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Tutto ritorna. Anche le crisi bancarie…

di Riccardo Torsoli - 10/03/2009

Erano passati appena quaranta anni dalla straordinaria esperienza di uno dei più grandi uomini della storia ovvero Federico II di Svevia che a Firenze dopo la battaglia di Campaldino, in quel di Arezzo, ebbe inizio la democrazia dei guelfi neri, durante la quale Firenze divenne il centro finanziario mondiale esattamente come oggi lo è New York. Le sue banche erano il capofila di tutte le transazioni finanziarie globali, fungevano pure come l’odierno Fondo Monetario Internazionale, era l’era del fiorino d’oro come valuta principale negli scambi commerciali internazionali.

cacciatadeimercantidaltempio_fondo-magazineFirenze era tra le città più popolose d’Europa con gli oltre 100.000 abitanti. Era snodo commerciale primario per le materie prime come il grano, la lana e la seta. Grandi famiglie come i Bardi, i Peruzzi, gli Acciaiuoli erano al timone di veri e propri colossi bancari ed avevano tra i loro principali clienti anche interi stati sovrani come la Francia e l’Inghilterra. Era iniziata una delle più grandi bolle  finanziarie di ogni tempo, gli anni ruggenti di inizio Trecento, portarono dapprima ad una euforia generale e a un diffuso benessere, poi, a causa del peso crescente del debito e delle politiche folli dovute agli eccessi del liberismo selvaggio, si approdò alla Guerra dei cent’anni, al ripudio del debito da parte di Edoardo III Re di Inghilterra che mise in ginocchio le banche fiorentine e finì infine nella tragedia della peste nera che sterminò un terzo della popolazione europea.

A Firenze, l’Atene d’Italia, fu chiamato dai governanti della città il Duca di Atene Walter di Brienne, per cercare di uscire dalla crisi in cui era piombata la città. Lui attuò subito una serie di provvedimenti tra cui il ripudio del debito nei confronti delle banche, nel tentativo di uscire dalla crisi finanziaria in cui era precipitata la democrazia fiorentina e, inizialmente, le sue ricette portarono beneficio e lenirono la situazione ma ben presto i fiorentini lo minacciarono di morte e lo costrinsero alla fuga, il 26 luglio del 1343. Come la storia insegna, dalle crisi sistemiche finanziarie se ne esce con guerre, carestie ed epidemie e dalla storia occorre trarre insegnamento per evitare che la situazione attuale degeneri fino alle estreme conseguenze.

Oggi la situazione del debito mondiale è diventata incontrollabile e benché si parli continuamente di nazionalizzare le istituzioni bancarie non se ne esce se non si attua anche un ripudio del debito generalizzato perché altrimenti si trasferisce il debito dalle istituzioni finanziarie agli stati sovrani ed il risultato è la socializzazione delle perdite e del debito causato dall’avidità umana.

Gli americani usano dire TBTF (Too Big To Fail) “troppo grandi per fallire”, ma anche TBTS (Too Big To Save) troppo grandi per essere salvate ed, in effetti, se sono esatti i calcoli secondo cui le “tossicità”  del sistema bancario europeo ammontano a 18 trilioni di euro (18.000 miliardi) allora si capisce che da questa situazione se ne viene fuori solo con un immenso giubileo mondiale del debito. Solo dopo si può ripartire con la messa al bando del sistema iperliberista che ha causato questo sconquasso e con nuovi modelli economici e sociali.

Anche il nostro Ministro del Tesoro, il socialista Giulio Tremonti, ha esortato a leggere la bibbia per trovare le vie di uscita da questa situazione e presumo che si riferisca al capitolo 25 del Levitico che parla apertamente di remissione del debito:

  • “Levitico 25:8 «”Conterai pure sette settimane di anni: sette volte sette anni; e queste sette settimane di anni faranno un periodo di quarantanove anni.”
  • “Levitico 25:9 Poi, il decimo giorno del settimo mese farai squillare la tromba; il giorno delle espiazioni farete squillare la tromba per tutto il paese.”
  • Levitico 25:10 Santificherete il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nel paese per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un giubileo; ognuno di voi tornerà nella sua proprietà e ognuno di voi tornerà nella sua famiglia.
  • “Levitico 25:11 Il cinquantesimo anno sarà per voi un giubileo; non seminerete e non raccoglierete quello che i campi produrranno da sé, e non vendemmierete le vigne incolte.”
  • “Levitico 25:12 Poiché è il giubileo; esso vi sarà sacro; mangerete quel che i campi hanno prodotto in precedenza.”
  • “Levitico 25:13 In questo anno del giubileo ciascuno tornerà in possesso del suo.”
  • “Levitico 25:14 Se vendete qualcosa al vostro prossimo o se comprate qualcosa da lui, nessuno truffi il suo prossimo.”
  • “Levitico 25:17 Nessuno di voi danneggi il suo prossimo, ma temerai il tuo Dio; poiché io sono il SIGNORE vostro Dio.
  • “Levitico 25:23 Le terre non si venderanno per sempre; perché la terra è mia e voi state da me come stranieri e avventizi.
  • “Levitico 25:24 Perciò, in tutto il paese che sarà vostro possesso, concederete il diritto di riscatto del suolo.

Noi poveri ectemoroi dovremmo sperare che si arrivi ad una nuova seisachteia a livello globale, altrimenti ci dovremo subire la ricetta turbo liberista che si applica di solito in questi casi, ovvero: conflitti diffusi che abbiano come obiettivo la distruzione dei fattori della produzione ed il saccheggio indiscriminato delle risorse, iperinflazione che svaluti pesantemente il debito e crisi alimentari e sanitarie che portino ad una diminuizione del peso demografico.

Sono pessimista è vero, qualcuno deve pure esserlo, ed oggi è una iattura a sentire il pensiero dominante tipico dei media nazionali, ma tipicamente un pessimista è un ottimista che si è informato e per essere solo ottimista occorre chiudere l’accesso ai libri di storia e pure alla Bibbia. Sperando nell’avvento di un nuovo Stupor Mundi.

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