di bloccare lo smercio dell'oppio e dell'eroina afgani attraverso l'Iran per colpire la principale risorsa finanziaria dei talebani (e dell'attuale governo Karzai). Ma per farlo bisognerebbe chiudere anche la via pachistana, da dove transitano i due terzi della droga afgana. Una sfida non da poco.